di Matteo Brogi
SVEZIA - A caccia secondo le tradizioni scandinave
Un giorno in poligono e due di caccia in Svezia. È il tradizionale evento che Aimpoint dedicata alla stampa internazionale di settore. Quest'anno con Haenel, Hornady, Vorn e Lafayette. È stata l'occasione per provare alcune delle più interessanti novità di mercato
Svezia meridionale, dicembre 2023. È il tempo del tradizionale incontro che Aimpoint - insieme a una serie di sponsor che variano all'occorrenza - dedica alla stampa internazionale. Una full immersion con l'obiettivo, certo, di presentare una realtà imprenditoriale che non ha molti pari al mondo ma, altrettanto, per porre l'accento sulle tecniche di tiro più aggiornate con il punto rosso, core business dell'azienda svedese. Quest'anno, i partner di Aimpont sono Haenel per le armi, Hornady per le munizioni, Vorn e Lafayette, rispettivamente, per gli zaini da caccia e gli strumenti di comunicazione radio. Con l'eccezione di Lafayette - marchio non ancora distribuito nel nostro paese per la complessità delle normative che regolamentano le frequenze aperte agli impieghi civili - si tratta di nomi ben conosciuti ai lettori di Hunting Log e a quelli che mi seguono dai tempi di Cacciare a Palla. Aziende serie, alla continua ricerca dell'eccellenza nei rispettivi settori d'impresa.
Il pretesto
L'occasione è data dalla presentazione della variante Orange dell'Aimpoint Acro C-2, un dispositivo che incorpora lo stato dell'arte della tecnologia sviluppata ormai in quasi un cinquantennio (manca un solo anno) dall'azienda che per molti è sinonimo di punto rosso. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti di Malmö e quella che partì come una modesta realtà artigianale è diventata un'azienda con oltre 100 dipendenti, operativa a livello globale. Rimando alla recensione dell'Acro C-2 Orange per conoscere tutti i dettagli dello strumento.
La visita in azienda e un'intera giornata di sessioni di tiro in poligono al Jakt & Skitte di Staffanstorp sono il preludio e la necessaria preparazione ai successivi giorni di caccia. Ulteriori informazioni e suggerimenti per migliorare la tecnica di tiro con il punto rosso li ho pubblicati in un altro articolo frutto di questa esperienza. Da Malmö, per le uscite di caccia ci siamo spostati verso le proprietà Högestad & Christinehof che ci hanno ospitato.
Limitazioni di specie e trofei
Rigido, come sempre, il menu di selvatici prelevabili: cinghiali maschi di ogni dimensione e trofeo, femmine fino a 80 kg se non accompagnate dalla prole, piccoli e femmine di cervo e daino, fusoni di cervo, un trofeo di daino per il gruppo, volpi. Niente caprioli, pur abbondanti, niente alci. Le regole sono ferree e vanno rispettate a pena, in caso di errore, di salate sanzioni da saldare in loco.
La modalità di caccia - a spinta, con l'impiego di un numero ristretto di ausiliari - impone qualche attenzione nella selezione del selvatico. E un po' di ansia che, ormai, sono consueto disinnescare rinunciando a tutti quei tiri in cui le specifiche condizioni ambientali non mi permettono l'identificazione certa dell'animale. La caccia è anche questo: confrontarsi onestamente con le proprie abilità di riconoscimento della specie e sapersi trattenere nell'incertezza senza indugiare nel rimpianto o nella recriminazione.
Due giorni di caccia, sei battute
Ogni giorno di caccia è stato scandito da tre battute brevi, della durata media di un'ora e mezza. Sempre da altana scoperta. I contesti in cui mi sono confrontato con i selvatici e la natura sono stati vari, dalla foresta di latifoglie a quella di conifere caratteristica dell'area costiera, fino ad aree disboscate destinate all'agricoltura. Contesti molto differenti che hanno consentito modalità di tiro varie: da quello di stoccata il primo giorno, alla seconda battuta, su un cinghiale in corsa a una ventina di metri, al tiro meditato al maschio di daino portatore di un bel trofeo che ho prelevato nel corso della prima battuta del secondo giorno di caccia.
Clima e abitudini
Nonostante l'evidente ambientazione invernale, devo notare che la Scania risente della vicinanza del Baltico e vanta un clima oceanico piuttosto mite rispetto al resto della nazione scandinava. Le brevi giornate, spesso allietate dalla neve, hanno mantenuto una temperatura stabile a cavallo dello zero, con la levata del sole intorno alle 8:15 e il tramonto alle 15:30. Solo il vento e l'umidità superiore all'80% hanno abbassato la temperatura percepita ai meno cinque. Comunque sopportabile in virtù dei cinque strati di abbigliamento tecnico che ho adottato per resistere alle necessità della caccia statica.
