Tagliata di selvaggina di stagione, zucca, scorzanera e porcini. Il ristorante Brado celebra il trionfo della carne di selvaggina
Tagliata di selvaggina di stagione, zucca, scorzanera e porcini. Il ristorante Brado celebra il trionfo della carne di selvaggina - © Alberto Blasetti / Brado
Pubblicato il in Caccia responsabile
di Matteo Brogi

Ristorante Brado: l'esaltazione della carne selvatica

L'aggettivo - brado - evoca un forte legame con la vita all'aria aperta e ci fa riconnettere con le nostre passioni più intense. Ma Brado, il ristorante, va oltre. Vi si possono assaggiare piatti che esaltano la materia prima, la selvaggina, cucinata in maniera moderna e presentata con una cura da locale stellato, in un clima di convivialità informale

Christian segue la cucina, i fornitori, il lavoro dello chef, il menu, la selezione delle birre artigianali, la carta dei vini e quella dei distillati. Mirko ha curato i lavori del locale e sovrintende agli arredi. Manuel segue la comunicazione. Sono i fratelli Catania che qualche anno fa - pochi, per la verità - hanno dato vita a una delle più interessanti novità del panorama romano della ristorazione di qualità: Brado.

Da sinistra: Christian, Manuel e Mirko Catania. Sono loro che hanno individuato un moderno approccio alla ristorazione a base di carne di selvaggina e l'hanno declinato in Brado
Da sinistra: Christian, Manuel e Mirko Catania. Sono loro che hanno individuato un moderno approccio alla ristorazione a base di carne di selvaggina e l'hanno declinato in Brado - © Alberto Blasetti / Brado

Brado non è il classico ristorante ruffiano che segue l'interesse che le carni di selvaggina iniziano a riscuotere nella gastronomia che conta. Semmai, lo anticipa. Ne fa una filosofia, già dal nome, quell'aggettivo - brado, per l'appunto - che indica una scelta di campo, uno stile di vita che lega Christian, Mirko e Manuel alla terra, alle origini, alle loro passioni, tra cui la caccia e la vita rurale. E consacra il locale al rispetto della natura e dei selvatici, del ciclo naturale delle stagioni, della convivialità.

La caccia al Tuscolano

Il locale dei fratelli Catania offre un'immersione in una realtà che sembra dissonante dai ritmi frenetici di una metropoli che ha la ventura di essere capitale d'Italia. Ne parlo con Christian che mi racconta che Roma ha accolto Brado «Con entusiasmo, desiderio di scoperta da parte dei tanti annoiati dalle solite proposte». «Siamo riusciti a toccare le corde giuste - prosegue Christian - proponendo una convivialità informale con una cucina di livello» che forse mancava in questa declinazione, aggiungo io. Da Brado si può mangiare in maniera convenzionale seduti al tavolo (una quarantina i posti all'interno cui si aggiungono i cinquanta dell'esterno) oppure come in un pub seduti al bancone, davanti alla cucina a vista, facendosi trasportare dal clima di convivialità.

Brado, il nome del ristorante, richiama un forte legame con la natura e la vita all'aria aperta. I cinque alberelli che contraddistinguono il logo simboleggiano il bosco di conifera ed evocano le foreste casentinesi dove Christian, Mirko e Manuel vivevano da bambini l'estate
Brado, il nome del ristorante, richiama un forte legame con la natura e la vita all'aria aperta. I cinque alberelli che contraddistinguono il logo simboleggiano il bosco di conifera ed evocano le foreste casentinesi dove Christian, Mirko e Manuel vivevano da bambini l'estate - © Brado

Tre cacciatori con la passione per la gastronomia che scommettono sull'atmosfera da pub per proporre buon cibo accanto al buon bere meriterebbero solo per questo una medaglia. Il successo del loro locale non era per niente scontato in una società che tende ad allontanare i suoi figli dal bosco. Invece... invece, proprio chi si sente più lontano dalla natura è il cliente ideale di Brado. La maggior parte di chi lo frequenta non ha una conoscenza specifica dell'attività venatoria (Christian azzarda un numero, l'80%) ma a Brado trova quello che noi cacciatori troviamo «nel bosco, un senso di appartenenza, la memoria che è da lì che veniamo. Quando raccontiamo le nostre esperienze di caccia, da dove proviene il selvatico che il cliente ha nel piatto, veniamo ascoltati con molto interesse. Perché la natura appartiene a tutti. E la maggior parte delle persone ignora che si possa cacciare correttamente un capriolo a solo un'ora da Roma».

