di Matteo Brogi
Remington 700 SPS SS: si riparte dal .243 Winchester
Le radici della carabina bolt action modello 700 di Remington affondano nel secondo dopo guerra, quando l'azienda di Ilion si trovò nelle condizioni di sviluppare una carabina moderna, adatta alla produzione di massa. Fu così che nel 1948 nacquero i modelli 721 e 722. Successive modifiche portarono allo sviluppo del modello 700, ininterrottamente a catalogo dal 1962
Sessanta anni di successi che sono andati a costituire un filone inesauribile, fatto di sette milioni di armi prodotte, centinaia di varianti, decine e decine di calibri camerati. Dal momento della sua comparsa, la carabina 700 è diventata uno standard di riferimento; affidabile, solida, precisa, facile da industrializzare, è stata presa a modello da moltissimi produttori concorrenti che hanno contribuito a perpetuarne il successo. L'intuitività delle soluzioni adottate ne ha decretato il successo commerciale portando allo sviluppo di un mercato di accessori after market di cui si sono avvantaggiate tanto le versioni di casa Remington quanto le altre interpretazioni. Non a caso, fatte le dovute e numerose eccezioni, oggi il mercato delle bolt action si divide tra le derivate Mauser e le tributarie del disegno Remington 700.
Sintetica, per impieghi speciali
In questa occasione ho provato l'allestimento SPS Stainless (Special purpose synthetic), carabina tuttofare che non teme i maltrattamenti grazie alla calciatura in polimero e una meccanica realizzata in acciaio inossidabile Aisi 416. Nel nuovo corso del produttore il modello 700 è attualmente rappresentato da quattro varianti SPS (SPS Standard, SPS Stainless, SPS Tactical e SPS Tactical AAC-SD) cui si aggiungono due CDL (Classic de luxe, Standard e SF) e una BDL (Better DeLuxe) con calciatura in legno. È abbastanza evidente la riduzione di allestimenti rispetto alla precedente produzione.
L'azione è realizzata dal pieno in acciaio e monta un otturatore a due alette simmetriche. Tanto l'estrattore quanto l'espulsore sono posizionati all'interno della faccia dell'otturatore; questa precisazione mi permette di indicare una delle caratteristiche salienti dell'azione 700: la presenza di un triplice anello d'acciaio che va a sigillare la culatta. Il primo anello è costituito appunto dalla faccia dell'otturatore, che sormonta il fondello della cartuccia camerata; il secondo è costituito dalla culatta, che va a circondare la testa dell'otturatore stesso; terzo anello è quello costituito dal sistema di montaggio della canna, avvitata profondamente all'azione. Un sistema di chiusura che costituisce un baluardo resistentissimo a tutte le sollecitazioni cui potrebbe essere sottoposta quest'area dell'arma in caso di un evento imprevisto.
L'azione è realizzata in tre lunghezze: short (cartucce fino a 71,1 mm, include la famiglia .308 Winchester), standard (fino 84,8 mm, per esempio i calibri .30-06 Springfield e .300 Winchester Magnum) e long (i grossi calibri, come i .300 Remington Ultra Magnum e .375 Holland & Holland). L'arma in esame dispone unicamente delle camerature short e standard in un intervallo di calibri che parte dal .223 R per includere il .243 W utilizzato per questo test, il .270 W, i due 7 mm di Remington (7mm-08 e 7mm RM), e i tre classici in .30" (.308 W, .30-06 S e .300 WM).
Per quanto riguarda la sicura, anche la 700 SPS ne monta una a due posizioni che va a bloccare sia il grilletto sia il percussore ma non l'otturatore, che può quindi essere manovrato in sicurezza. È collocata a destra.
All'insegna della pulizia
A livello funzionale, è presente lo scatto X-Mark Pro che in anni recenti ha sostituito quello regolabile impiegato fino al 2007; oggi, in versione Adjustable, è lo standard di tutta la gamma. L'intervallo di regolazione è tra le 3 e le 5 libbre (1.360-2.270 grammi). Un dettaglio interessante riguarda la configurazione dei suoi cinematismi che consentono tempi di reazione brevissimi tra lo sgancio del disconnettore e la percussione dell'innesco; si parla di 2,6 millisecondi nell'arma con azione breve e 3 millisecondi in quella magnum; tutti i componenti sono trattati per garantire la pulizia dello scatto e ridurne l'usura.
