Pubblicato il in Tecnica
di Matteo Brogi

Tradizionale o multiradiale, la rigatura secondo Sabatti

Un'azienda che vuole guidare il mercato deve essere innovativa. Lo dimostra la Sabatti Armi, che ha registrato numerosi brevetti (non ultimo quello sulla rigatura multiradiale) e ha acquisito macchinari che rappresentano la nuova frontiera nella produzione dei profili interni delle canne

Trecento anni di storia. In questo 2024, Sabatti Armi festeggia un anniversario che la pone di diritto tra le aziende vanto della storia industriale italiana. A inizio Settecento l'archibusaro Lodovico Sabatti era già attivo nella produzione di pistole a pietra focaia, archibugi e canne; un qualificato cannoniere che ha trasmesso, a quella che sarebbe diventata la Sabatti Armi, una vocazione che non l'ha più abbandonata.

Hunting Log ha intervistato Emanuele Sabatti davanti alla nuova macchina che produce i profili interni delle canne mediante la tecnica dell'erosione elettrochimica
Hunting Log ha intervistato Emanuele Sabatti davanti alla nuova macchina che produce i profili interni delle canne mediante la tecnica dell'erosione elettrochimica - © Hunting Log

Con il crescere del mercato dei combinati, infatti, già una cinquantina di anni fa l'azienda gardonese affiancò alla produzione di fucili ad anima liscia le prime canne ad anima rigata. Acquisendo così una competenza che l'ha portata a essere una delle poche e più originali interpreti nella proposta di combinati, appunto, bolt action, kiplauf ed express. E, quindi, di canne rigate. Oggi, quando si parla di canne ad anima rigata, è difficile non pensare a questa realtà che, grazie a un comparto produttivo molto sviluppato nella tecnica della martellatura a freddo - una vera e propria azienda nell'azienda - è in grado di far fronte alla richiesta stimolata dall'ampia gamma di carabine a proprio marchio e a quella di produttori concorrenti, che massicciamente ricorrono alla produzione Sabatti per equipaggiare le proprie carabine.

All'inizio fu la rotomartellatura a freddo

La tecnica di produzione maggiormente utilizzata è appunto quella della rotomartellatura a freddo, uno standard che si è affermato per la facilità produttiva, la relativamente elevata costanza di rendimento, l'economicità operativa (pur in presenza di importanti costi iniziali). Ed è per migliorare l'efficienza di questo sistema che Emanuele Sabatti ha sviluppato un nuovo sistema di rigatura.

Una rotomartellatrice di recente generazione, a controllo numerico, presente in Sabatti
Una rotomartellatrice di recente generazione, a controllo numerico, presente in Sabatti - © Matteo Brogi

Premesso che la rigatura serve a imprimere al proiettile la rotazione necessaria alla sua stabilizzazione (effetto giroscopico), attualmente si distingue tra due grandi categorie:
le rigature tradizionali, dove con vari sistemi vengono realizzati dei solchi, generalmente della profondità di un decimo di millimetro, ad andamento elicoidale;
le rigature poligonali o prismatiche, dove la sezione interna della canna ha, appunto, una forma poligonale e la rotazione del proiettile è ottenuta non da risalti ma dalla variazione elicoidale della sezione retta della canna stessa.

Le peculiarità della rigatura multiradiale

Nella rigatura poligonale i solchi non presentano profili con angoli vivi, da intaglio, più o meno raccordati, ma dei lobi di forma differente. In questo caso, è l'intera superficie laterale del proiettile a essere impegnata dalla rigatura che produce una deformazione plastica dello stesso, senza intagliarlo. Emanuele Sabatti è partito da questi principi per sviluppare un nuovo profilo che definisce semi-poligonale dove, tecnicamente, lobi con due raggi di curvatura differenti si alternano in modo da deformare la geometria del proiettile e, appunto, imprimergli il moto di rotazione. Questo profilo è stato definito multiradiale (MRR, multi radial rifling) ed è stato brevettato con il numero 102019000007101 presso l'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico il 22 maggio 2019.

La differenza visiva tra i differenti tipi di rigatura
La differenza visiva tra i differenti tipi di rigatura - © Sabatti Armi

La peculiare conformazione dei profili interni delle canne Sabatti presenta numerosi pregi. Anzitutto, l'assenza di qualsiasi forma d'intaglio e la peculiare struttura dei principi di rigatura fanno sì che tutto il mantello del proiettile sia interessato dalla deformazione plastica, con effetti benefici sia sulla forma dello stesso (che non subisce "traumi" in grado di mutarne l'aerodinamica) sia sulla tenuta dei gas propellenti, che non possono sopravanzarlo inducendo così turbative di traiettoria alla volata.

La principale differenza tra rigatura tradizionale e multiradiale sta nel fatto che la prima intaglia il proiettile, la seconda lo deforma dolcemente
La principale differenza tra rigatura tradizionale e multiradiale sta nel fatto che la prima intaglia il proiettile, la seconda lo deforma dolcemente - © Matteo Brogi

L'energia associata alla deformazione del mantello è minore di quella richiesta da una rigatura tradizionale. Ciò nonostante, queste migliori performance vengono bilanciate dal fatto che l'intero mantello è a contatto con la superficie della canna: i dati cronografici hanno dimostrato che la velocità alla volata della palla sparata con rigatura multiradiale MRR è mediamente superiore al previsto, con valori che raggiungono i 12 m/s. Tali, comunque, da non variare in maniera significativa i picchi pressori cui il tubo è soggetto, con un incremento meno che proporzionale delle pressioni che restano all'interno degli standard di sicurezza CIP.

