di Matteo Brogi
Sabatti Rover Pathfinder, la bolt action per tutte le stagioni
L'ultima versione della bolt action Rover Pathfinder di Sabatti presenta tutte le caratteristiche necessarie a renderla un'arma flessibile e resistente a tutti i contesti venatori
La seconda generazione della gamma Rover di carabine bolt action presentate da Sabatti è estremamente variegata e si spinge verso una specializzazione estrema. Scelta coerente per un'azienda che dimostra una profonda sensibilità per le esigenze del cacciatore e riconosce che contesti ambientali e venatori differenti richiedono strumenti differenti. Ne è l'ennesima dimostrazione la carabina Rover Pathfinder, provata in questa occasione.
La Pathfinder richiama stilemi tipici dell'arma multi-purpose e all-weather, come direbbero gli americani cui sicuramente strizza l'occhio; quindi multifunzionale, adatta ai più differenti impieghi e in grado di resistere alle sollecitazioni climatiche avverse. In particolare, questo ultimo aspetto è enfatizzato dalla finitura Cerakote delle parti metalliche che garantisce massima resistenza all'ossidazione, anche nelle situazioni più estreme. Completa il pacchetto una calciatura in polimero camo, aggiornamento estetico rispetto alla versione iniziale della Pathfinder di seconda generazione che ne montava una monocromatica, marrone. Una variazione che rende quest'arma forse più gradevole alla vista, sicuramente più in linea con le richieste di chi cerca uno strumento da utilizzare in condizioni ostili.
La Rover di seconda generazione, una garanzia
Il cuore dell'arma fa riferimento alle caratteristiche delle Rover di seconda generazione, che ho già avuto l'opportunità di provare negli allestimenti All Around, Varmint Syn, Shooter e Carbon. Un modello che conosco bene, di cui ho avuto modo di apprezzare le soluzioni tecniche; rappresenta la via di accesso di Sabatti al segmento delle carabine bolt action in un pacchetto accessibile nel prezzo ma non privo di raffinatezze che ne esaltano la precisione.
La nuova Rover si basa su un'azione in lega d'alluminio Ergal 55 realizzata per asportazione di materiale dai moderni centri di lavorazione dell'azienda. Tra le caratteristiche distintive spicca la presenza di una slitta Picatinny integrale, che favorisce il corretto montaggio dell'ottica e conferisce al sistema ottica-carabina un elevato grado di rigidità, utile a garantire la precisione dell'accoppiamento.
L'assieme della canna è composto da due parti tra loro avvitate: l'anello di culatta, in acciaio, che ospita i tenoni dell'otturatore, e il tubo propriamente detto. L'azione è semplicemente un fodero che comprende gli elementi funzionali del sistema e al quale è avvitata la canna mediante tre viti M6 presenti nella parte anteriore della scatola di culatta, due a sinistra e una a destra; un perno di orientamento presente nella solita scatola di culatta favorisce il perfetto allineamento della canna. Il calcio è fissato all'azione mediante due viti di assemblaggio. Particolare degno di nota, il produttore indica sul libretto a corredo dell'arma e sul sito le corrette coppie di serraggio delle viti per la calciatura: in questo caso, con calcio sintetico, 8 Nm / 70,8 lb-in per la vite posteriore e 9 Nm / 79,7 lb-in per l'anteriore. Un'informazione che facilita un approccio scientifico e consapevole al corretto assetto dell'arma.
Tra innovazione e tradizione
La canna, alleggerita da scanalature longitudinali, presenta rigatura tradizionale ottenuta per rotomartellatura; la capacità produttiva di Sabatti e la qualità dei suoi tubi ne fanno un fornitore anche per marchi concorrenti. Nel caso specifico è stata scelta una canna da 510 mm per tutti i calibri a catalogo (6,5 Creedmoor, .308 Winchester, .30-06 Springfield e .300 Winchester Magnum) con un diametro semi-pesante da 18 millimetri; un dettaglio che influisce positivamente sulla precisione senza incidere in maniera sostanziale sulla massa, che infatti si attesta sui 3 chilogrammi. La volata è arricchita dall'ormai indispensabile filettatura, in questo caso con passo 5/8"-24.
Nell'azione è contenuto il pacchetto di scatto che, nella Rover Pathfinder, è il classico due leve a destinazione venatoria. Semplice nella fattura, è però molto pulito nell'azionamento e tarato su un valore dichiarato di 1.200 grammi che si sono rivelati 1.269 grammi nel corso della prova strumentale. Un valore in linea con le esigenze del cacciatore di selezione. Chi lo desidera può però optare tanto per lo scatto con stecher alla francese quanto per quello sportivo a tre leve, entrambi disponibili sul canale e-commerce gestito da MRR Bullets, uno spin off dell'azienda cui si deve la produzione delle omonime palle monolitiche in rame. Il meccanismo è servito da una sicura a due posizioni in grado di bloccare anche l'otturatore.
Già, l'otturatore. Concettualmente è un pezzo monolitico (la testina non è sostituibile) ma smontabile per effettuare le eventuali operazioni di manutenzione del percussore. Presenta tre ampi tenoni che assicurano una chiusura efficace. Il pezzo, in questa configurazione, è liscio e cromato, a vantaggio della scorrevolezza. Tutte le operazioni di ripetizione si svolgono con la rotazione di 60° del manettino. Il pomello è sostituibile.
L'alimentazione è assicurata da un caricatore polimerico monofilare, estraibile e intercambiabile, che sporge minimamente dal profilo dell'arma nella sua configurazione standard da tre colpi; è disponibile la versione da sei colpi, anche in questo caso acquistabile dall'e-commerce Sabatti.
Ergonomia migliorata
La calciatura della nuova Patfinder presenta un'ergonomia migliorata e una gradevole livrea Camo, combinando solidità e leggerezza. Il cacciatore può intervenire sulla configurazione del componente sostituendo il poggia guancia; un apposito kit di regolazione include due naselli maggiorati e due spessori aggiuntivi (uno è incluso nella confezione di vendita) per la variazione della lunghezza del calcio. Sono disponibili i porta magliette per la cinghia e, sulla parte anteriore dell'astina, è incassata una placca multifunzione M-Lok d'acciaio per l'applicazione di ulteriori accessori quali un bipiede o per l'utilizzo di differenti standard di montaggio.
Ho realizzato il test della Sabatti Rover Pathfinder in poligono a 100 metri, con la prospettiva di portarla a caccia nella prossima stagione venatoria. Il calibro prescelto è il .308 Winchester, che si presta a tutti gli impieghi venatori che mi si prospetteranno in virtù del più ampio assortimento di caricamenti disponibile sul mercato. Il mio tradizionale banco di prova composto da quattro caricamenti, atossici e convenzionali, commerciali e di ricarica, ha dimostrato una predilezione di quest'arma nei confronti delle palle monolitiche da 152 grani prodotte da MRR e caricate dal mio prezioso amico Maurizio Pasqualetti in un assetto molto composto e ben gestibile. Ottima la rosata, inferiore al mezzo Moa. Il rinculo è risultato moderato con tutti gli assetti in prova, ben mitigato dall'azione del calciolo e da quell'elemento di flessibilità insito nella calciatura in polimero.
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