di Matteo Brogi
Sabatti Express 195: l'interpretazione italiana del basculante rigato
Elegante, compatta ed efficace: la carabina Express 195 a canne sovrapposte proposta da Sabatti rappresenta una delle (poche) interpretazioni moderne di un sistema che riscuote ancora grande favore in Italia e all'estero
Tra le armi che non fatico a definire iconiche compare sicuramente la carabina express. Che sia a canne giustapposte, più legata al mito delle cacce africane, o sovrapposte, un richiamo potente alla tradizione venatoria europea, il basculante a canna rigata conserva un seguito di appassionati. Forse limitato di numero ma non per la passione che li spinge a scegliere un'arma fuori dagli schemi.
La categoria express è stata affidata da tanta letteratura venatoria alla celebrazione delle più pregiate specie africane, cacce nelle quali le distanze d'ingaggio sono necessariamente brevi e i calibri impiegati consoni a selvatici coriacei. È proprio in Africa che si afferma il fascino di quest'arma che permette di doppiare rapidamente il colpo grazie a due meccanismi di scatto indipendenti e l'impiego di calibri prestanti; a questa seconda caratteristica si fa risalire l'etimologia del nome che li identifica, un riferimento agli express train che nell'Ottocento rappresentavano il meglio dell'offerta ferroviaria passeggeri per coprire lunghe distanze: un inno alla potenza e a orizzonti senza limiti. Successivamente si sono diffusi in altre nazioni trovando applicazione in contesti come, tra gli altri, Italia, Francia e Spagna.
La carabina express in Italia
In Italia, la carabina basculante si è diffusa inizialmente tra i canai esigenti, quelli che per servire i segugi nel folto hanno abbandonato la classica doppietta a canna liscia della tradizione, magari a cani esterni, e per i quali è indispensabile contare su un'arma agile e di facile brandeggio; successivamente tra i postaioli che, complice anche il progressivo abbandono dei boschi, sempre più spesso si trovano ad attendere il cinghiale in appostamenti dal campo di tiro che definire limitato è un eufemismo. Dove i tiri sono di stoccata, la necessità di doppiare il colpo è alta ma l'eventualità di spararne più di due è rara. Poi ci sono cacciatori che desiderano darsi un limite - rifiutando la carabina semiauto - o vivere il sapore della caccia vecchia maniera.
Riguardo alla produzione moderna di express, Sabatti ha a catalogo tanto la versione a canne giustapposte che sovrapposte. La prima è presidiata da due allestimenti del modello Express Safari Big Five, con cartelle corte e lunghe (EDL) e camerature classiche per il continente africano (.375 Flanged, .416 Rigby, .450, .450, .470 e .500 Nitro Express), e dall'Express Classic 92 (7x65R, .30R Blaser, 8x57 JRS, 9,3x74R e .45-70 Government). La variante a canne sovrapposte è articolata in due allestimenti: Express 190 ed Express 195. In questa occasione ho provato un Express 195 in calibro 8x57 JRS; sono disponibili anche le camerature in 7x65R, .30R Blaser, .30-06 Springfield, .308 Winchester, 9,3x74R e .45-70 Governament.
Gli express di Sabatti: una tradizione consolidata
In casa Sabatti, la tradizione delle carabine rigate a canne basculanti è piuttosto antica e risale ai tempi del nonno di Emanuele, attuale amministratore dell'azienda. L'evoluzione che questa tipologia d'arma ha seguito nel tempo è quella tipica impressa da un marchio che ha saputo stare al passo con i progressi industriali, sia sotto l'aspetto tecnico sia sotto quello della tecnologia dei materiali. La sua evoluzione è rappresentata da un'arma in linea con gli stilemi tipici dell'allestimento e contenuti tecnici che ne fanno un'arma moderna, affidabile e sicura.