Le regole d'ingaggio sono severe: alle cacciate Aimpoint - e di massima in tutto il continente centro e nord europeo - si caccia per la carne e tutti i tiri azzardati sono banditi. In particolare, considerando la specificità dell'ottica senza ingrandimenti, ci si è posti un limite di 80 metri. Interessante anche la gestione della radio, con cacciatori e battitori separati su altrettanti canali distinti. Lo svedese non era la lingua madre di molti tra noi ma la gestione delle comunicazioni - limitate alle informazioni di servizio quali l'inizio e la fine della battuta e il raggiungimento del numero dei capi consentiti - ha permesso di mantenere tutti i sensi concentrati sulla caccia.
Gli esiti favorevoli di una scelta forse inappropriata
Gli organizzatori hanno lasciato ai giornalisti partecipanti la possibilità di scegliere la munizione preferita all'interno della gamma prodotta dall'americana Hornady. La mia scelta è ricaduta su un caricamento, l'atossico Superformance CX, nei confronti del quale ho una spiccata confidenza avendolo provato in poligono e a caccia in più occasioni. Rimando al test pubblicato su Hunting Log per tutte le considerazioni di carattere tecnico. In questa occasione mi interessa riferire il comportamento dei miei colleghi, provenienti da Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Austria, Svezia, Repubblica Ceca, Polonia, Norvegia. Un bello spaccato dell'Europa più o meno unita.
In fase preliminare avevo manifestato agli organizzatori l'intenzione di utilizzare la palla CX di Hornady realizzando troppo tardi, solo in fase di taratura dell'arma, che la scelta più appropriata sarebbe stata quella della palla ECX, pensata per la caccia in battuta. In fase di taratura la concentrazione della rosata è risultata da urlo ma il retropensiero di quello che consideravo un errore di valutazione non mi ha abbandonato. Come avrebbe reagito un verro in corsa a una palla spitz monolitica pensata per i tiri a distanze medio-lunghe? Una prima seppur parziale risposta l'ho avuta nel corso della seconda battuta del primo giorno di caccia, quando ho sparato a un cinghiale di una quarantina di chilogrammi, in corsa. La palla ha attraversato la "sala macchine" del selvatico in posizione arretrata per poi trapassare il diaframma e uscire in zona addominale. L'animale ha percorso una ventina di metri per poi crollare al suolo.
Poco dopo ho avuto l'opportunità di sparare a una femmina di cervo a circa 45 metri; in questo caso il piazzamento del colpo ha lasciato a desiderare, troppo avanzato, e l'animale si è allontanato lasciando una vistosa traccia per seguire la quale - complice la neve - il cane sarebbe addirittura risultato superfluo. A 300 metri giaceva immobile, morto. Nella terza battuta ho sparato di nuovo a una femmina di cervo a una trentina di metri: il colpo era piazzato correttamente e l'animale ha prima fermato la sua corsa per poi fare due metri indietro e crollare a terra. Abbattimento pulito.
L'emozione del trofeo
Nel corso della prima battuta del secondo giorno ho avuto l'opportunità di sparare al capo più importante prelevato in questi giorni di caccia. Posizionato in un'altana che guardava un ampio campo ricoperto di neve ho atteso l'avvicinarsi di un gruppo di oltre 20 daini che procedevano al trotto in fila indiana. In questo caso ho avuto il tempo di osservarli con il binocolo, scegliere il selvatico dal trofeo più importante e attendere che mi sfilasse di fianco - a 66 metri telemetrati - per piazzare il colpo. L'animale è caduto in maniera molto scenografica nella neve per poi accucciarsi. Ho preferito sparare un secondo colpo per concludere le sue sofferenze. In entrambi i casi la palla era piazzata correttamente e ha lavorato bene, fuoriuscendo dal corpo del selvatico.
Esperienze condivise
Personalmente sono rimasto sorpreso dall'efficacia della palla CX nei tiri che ho effettuato. Diciamo che ho sparato meglio del mio solito in battuta ma voglio approfittare anche di questa esperienza per sostenere la mia idea a proposito del munizionamento lead free, monolitico, atossico, green o come lo si vuole chiamare (senza piombo resta più corretto): per quanto si possa disquisire di forme e materiali, sono il piazzamento corretto del proiettile e la dinamica del fenomeno espansivo a fare la differenza tra un abbattimento pulito e un ferimento, con l'eventualità del recupero. E sul cinghiale? Beh, non fate come me: una palla specifica, in grado di lavorare in maniera più efficiente alle alte velocità dei tiri ravvicinati e con una superficie d'impatto maggiore è certamente preferibile. Ma la CX ha fatto egregiamente il suo lavoro e le va riconosciuto.
