di Matteo Brogi
Remington 700 AWR: spartana ma raffinata - IL TEST
Precisione e robustezza. Queste due caratteristiche fanno della Remington 700 AWR una carabina da utilizzare in tutti i contesti venatori, anche quelli più rudi
Commercializzato nel 1962 e da allora sempre presente nel catalogo del produttore statunitense, il modello 700 è un'icona del ventesimo secolo. Insieme al modello 98 di Mauser - nei 60 anni precedenti leader indiscusso del mercato - costituisce uno standard cui si sono uniformate le produzioni di molte altre aziende. Purtroppo, però, anche le icone talvolta cadono nella polvere e nel caso di Remington questa caduta è imputabile a un declino di vendite e di reputazione che si è concretizzato nei concordati preventivi del 2017 e del 2020; non le giovò, in quegli anni così recenti, una serie di cause intentate per un malfunzionamento del pacchetto di scatto X-Mark Pro (in armi montate tra il 1 maggio 2006 e il 9 aprile 2014) e l'intensa campagna stampa e giudiziaria - ovviamente avversa - conseguente all'impiego di una carabina Bushmaster nel mass shooting di Sandy Hook, a dicembre 2012. Questi due eventi montarono la tempesta perfetta che portò l'azienda ad accumulare un debito di 950 milioni di dollari.
Tra piani di salvataggio difficoltosi e vicende finanziari sfavorevoli, a settembre 2020 il business legato alle armi fu acquistato da RemArms mentre quello legato alle munizioni e il marchio dal potente gruppo Vista outdoor. Questa situazione ha portato a una contrazione dell'offerta di armi che, secondo il distributore italiano Paganini, sarà normalizzata entro l'estate 2023. Al momento è garantita la fornitura dei modelli ancora disponibili a magazzino. Tra questi, un congruo numero di 700 in allestimento AWR.
Remington 700, un successo che dura da oltre 60 anni
A testimoniare la storia di un successo con pochi eguali, dall'anno della sua produzione la carabina modello 700 è stata venduta in oltre 5 milioni di esemplari, in un totale di 56 camerature e almeno 322 configurazioni. L'allestimento AWR - l'acronimo sta per American wilderness rifle - è pensato per l'impiego più rude sul campo ma, al contempo, presenta alcune scelte di particolare raffinatezza che ne fanno uno strumento ricercato e ne definiscono un prezzo superiore a quanto ci si aspetterebbe da un'arma con calciatura polimerica. In particolare, segnalo la finitura in Cerakote - il trattamento ceramico che garantisce una delle finiture superficiali più resistenti - e la rigatura 5R, che il produttore dedica ai suoi modelli più performanti.
L'azione è realizzata dal pieno in acciaio e monta il classico otturatore a due alette del progetto 700 con estrattore ed espulsore posizionati all'interno della sua faccia; questa architettura permette la creazione di quel triplice anello d'acciaio che caratterizza la serie 700 garantendo livelli di sicurezza elevatissimi. Il primo anello è rappresentato dalla faccia dell'otturatore, che sormonta il fondello della cartuccia camerata; il secondo è costituito dalla conformazione della culatta, che va a circondare la testa dell'otturatore stesso; il terzo anello è rappresentato dal sistema di montaggio della canna, avvitata profondamente all'azione. Nel caso della rottura di un innesco o nella malaugurata ipotesi di una carica che superi in maniera sostanziale le pressioni di esercizio, questa struttura è una garanzia per l'utilizzatore.
A livello di design, l'azione risulta particolarmente lineare - con il pulsante di sgancio del fondello del serbatoio e di quello demandato allo svincolo dell'otturatore alloggiati all'interno della guardia del grilletto. A destra è posizionato il comando della sicura, un cursore a due posizioni che va a bloccare il meccanismo di scatto. In posizione di sicurezza è possibile aprire l'otturatore, così da scaricare l'arma. Il serbatoio cui ho accennato, di tipo fisso, contiene 4 colpi in tutti i calibri. Lo scatto è registrabile per quanto riguarda la pressione di sgancio in un ampio intervallo agendo su un apposito registro collocato nella parte superiore dell'appendice di scatto.
I pregi dei 5 principi
La parte superiore dell'azione presenta la predisposizione per l'applicazione di spezzoni di slitta Weaver-Picatinny per il montaggio degli anelli. Sono presenti due viti per lato, a cavallo della finestra d'espulsione, che nel nostro caso abbiamo utilizzato per il serraggio di basi forniteci dall'importatore insieme all'ottica Leupold VX-5 HD 1-5x24 di cui ho già scritto. Un'ottica da battuta che, al massino ingrandimento, è utilizzabile per tiri diurni compatibili con la caccia di selezione a distanze intermedie (fino ai 150 metri, per intendersi).