Il modello 195 oggetto di questa prova presenta una bascula boxlock Anson & Deeley modificata, lavorata da un massello in acciaio forgiato. La chiusura è quella convenzionale a tassello basso che interagisce con i due ramponi passanti presenti sul manicotto. La faccia inferiore dei ramponi sbuca dal petto di bascula; una soluzione non innovativa ma di sicura affidabilità che aumenta la superficie di tenuta e rende possibile l'impiego con calibri che erogano pressioni elevate. Gli estrattori sono manuali. Sulla coda di bascula trova spazio il cursore della sicura, in grado di bloccare il meccanismo di scatto.
L'arma dispone di bigrillo ma viene fornita di monogrillo con un modesto sovrapprezzo (93 euro, prezzo 2024); di fabbrica la pressione di sgancio dichiarata si colloca tra i 1.800 e i 2.000 grammi. I fianchi e il petto di bascula sono decorati con una semplice incisione floreale ottenuta con il laser.
La calciatura fornita con il modello 195 è di tipo classico, in noce lucidato a olio, e presenta un'astina a becco d'anatra che ne impreziosisce il profilo; nella sua parte inferiore è disposta la leva per lo sgancio e lo smontaggio dell'arma. Gli zigrini sono realizzati a mano.
Il tema della giustezza e della convergenza
La maggior complessità nella produzione di una carabina express è legata alle sue canne. Nel caso delle carabine Sabatti sono realizzate secondo il processo della rotomartellatura a freddo; spuntano una lunghezza di 600 mm e sono legate da una bindella centrale in acciaio; nella sua parte iniziale sono ricavati i fori filettati necessari per l'applicazione della maglietta porta-cinghia.
La bindella superiore, in acciaio con zigrino antiriflesso, porta la tacca regolabile, applicata a code di rondine, il mirino e la predisposizione (quattro fori filettati) cui applicare una classica slitta a coda di rondine europea da 11 mm per il montaggio di un'ottica da puntamento. L'applicazione di un accessorio pesante - quale potrebbe essere un cannocchiale - va a interferire inevitabilmente con il regime vibratorio delle canne e, potenzialmente, con la precisione dell'arma; eventualità remota nel caso si proceda al montaggio di un semplice punto rosso. Le mire metalliche portano inserti in fibra ottica rossa/verde per agevolare l'acquisizione del bersaglio in condizioni di scarsa illuminazione.
Tema critico nelle armi a più canne è la convergenza dei tubi, che devono fornire una sostanziale coincidenza del punto d'impatto alla distanza di taratura (che, per armi destinate alla caccia in battuta, si identifica in 50 metri). Sono quindi due i parametri da tenere in considerazione in fase produttiva: la convergenza e la giustezza delle canne, che impongono una particolare cura nella realizzazione e nel montaggio di questi componenti e non di rado richiedono un aggiustaggio manuale. Per questo motivo, si consiglia l'utilizzo delle munizioni impiegate per il test di fabbrica e indicate nel bersaglio di prova fornito a corredo dell'arma, a mo' di certificazione della sua precisione. Qualora si abbia la necessità di utilizzare caricamenti differenti, si potrà rilevare una variazione del punto d'impatto (specie se la massa del proiettile è differente) tale da richiedere l'intervento di un armaiolo capace. Le canne sono sostituibili con un set in .410, su ordinazione. La rigatura è convenzionale (non MRR).
Sabatti Express 195: il test in poligono
Nel corso del test effettuato a 50 metri nel tunnel Sabatti ho avuto la possibilità di apprezzare il lavoro realizzato in azienda per fornire un'arma in grado di assolvere al meglio la sua funzione out of the box. La rosata a corredo è stata ottenuta con la seconda coppia di colpi sparati; la dispersione è leggermente superiore a quanto dichiarato dal produttore (25 mm) ma non si deve dimenticare che si tratta di tiro con mire metalliche. Il test con un secondo caricamento ha prodotto una dispersione più ampia ma con un centro di rosata sostanzialmente sovrapponibile a quello ottenuto con le cartucce Brenneke TIG utilizzate in fase di verifica del punto d'impatto e della convergenza. Molto buono lo scatto.
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