Davanti al grilletto è posto il pulsante per l'estrazione dell'otturatore e, all'esterno della guardia, è collocato il comando per lo sgancio della base del serbatoio; non è infatti presente un caricatore prismatico ma un serbatoio che viene alimentato dall'alto. L'autonomia è di quattro colpi in tutti i calibri a eccezione del .223 R (5 colpi) e dei magnum (3 colpi).
Sulla parte superiore dell'azione è presente la predisposizione per il montaggio della slitta dedicata al montaggio degli anelli. A cavallo della finestra d'espulsione sono presenti tre fori filettati, che nel nostro caso abbiamo utilizzato per l'applicazione delle basi QR di Leupold, altro marchio rappresentato da Paganini.
La canna è priva di organi di mira e presenta un andamento tronco-conico che produce una volata di 16 millimetri. Il termine della rigatura è correttamente incassato così da preservarlo dagli urti. Il tubo è lungo 610 mm fuorché nei calibri magnum, dove raggiunge i 660 mm. Per i passi di rigatura l'azienda ha optato per quelli classici per ogni singolo calibro. Nell'arma in .243 Winchester in prova si tratta di un passo di nove pollici e un ottavo (230 millimetri).
La calciatura è di tipo apparentemente economico ma impreziosita da inserzioni a contrasto di colore in materiale polimerico morbido e grippante e da un poggiaguancia. Il calciolo SuperCell completa un allestimento che si presenta comunque bene e non ha niente da invidiare ad armi apparentemente più raffinate. La lop è pari a 340 mm.
Pronti, via... ed ecco la rosata
Dopo aver montato l'ottica fornitami dall'importatore, una semplice Leupold VH3HD 3,5-10x40 CDS ZL con tubo da un pollice e reticolo Duplex, ho portato l'arma in poligono per la prova a fuoco che si è rivelata una di quelle fortunate situazioni in cui l'azzeramento ha richiesto due colpi (letteralmente due colpi) e l'arma out-the-box, come dicono gli americani, ha fornito prestazioni eccellenti dal primo colpo. La rosata pubblicata (ottenuta con munizioni Sako HammerHead da 90 grani) l'ho realizzata già con la prima serie di tiro: 11 millimetri sono un risultato molto apprezzabile per un'arma a destinazione venatoria. La seconda serie (Remington Core-Lokt, 100 grani) ha prodotto un raggruppamento di 19 mm mentre la quarta (Winchester Varmint X da 58 grani) di 16 millimetri, dimostrando che questa 700 SPS è in grado di sparare benissimo con palle di differente massa.
I 24 mm della terza serie, ottenuti con munizionamento Barnes Ttsx (80 grani) ha evidenziato che il munizionamento monolitico non è il suo preferito; per esprimere un giudizio definitivo sarebbe comunque necessario estendere la prova e il campione di munizioni. Sparando cinque colpi in successione rapida, la migrazione dal centro di rosata causato dal surriscaldamento della canna è evidente dal quarto colpo, ma sempre all'interno di un margine di accettabilità.
Lo scatto - lasciato sull'impostazione intermedia di fabbrica - mi ha soddisfatto: è prevedibile, netto, pulito e costante. Il colpo inferto dal rinculo è contenuto sia in virtù del calibro utilizzato sia dall'efficacia del calciolo.
Insomma, anche se le tasse italiane e i costi legati all'importazione ne fanno salire il prezzo rispetto a quello particolarmente contenuto del listino americano, la Remington 700 SPS è una carabina che fornisce eccellenti prestazioni senza richiedere sacrifici al suo acquirente.
Note
1 Valore medio ricavato da 5 rilevazioni effettuate con Lyman Electronic Trigger Pull Gauge.
2 La velocità media è stata ricavata da 5 letture effettuate con cronografo MagnetoSpeed V3 ballistic cronograph.
3 La deviazione standard è un indice di dispersione, cioè una misura indicativa di quanto i valori individuali possano differire dalla media.
4 La rosata è calcolata misurando i centri dei due colpi più lontani sparando a 100 metri in appoggio anteriore.
Nota: il test è stato effettuato il 2 aprile 2022 presso il Tsn di Lastra a Signa (Fi) alla distanza di 100 metri. Si ringrazia l'armeria L'Armaiolo per la collaborazione.
Se sei interessato alla caccia sostenibile e alla conservazione dell'ambiente e della fauna selvatica, segui la pagina Facebook e l'account Instagram di Hunting Log, la rivista del cacciatore responsabile.