Interno del ristorante: un ambiente informale, familiare,
Interno del ristorante: un ambiente informale, familiare, "all'insegna del buon bere, del buon mangiare e della convivialità, la stessa che caratterizza la caccia, come dopo una battuta al cinghiale. Si beve, si mangia, si sta insieme tra amici, tra racconti e risate" - © Brado

Ristorante brado, il menu

La proposta di Brado è composta da selvaggina (ma non solo) cucinata alla brace, non mancano tartare, burger, taglieri, preparazioni più raffinate con carni prelevate esclusivamente in selezione sull'Appennino tosco-emiliano. Se queste sono principalmente fornite dalla macelleria Zivieri di Bologna, il maiale proviene da Narni (Umbria), patate e i legumi dalle coltivazioni dei Piani palentini (Abruzzo), l'olio è di Trevi (Umbria), le carni di pecora provengono da Campotosto (Abruzzo). Insomma, alle spalle del progetto c'è la ferma intenzione di valorizzare il territorio italiano e le attività rurali come l'allevamento e l'agricoltura sostenibili. Christian, Mirko e Manuel sono i tutori della filosofia che anima Brado.

Terrina di cinghiale croccante, pistacchi di Bronte, mele ed agrumi
Terrina di cinghiale croccante, pistacchi di Bronte, mele ed agrumi - © Alberto Blasetti / Brado

Quale tipo di cucina si può gustare da Brado? A questa domanda Manuel mi ha risposto che «c'è la volontà di far capire che le carni di selvaggina frollate correttamente e prelevate in maniera adeguata, quindi provenienti da abbattimenti selettivi, non sfigurano affatto dal macellaio accanto ai tagli più conosciuti". In cucina si rinuncia alle marinature e si prediligono le cotture brevi.

Pastrami di daino, porcini e mandorle
Pastrami di daino, porcini e mandorle - © Alberto Blasetti / Brado

«Vogliamo uscire dallo stereotipo diffuso sulla carne di selvaggina e ci interessa fare qualcosa che possa appagare i gusti moderni, rimanendo legati alla tradizione ma con uno sguardo all'innovazione e alla cura della presentazione. Non cerchiamo sapori complessi ma di esaltare le materie prime nel piatto, dalla carne alle verdure. Non "intrugliamo", insomma, vogliamo che i sapori siano distinguibili e si percepiscano la qualità delle carni che proponiamo».

Il selvatico (e la caccia) al centro

Doppia pappardella ripiena di cinghiale, fonduta di pecorino e porcini
Doppia pappardella ripiena di cinghiale, fonduta di pecorino e porcini - © Alberto Blasetti / Brado

Brado è un progetto che mette al centro la carne di selvaggina (ma potrei scrivere caccia e il ragionamento filerebbe lo stesso), la convivialità, la qualità, il rispetto per le materie prime. Un locale che offre ristorazione da mezzogiorno all'una di notte, pranzi, cene, dopo cene, aperitivi. Una cucina raffinata ma informale, in un locale in cui si può allentare il nodo della cravatta per sentirsi a proprio agio, come a casa. A casa di Christian, Mirko e Manuel Catania, osti gentili e ospitali.

Brado accomoda 40 persone ai tavoli interni, sei commensali al banco e una cinquantina di ospiti negli spazi esterni
Brado accomoda 40 persone ai tavoli interni, sei commensali al banco e una cinquantina di ospiti negli spazi esterni - © Brado

Se sei interessato alla caccia sostenibile e alla conservazione dell'ambiente e della fauna selvatica, segui la pagina Facebook e l'account Instagram di Hunting Log, la rivista del cacciatore responsabile.


Altri articoli dalla sezione Caccia responsabile

Novembre: la coda del passo autunnale
Pubblicato il in Caccia responsabile
di Diana & Wilde
Novembre: la coda del passo autunnale

A novembre il migratoria vive la coda del passo autunnale e le più ampie possibilità di incontro grazie alle varie forme di caccia praticabili >>

Sant’Uberto e il dilemma della caccia per i cristiani
Pubblicato il in Caccia responsabile
di Redazione
Sant’Uberto e il dilemma della caccia per i cristiani

La festa di Sant’Uberto, patrono dei cacciatori, stimola una riflessione più ampia sul tema della caccia per i cristiani >>

Piombo: associazionismo venatorio combatte battaglia di retroguardia
Pubblicato il in Caccia responsabile
di Matteo Brogi
Piombo: associazionismo venatorio combatte battaglia di retroguardia

In occasione di un’audizione davanti al Consiglio regionale, Federcaccia Lombardia sminuisce il problema del piombo nelle munizioni da caccia >>

I segreti della caccia alla piccola migratoria
Pubblicato il in Caccia responsabile
di Diana & Wilde
I segreti della caccia alla piccola migratoria

Il successo della caccia alla piccola migratoria è spesso determinato da situazioni temporali e meteorologiche che vanno sapute interpretare >>