La canna flottante della AWR in calibro .30-06 Springfield in prova misura 610 mm; è priva di organi di mira e presenta un andamento tronco-conico che produce una volata di 11 millimetri nei tre calibri attualmente disponibili; al .30-06 S si affianca il .300 WM e il .270 W. Una terna che mette d'accordo molti ed è certamente destinata a essere integrata quando la AWR tornerà in regolare produzione. Prima delle vicende che hanno ridisegnato l'azienda americana, era a catalogo anche in 7mm RM e, negli Stati uniti, erano stati annunciati calibri compresi tra il .243 Winchester e il robusto .338 RUM.
Il termine della rigatura è correttamente incassato, così da preservarlo dagli urti, ma quello che della AWR colpisce di più è la rigatura 5R brevettata fino a non molto tempo fa adottata esclusivamente dalle armi militari e dalle carabine per il tiro sportivo a lunga distanza del produttore. Sue caratteristiche sono il ridotto numero dei principi (5 anziché 6) e la geometria dei pieni, che presentano un angolo di 110° rispetto ai vuoti contro i 90° tradizionali. Questo produce una minor deformazione del proiettile quando impegna i principi con benefici sia in termini di precisione sia di ramatura della canna.
Venendo alla calciatura, segnalo che è una Grayboe, di color marrone, con un calciolo piuttosto morbido posto all'estremità della pala. È realizzata in polimero rinforzato in fibra di vetro in autoclave così da esaltarne la rigidità. Il materiale sintetico permette di risparmiare qualche grammo in un'arma che, comunque, non fa della leggerezza il suo obiettivo. La costruzione tutta in acciaio produce infatti un peso che punta verso i 4 chilogrammi.
Remington 700 AWR: il test
La prova in poligono mi ha permesso di mettere alla frusta un'arma che già conoscevo per averla recensita alla sua comparsa sul mercato italiano (Cacciare a Palla, luglio 2017). La 700 AWR da un punto di vista estetico e funzionale risponde perfettamente alle aspettative in premessa e che sono suggerite dall'acronimo che la identifica. Priva di qualsiasi fronzolo, fa affidamento su uno dei sistemi più collaudati e sicuri oggi sul mercato. La calciatura è molto rigida ma, in abbinamento a un calciolo efficace, smorza adeguatamente il colpo d'ariete inferto dal calibro camerato. Il .30-06 S non è rabbioso come un magnum ma non è privo di personalità.
I calibri maggiori si avvantaggerebbero probabilmente della presenza di un freno di bocca, che però non è utilizzabile mancando la filettatura in volata. Il trattamento in Cerakote è una garanzia cui mi affido a occhi chiusi perché nella mia esperienza ancora non conosco un'arma dotata di tale trattamento che abbia presentato limiti a seguito di usura o di utilizzo in condizioni climatiche avverse. La fluidità dell'otturatore è mantenuta.
Sul banco di tiro, questa AWR ha ottenuto ottimi risultati con una palla convenzionale AccuBond da 180 grani di Norma così come con la palla Hog Hammer di Remington; in questo caso si tratta di una cartuccia con palla monolitica Tsx in rame da 168 grani prodotta da Barnes. Non ha gradito invece la Ttsx della stessa Barnes e neppure la PowerHead Blade di Sako dimostrando, comunque, che con un minimo di investimento è possibile individuare opzioni valide dal punto di vista della precisione con ogni tipo di munizionamento. Tra i due caricamenti ho rilevato una differenza di punto d'impatto di circa 80 millimetri. Attenzione, quindi: non possono essere considerati alternativi in fase di azzeramento dell'ottica.
La miglior rosata, per inciso, l'ho ottenuta con arma nuova, appena estratta dalla confezione, dopo un preliminare azzeramento di massima di due colpi. Caratteristica interessante, la canna della 700 AWR non riscalda molto neppure sparando più colpi in sequenza; probabilmente un merito della rigatura 5R che riduce l'attrito tra i suoi principi e la palla.
Il meglio della tradizione in una veste solo apparentemente spartana
Lo scatto è risultato abbastanza pesante, al limite per i miei gusti di cacciatore di selezione; è invece perfettamente adeguato alla caccia in battuta, considerazione che ha suggerito l'abbinamento al cannocchiale Leupold VX-5 HD. Nei paesi del centro e nord Europa, dove la battuta/braccata si configura come una caccia a spinta, l'abbinata carabina bolt action - ottica a bassi ingrandimenti è un'opzione molto comune. I soli 5 ingrandimenti non hanno reso affatto impossibile la realizzazione di rosate adeguate all'impiego di precisione a 100 metri. A dimostrare che un elevato numero di ingrandimenti è una necessità spesso sopravvalutata.
Concludo confermando l'ottima impressione che avevo ottenuto con questo allestimento della Remington 700 in passato. La AWR è un'arma che, dietro a una veste apparentemente spartana, conserva il meglio della tradizione 700.
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