di Matteo Brogi
Istanbul Monza calibro .308 W: semplice, efficiente ed economica
Robusta, efficiente, tecnologica. È la carabina Monza del produttore turco Istanbul silah. L'abbiamo provata in calibro .308 Winchester nell'allestimento Desert con calciatura in polimero
Tradizione antica, visione moderna. Si potrebbe così riassumere, pur con una certa approssimazione, la storia industriale contemporanea della Turchia - nazione cerniera tra l'Europa e il Medio Oriente, cui aspira alternativamente a seconda dei corsi e dei ricorsi storici. Se le vicende politiche che la interessano sono piuttosto ondivaghe, è certo che la Repubblica che è succeduta al precedente impero ottomano ha aspetti di modernità che, specie dagli anni Ottanta del Novecento e in virtù della liberalizzazione dell'economia, ha consentito lo sviluppo di una fiorente industria. Che, in campo armiero, ormai da anni è in concorrenza spietata con le produzioni europee. Le realizzazioni turche erano inizialmente cloni di modelli stranieri di grande successo ma, negli ultimi tempi, si assiste allo sviluppo di un'industria capace di una propria autonomia intellettuale.
Frutto di questo periodo fecondo sono varie realtà che sono riuscite a farsi conoscere e apprezzare sul mercato internazionale con armi di buona qualità e prezzo concorrenziale. Tra i numerosi produttori ormai conosciuti dal grande pubblico c'è Istanbul silah, disponibile sul mercato italiano grazie a Paganini che lo importa e distribuisce. Nato nel 2003 dall'iniziativa di Erol Kurt, che già aveva maturato esperienze nel settore, da allora si è sviluppato presentando una serie di modelli con qualche elemento d'innovazione. L'azienda, che conta 450 dipendenti, è situata in un sobborgo della Istanbul asiatica e ha una notevole specializzazione che permette di costruire tutto internamente (anche i calci in legno e in polimero) e di produrre qualcosa come 300.000 fucili l'anno, esportati per il 98%. Supportata da moderni centri a controllo numerico e da un dipartimento ricerca e sviluppo molto dinamico, Istanbul silah ha a catalogo la gamma di fucili semiautomatici Impala plus, declinata in una moltitudine di varianti, e una di carabine bolt action, il modello Monza.
Istanbul silah Monza: la prima carabina turca
Secondo quanto sostenuto negli scorsi anni dal marketing aziendale, la Monza sarebbe la prima carabina a otturatore prodotta in Turchia. Inizialmente presentata nel solo calibro .308 Winchester e in un numero limitatissimo di versioni, ha visto ampliarsi sia l'offerta di calibri sia gli allestimenti anche se, al momento, in Italia sono distribuite solo la Wood con calciatura in legno e le polimeriche Black, Khaki, Camo e Desert. Ed è proprio la Desert quella che ho potuto provare.
"Un'ossessione per la semplicità". Fedele a questo slogan che ha fatto proprio, Istanbul silah propone una carabina a otturatore girevole-scorrevole di impianto tradizionale, fornita di alcune semplificazioni che facilitano un procedimento produttivo senza particolari complessità. Ciò non toglie che siano presenti scelte e accorgimenti che impreziosiscono il progetto e ampliano le opzioni a disposizione dell'utilizzatore.
L'azione è un pezzo ben realizzato fornito di un'ampia finestra di espulsione; è disegnato per ospitare cartucce di differenti lunghezze: dal .308 Winchester al .30-06 Springfield, per intenderci. La parte superiore porta quattro fori filettati per il montaggio di una slitta Weaver/Picatinny atta al montaggio degli anelli porta-ottica, fornita a corredo. La slitta porta una semplice tacca di mira, regolabile in deriva (0,08 mm per mezzo giro del registro) e alzo (0,25 mm per mezzo giro), accoppiata al mirino con inserto in fibra posto alla volata, rimovibile. Quest'ultimo è di produzione TruGlo; la tacca ha la caratteristica di non interferire minimamente con l'ottica, quando montata.
Istanbul silah Monza: acciaio...
L'otturatore esalta quel concetto di semplificazione che ruota attorno al modello. La sua struttura è monolitica ma facilmente smontabile rimuovendo il tappo posteriore, operazione che può essere svolta senza attrezzi premendo sul tappo e ruotandolo in senso orario. La chiusura è assicurata da due tenoni contrapposti, l'estrazione è demandata a un'unghia caricata elasticamente mentre all'espulsione provvede un singolo pistone posizionato sulla faccia dell'otturatore.
