di Matteo Brogi
Quando la caccia si fa arte e letteratura
L’antologia edita da Settecolori condensa alcune delle più belle pagine letterarie scritte sulla caccia dai grandi scrittori dell’Otto e del Novecento
Gli americani li chiamano coffee table book, libri curatissimi sotto quegli aspetti formali che conferiscono pregio all’opera editoriale. Ma Sonar bracchetti e cacciatori aizzare è ben di più di un esercizio di stile o di un regalo-strenna che si limita a nobilitare lo scaffale della libreria. È infatti un’antologia letteraria che raccoglie i più bei racconti dei grandi autori dell’Otto e del Novecento, brani dove si respirano le mille anime della caccia, descritte da chi ha saputo usare la penna in modo magistrale per condividere le emozioni che noi cacciatori viviamo con il fucile in spalla.
Il titolo dell’opera è una scelta colta che si rifà al primo verso di un sonetto giovanile di Dante, in cui l’autore mette in rima la passione per la vita all’aria aperta vissuta come conveniva al mondo cavalleresco. Di questa passione parlano i diciotto autori selezionati dai curatori dell’opera, Felice Assenza e Felice Modica, che dichiarano nella premessa che la scelta è stata guidata da personali preferenze.
Diciotto autori per ventitré racconti
Questi diciotto autori, per i curatori, hanno saputo cogliere l’essenza della caccia, le sue luci e le sue ombre, i diversi significati che assume nell’esperienza individuale, trasformando la loro e la nostra passione in pura letteratura: Guy de Maupassant, Ardengo Soffici, Gianni Brera, Italo Calvino, Mario Rigoni Stern, Ivan Turgenev, Ernest Hemingway, Piero Pieroni, Lev Tolstoj, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Elmore Leonard, Andrea Camilleri, Joe Lansdale, William Faulkner, Karen Blixen, Wilbur Smith, Jack London, Robert Ruark.
L’esercizio venatorio, notano Assenza e Modica, nel tempo ha avuto accezioni differenti: da procacciamento di cibo, a rito di iniziazione, da piacere e opportunità di socializzazione a dimostrazione di qualità militari e ricerca del contatto con la natura; nei tempi moderni, a tutto questo si aggiunge la responsabile gestione dell’ambiente e delle specie. Oggi la caccia, osservano ancora i curatori, può essere letta come “nuova alleanza con il mondo agricolo e la società civile. Caccia e agricoltura non sono più antagoniste ma complementari e l’attività venatoria può svolgere una insostituibile azione di salvaguardia sul mantenimento della biodiversità e sulla gestione del territorio”.
I racconti sono illustrati dalla fedele riproduzione fotografica di 116 dipinti di sapore venatorio, dal Quattrocento al Novecento. Un excursus, anche quello legato alle arti visive, che descrive le varie anime della caccia e restituisce l’evoluzione del pensiero dell’uomo occidentale e dei suoi stili di vita.
Il volume, elegantemente rilegato, è stampato dall’editore Settecolori in 700 esemplari numerati su carta Gardamatt Art da 170 grammi (gli interni) e Imtlin fiandra (la copertina). È disponibile anche l’edizione cofanetto in 300 esemplari, in numeri romani da I a CCC.
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