Nella rigatura tradizionale sono ben visibili i pieni e i vuoti dei principi, che modificano profondamente il mantello del proiettile
Nella rigatura tradizionale sono ben visibili i pieni e i vuoti dei principi, che modificano profondamente il mantello del proiettile - © Matteo Brogi

La struttura dei principi di rigatura multiradiale fa sì che tutto il mantello del proiettile sia interessato dalla deformazione plastica, con effetti benefici sia sulla forma dello stesso sia sulla tenuta dei gas propellenti
La struttura dei principi di rigatura multiradiale fa sì che tutto il mantello del proiettile sia interessato dalla deformazione plastica, con effetti benefici sia sulla forma dello stesso sia sulla tenuta dei gas propellenti - © Matteo Brogi

Per il tiro sportivo e per la caccia

La rigatura MRR è caratterizzata da un minor riscaldamento dovuto all'attrito: produce quindi una ridotta presenza di flier per migrazione termica oltre a una minore usura della canna. L'assenza di spigoli vivi - sostituiti da raccordi ampi - rende molto più agevole anche il processo di pulizia, particolarmente critico quando si spari munizionamento monolitico in rame.

La rigatura multiradiale MRR è stata brevettata nel 2019
La rigatura multiradiale MRR è stata brevettata nel 2019 - © Sabatti Armi

La rigatura multiradiale di Sabatti nasce, come premesso, per esaltare la tecnica del rotomartellamento a freddo in cui l'azienda vanta un importante know how. E si porta dietro una precisione elevatissima; va detto, comunque, che le canne tradizionali conservano un'efficacia che è più che adeguata alle esigenze venatorie. È prevista per le carabine Sabatti a destinazione sportiva e per il vertice della produzione a destinazione venatoria del produttore gardonese: la gamma Saphire e selezionati allestimenti del modello Rover (Carbon, All Around e Varmint Syn). Particolare interessante, questa tecnologia rende superflua ogni attività di rodaggio, quella pratica alchemica cui ci sia affida in maniera fideistica per ottenere il meglio delle prestazioni dalla propria canna.

Il momento dell'erosione elettrochimica

Per quanto riguarda le tecniche di produzione delle rigature, Sabatti ha da decenni una fama che valica i confini della Valtrompia nel campo della produzione tradizionale, nello specifico per deformazione. Il sistema sfrutta la presenza di un mandrino che porta il negativo della rigatura e viene impresso nel profilo interno della canna mediante un processo di martellatura che "comprime" l'acciaio del tubo attorno all'utensile, dall'esterno verso l'interno. Si tratta di un sistema produttivo oggi largamente utilizzato, che richiede elevati investimenti iniziali ma garantisce una buona costanza nel tempo e volumi produttivi elevati. Nelle produzioni industriali in grande scala è generalmente preferito ai sistemi a taglio (a gancio), a bottone o a broccia. Recentemente, però, si sono aperte nuove frontiere con la comparsa di macchinari in grado di lavorare la superficie interna delle canne mediante dissoluzione di materiale. È il caso della tecnica drll'erosione elettrochimica (ECM - electrochemical machining).

Il macchinario utilizzato è un polimandrino in grado di lavorare fino a otto canne per volta. I tempi di esecuzione, superiori a quelli della martellatura, abbinati però alla possibilità di produrre fino a otto canne contemporaneamente, aumentano in maniera considerevole la produttività
Il macchinario utilizzato è un polimandrino in grado di lavorare fino a otto canne per volta. I tempi di esecuzione, superiori a quelli della martellatura, abbinati però alla possibilità di produrre fino a otto canne contemporaneamente, aumentano in maniera considerevole la produttività - © Matteo Brogi

Il metodo ECM si basa sulla lavorazione elettrolitica ed è regolato dalla legge dell'elettrolisi di Faraday. Utilizza una sorgente esterna di corrente continua per dissolvere anodicamente il metallo. L'elettrolita (cloruro di sodio o nitrato di sodio) facilita il trasferimento di carica per consentire la dissoluzione del metallo mentre la quantità di cariche elettriche trasferite all'elettrodo influisce proporzionalmente sulla massa di metallo disciolto (che, nello specifico, si trasforma in idrossido). Il catodo di altissima precisione presenta il disegno finale della canna al termine del processo di lavorazione. Non è previsto alcun contatto fisico tra i componenti, azzerando quindi le tensioni e garantendo alta qualità e costanza di risultati.

Il metodo ECM si basa sulla lavorazione elettrolitica ed è regolato dalla legge dell'elettrolisi di Faraday. Utilizza una sorgente esterna di corrente continua per dissolvere anodicamente il metallo
Il metodo ECM si basa sulla lavorazione elettrolitica ed è regolato dalla legge dell'elettrolisi di Faraday. Utilizza una sorgente esterna di corrente continua per dissolvere anodicamente il metallo - © Matteo Brogi

Il macchinario utilizzato da Sabatti Armi è polimandrino. I tempi di esecuzione, superiori a quelli della martellatura, abbinati però alla possibilità di produrre fino a otto canne contemporaneamente, aumentano in maniera considerevole la produttività e favoriscono la flessibilità dello strumento. Questa tecnica produttiva garantisce superfici caratterizzate da rugorisità bassissime, al limite della specularità. Una nuova frontiera che la Sabatti Armi già frequenta da tempo e ancora è difficile prevedere fino a che punto cambierà le prestazioni delle armi moderne.

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