La sicura è del tipo manuale a due posizioni che non permette l'apertura dell'otturatore quando inserita; in questa condizione, un cursore va a bloccare fisicamente la manetta dell'otturatore. Una soluzione esteticamente non raffinatissima ma efficace.
Molto piacevole lo scatto, diretto; presenta due bonus: la possibilità di registrare la pressione di sgancio fra gli estremi di 1.000 e 2.400 grammi (2,20-5,30 libbre) mediante la vite con testa a brugola accessibile in zona guardia e di regolare la corsa del grilletto mediante un'ulteriore brugola (da 2,5 mm) cui si accede rimuovendo l'otturatore. L'architettura del meccanismo è semplice ma efficace e, alla prova strumentale, ha denotato una costanza superiore alla media.
La parte relativa all'alimentazione è completata da un caricatore bifilare in lamiera con base in polimero dalla capacità di quattro colpi. Il pulsante di sgancio è nascosto nell'astina, in posizione intuitiva e facilmente accessibile.
Venendo alla canna, il tubo è disponibile in 3 lunghezze (510, 560 e 610 mm) che differiscono per diametro e passo di rigatura; nel .308 W le canne più corte hanno un diametro di 17,1 mm con passo 1:10", la canna da 610 mm ha un diametro di 19,1 mm e un passo 1:12". Questa caratteristica fa sì che la versione più lunga dell'arma pesi circa 300 grammi più di quelle con canne da 510 e 560 mm. Le rigature (quattro) sono ottenute per bottonatura; alla volata è presente una filettatura con relativo copri-filetto per l'applicazione del freno di bocca.
...e polimero
La calciatura della Synthetic desert in prova è realizzato in polimero caricato con fibra di vetro e presenta una serie di aree di presa ergonomiche che facilitano l'imbracciata e il controllo dell'arma al tiro; non manca un calciolo in gomma per attutire il colpo d'ariete inferto dal rinculo. La pala del calcio è impreziosita da un nasello, perfettamente simmetrico, regolabile in altezza mediante la rotazione di una ghiera trasversale che non interferisce in alcun modo col volto del cacciatore. La parte anteriore dell'astina porta uno spezzone di slitta per l'applicazione di un bipiede.
La coccia, cava, presenta uno sportellino che permette di accedere a un piccolo scompartimento utile per conservare un kit di pulizia o piccoli accessori (una batteria di riserva per il cannocchiale, per esempio).
L'allestimento Desert si affianca agli altri sintetici Black, Khaki, Khaki smoke, Strata black, Carbon (si tratta solo di una finitura superficiale, il calcio non è in carbonio), Harmattan, Igneus, Break-up country camo, Strata burnt bronze, Highlander burnt bronze, Prairie burnt bronze e Marble (queste ultime quattro con canna finita in Cerakote, così come la Wood). L'attuale disponibilità in Italia è limitata alle versioni Wood, Black, Khaki, Camo e Desert, disponibili nei calibri .223 Remington, 6,5 Creedmoor, .308 Winchester e .30-06 Springfield.
La prova pratica
Il test ha previsto la classica prova in poligono in appoggio anteriore su bersaglio posto a 100 metri. La Monza si è fatta apprezzare per uno scatto pulito, senza attriti indesiderati, che - di fabbrica - si pone poco sotto al limite superiore della scala di regolazione (2.018 grammi).
La funzionalità dell'arma è ineccepibile, con un otturatore dalla corsa fluida grazie al fatto che è in acciaio inox e, probabilmente, a tolleranze non esasperate. In termini di raggruppamenti, l'arma che ho potuto provare ha fornito rosate al limite del Moa, comunque adeguate al tiro venatorio, con una preferenza per le palle più leggere (o più corte, come sarebbe più opportuno dire). Nel complesso, Istanbul silah con la sua Monza dimostra che si possono ottenere risultati elevati in termini di sicurezza e funzionalità anche spendendo cifre ben al di sotto del limite dei 1.000 euro.
Se sei interessato alla caccia sostenibile e alla conservazione dell'ambiente e della fauna selvatica, segui la pagina Facebook e l'account Instagram di Hunting Log, la rivista del cacciatore responsabile.