di Simon K. Barr
SCOZIA - Caccia alle grouse negli Scottish borders
Una giornata di caccia alle grouse con la famiglia Birkbeck a Floors castle, negli Scottish borders
di Sandy Swinton
Scottish Borders, grouse (Lagopus lagopus scoticus) di fine settembre: una prospettiva elettrizzante. «Tutte e quattro le stagioni in un giorno», così Ed Brown, fattore di Roxburghe Estates, ha descritto le condizioni meteorologiche che ha dovuto affrontare il gruppo di cacciatori che si è riunito a Byrecleugh per l'ottavo giorno della stagione venatoria nella brughiera scozzese. Dimostrando che gli elementi hanno fatto la loro parte in quella che si è rivelata una giornata di caccia memorabile.
Le brughiere di Byrecleugh e Rawburn sono situate nel cuore delle colline di Lammermuir e appartengono alla famiglia del duca di Roxburghe sin dal 1500. Coprendo 10.000 acri e con vicini come Tollis Hill, Burncastle, Mayshiel e Horseupcleugh, costituiscono poco meno di un quinto dei 52.000 acri di Roxburghe Estates che, oltre ai celebri salmoni del Tweed, e molto altro ancora, offre anche alcune spettacolari opportunità di caccia al fagiano intorno al castello - il più grande abitato della Scozia.
Solo 13 giorni di caccia l'anno
Byrecleugh e Rawburn offrono circa 13 giorni di caccia all'anno, 10 dei quali sono ceduti mentre il resto è tenuto per la famiglia. Il gruppo che si è riunito in questa occasione è stato organizzato da Mark Birkbeck, fondatore di The House of Bruar (nota casa di abbigliamento scozzese, ndr) a Blair Atholl nel Perthshire, in Scozia, soprannominato "Harrods delle Highlands". Insieme a Mark c'erano suo figlio Patrick, il fratello Robin oltre a vari amici e soci in affari, come l'editore del Fieldsports Journal Simon K. Barr. In totale otto cacciatori, con quasi la metà della squadra che indossava i colori dell'Irlanda del Nord.
Il sole ha illuminato i primi due drive (Brocks Cleugh e Byrecleugh Ridge) poi il meteo è tornato allo standard tipo-inizio-autunno dei Borders, con una crescente brezza da sud-ovest e uno scroscio di pioggia a bagnare i cacciatori nel terzo (Muckle Law). «Una mattinata fantastica. Ciò che mi ha colpito di più è stato che i drive hanno mantenuto un buon ritmo» ha osservato Simon, aggiungendo: «e come spesso non accade, in particolare quando ci sono numerosi cacciatori affiancati, tutti hanno sparato in maniera encomiabile. Alla fine è stato impressionante vedere un esercito di cani sulla collina per assicurarsi che tutto fosse recuperato».
Sotto l'occhio vigile del guardiacaccia (headkeeper) Drew Ainslie e della sua squadra di assistenti (underkeepers) Rory Butler, Scott Black e la moglie di Rory, Pam, una linea di 20 battitori, otto flanker, due sweeper e quattro raccoglitori è stata manovrata abilmente e silenziosamente nelle rispettive posizioni per ulteriori due drive dopo pranzo, Hunt Law e Namels Cleugh. «È incredibile organizzare cinque drive in un giorno, quelli che sono alle poste apprezzano davvero quanto impegno richieda da parte di tutti gli interessati», ha commentato un cacciatore, specie mentre il meteo imperversa, con gli intervenuti che cercano alternativamente impermeabili e occhiali da sole.
Cinque drive, tra sole e pioggia
Al suono finale del corno, l'erica è stata nuovamente bagnata dal sole del tardo pomeriggio. «Oggi abbiamo avuto una squadra molto rispettabile», ha riassunto Ed Brown, aggiungendo: «queste erano condizioni difficili, ed erano grouse impegnative, quindi sparare a tanti selvatici con un solo fucile non è stata un'impresa da poco su questo terreno». Così i partecipanti sono potuti partire per il secondo giorno della loro avventura nei Borders (grouse a Greenhill, anch'essa parte della tenuta) sicuri nella conoscenza e con la memoria di una giornata meravigliosa già al sicuro.
Dei capi prelevati, la maggior parte è stata affidata al commerciante di selvaggina Braehead Foods, mentre una discreta quantità è finita nella cucina del castello e nella caffetteria di Floors.
A parte l'eccellenza dell'attività venatoria in sé, è impossibile non notare l'immenso sforzo profuso per la conservazione degli aspetti ambientali della vita nella brughiera. In una conversazione con Ed Brown, indaghiamo un po' di più: «Controlliamo adeguatamente l'erica e le felci», afferma, aggiungendo: «e cerchiamo sempre di generare zone umide, habitat ideale per trampolieri e altre specie di uccelli, chiudendo fossati e costruendo piccoli stagni. Abbiamo piantato latifoglie autoctone nei fondivalle, alberi giovani nei canaloni e sostituito gran parte dell'abete Sitka (Picea sitchensis) con arbusti con l'obiettivo di proteggere l'habitat a tutti i costi, oltre a delineare i principali confini dei campi sul margine della collina. Realizziamo un censimento annuale di lepri e trampolieri: la scorsa primavera abbiamo trovato una nidiata di sette fagiani di monte a Rawburn». Grazie al successo di questi sforzi, deve essere gratificante per tutti gli interessati che il chiurlo, il piviere dorato e la pavoncella prosperino in buon numero, mentre gli avvistamenti in collina dell'aquila reale, del falco pellegrino, dell'astore e dello smeriglio sono all'ordine del giorno.
Questo approccio coscienzioso alla conservazione è coerente con lo standard di lavoro svolto altrove nella tenuta, dove l'obiettivo generale è aumentare l'habitat per la fauna selvatica migliorando la biodiversità. Nel 2019, Roxburghe Estates ha vinto il Silver Purdey Award per il suo progetto di recupero della starna, iniziato nel 2012, che copre oltre 6.000 acri della tenuta, una giusta ricompensa per la missione prioritaria della tenuta sulla conservazione. Ed aggiunge: «Proprio negli ultimi 12 mesi nelle fattorie della tenuta abbiamo piantato quattro ettari di colture a perdere per fornire l'habitat agli uccelli e alle api, mantenuto 15 ettari di margini intorno ai campi coltivabili per gli uccelli nidificanti, api e altri insetti, allestito otto chilometri di nuove siepi e ripiantato altri due chilometri di siepi danneggiate, oltre a ripristinare un vecchio laghetto, costruirne tre nuovi e creare quattro aree allagate. Oltre a questo, abbiamo recintato più di un chilometro di argine per impedire al bestiame di accedere al corso d'acqua; speriamo che non solo migliorerà la qualità dell'acqua ma ridurrà anche l'erosione degli argini».
Una storia di successo a tutto tondo, quindi, ed «è molto gratificante che tutti questi sforzi vengano notati dalla maggior parte delle squadre di cacciatori che visitano la tenuta». Chiedo come vengono selezionati i cacciatori e se ci sono motivazioni particolari condivise da chi frequenta l'azienda. «Non proprio... i nostri clienti provengono da tutto il mondo, anche se la maggior parte dei cacciatori di grouse tende a essere originaria del Regno Unito. C'è anche un discreto interesse da parte dei gruppi statunitensi per la caccia ai fagiani. In generale, la nostra attività è estremamente consolidata, ma di tanto in tanto abbiamo disponibilità e ciò non dovrebbe scoraggiare gli interessati a mettersi in contatto con noi».
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