L'ultima sera mi sono confrontato con i miei amici per cercare di trarre qualche insegnamento da questa esperienza. Ebbene, ne è emerso che in sette su 20 abbiamo utilizzato munizionamento lead free: io, Laurent, Owen e Jancik il Superformance CX con palla da 165 grani; Lukasz, Eike e Stefan l'International con palla ECX, sempre da 165 grani. Cumulativamente abbiamo prelevato 27 selvatici sugli 89 complessivi sparando 39 colpi (su 172). Per gli amanti della statistica (scienza assolutamente imperfetta, va da sé), abbiamo mantenuto una media di 1,44 colpi ad abbattimento contro i 2,16 colpi di media impiegati per prelevare ciascun selvatico dai cacciatori che hanno preferito utilizzare il piombo.
Qual è la morale di questa storia? Impossibile trarre conclusioni: il campione non è statisticamente rilevante e, al tempo stesso, troppo condizionato dallo stato di grazia dei cacciatori. Quello che posso dire, però, è che come non si possono trarre insegnamenti definitivi da questa esperienza, lo stesso dovrebbe dirsi per chi sostiene l'indiscussa superiorità del piombo. Statistiche ben più robuste suggeriscono che - a parità di piazzamento del colpo - è improbabile attribuire al piombo quella superiorità che in tanti si ostinano a concedergli. Anche per questa conferma, oltre che per le bellissime giornate che mi hanno permesso di vivere in Svezia, ringrazio Aimpoint, Haenel, Hornady, Vorn e Lafayette - aziende che si impegnano a promuovere la sostenibilità della caccia stimolando comportamenti responsabili da parte dei cacciatori (e dei giornalisti).
Aimpoint Acro C-2 Orange
Il nuovo punto rosso di Aimpoint si differenzia dalla versione già a catalogo per la finitura di color arancio fluo; è data dal nuovo trattamento superficiale in Cerakote che esalta la resistenza del telaio a sollecitazioni chimiche e meccaniche. A questo link è disponibile la recensione completa.
Haenel NXT Composite
Ho avuto l'opportunità di provare in anteprima la carabina Haenel NXT nel corso di un'altra esperienza di caccia in Svezia, nel 2021. Ennesima variazione sul tema straight-pull, è caratterizzata da una struttura aperta, con l'otturatore che completa la sua corsa all'esterno della scatola di culatta, accoppiata a un sistema di chiusura a testina rotante che si ispira all'interpretazione Helix di Merkel.
Nel corso del 2023, il marchio tedesco ha presentato due nuovi allestimenti che sono andati ad ampliare la gamma NXT: DS con calciatura pensata per venire incontro alle necessità dei cacciatori dalla conformazione più minuta (a dicembre) e, a luglio, Composite con calciatura Dynamic Synthetic Stock in polimero.
Preso atto che oltre il 70% della domanda privilegia il calcio in polimero, Haenel ha pensato di ripensarlo sviluppando un componente "dinamico" in grado di offrire la variazione della lop (tra +5 e -7 mm rispetti allo standard) e la regolazione del nasello; la particolare configurazione dell'astina, sagomata e fornita di un inserto soft-touch per la maggior parte della sua lunghezza, consente differenti posizioni di imbracciata così da costituire, secondo Haenel, un sistema quanto più vicino possibile a un calcio custom. La particolare conformazione della pistola del calcio favorisce il perfetto controllo dell'arma nelle fasi di caccia più adrenaliniche.
Hornady CX / ECX
Il produttore americano di proiettili e munizioni ha lanciato due anni fa due nuove palle da caccia, monolitiche e atossiche: la CX per la selezione e la ECX per la battuta. Realizzate in lega di rame, entrambe espansive, costituiscono la terza generazione di proiettili atossici di Hornady. La recensione completa, con tutti i dati strumentali rilevati, è stata pubblicata a novembre 2023.
Vorn EV30
Dopo i recenti test del marsupio SR10 e dello zaino EV45, l'invito in Svezia ha fornito l'occasione per provare il modello intermedio della gamma della norvegese Vorn. Anche il Vorn EV30 monta l'apprezzato e collaudato sistema di trasporto della carabina QRR (Quick Rifle Release) a sgancio rapido.
Differisce dall'allestimento maggiore unicamente per la capacità di carico, che si rivela ideale per le uscite di un solo giorno, quando alla dotazione di accessori è necessario affiancare un cambio in più.
Lafayette AB
Lafayette è un'azienda svedese fondata nel 1961 (non va confusa con l'omonimo ma distinto marchio americano), leader nella produzione di apparecchiature di comunicazione per la caccia. Nel tempo ha sviluppato un portafoglio di prodotti che include - oltre agli apparati radio Smart+ 155 MHz e Smart+ 31 MHz - i collari Dog GPS, le torce frontali Pro Light e i silenziatori commercializzati tramite la sussidiaria Vmac.
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