di Redazione
INDIA - La storia della mangiatrice di uomini di Talla Des
Menzionata nel libro del 1944 "Man-Eaters of Kumaon", la tigre di Talla Des seminò il terrore nei villaggi dell'India settentrionale. Jim Corbett ne ebbe ragione dopo sei drammatici giorni di caccia che lo portarono più vicino alla morte di quanto egli stesso ammise. Ce ne ricorda la storia il giornalista britannico Diggory Hadock
di Diggory Hadock
Nato come figlio del Raj da ceppi anglo-irlandesi di mezzi modesti, Jim Corbett ha avuto libero dominio sulle foreste dell'India settentrionale mentre cresceva da bambino ad adolescente, completamente a suo agio sotto la volta della giungla e intimamente familiare con gli animali in agguato nel verde.
Dove gli altri non riuscivano, ci pensava Jim Corbett
All'inizio cacciatore di trofei, come i suoi contemporanei più convenzionali, Corbett divenne meno incline a cacciare per il gusto di farlo e si concentrò sul compito di sparare a leopardi e tigri mangiatori di uomini quando altri non erano riusciti a portare a termine il compito. In tal modo, e in seguito scrivendo i suoi ricordi, Corbett divenne il cacciatore più celebre del mondo.
Per i suoi servizi non accettava alcun compenso, ma pretendeva che tutti gli altri cacciatori lasciassero l'area finché non avesse avuto successo nella sua ricerca. Ha percorso grandi distanze in condizioni difficili, con pochi averi e attrezzature limitate, alla ricerca di famigerati mangiatori di uomini, molti con centinaia di vittime sulle spalle. Ogni volta che si impegnava, metteva in pericolo la propria vita e portava con sé le speranze e la sicurezza futura degli abitanti di innumerevoli villaggi. Tra le sue mani, portava spesso un fucile Rigby.
La carabina Rigby di Jim
La carabina bolt action che Corbett utilizzò per abbattere la tigre di Talla Des gli fu donata nel 1907 come segno di apprezzamento da parte delle autorità per l'abbattimento della sua prima mangiatrice di uomini: la tigre di Champawat, un famigerato esemplare di tigre del Bengala che si pensa abbia ucciso 436 persone prima di incontrare la sua fine. Fu acquistata da Manton & Co. a Calcutta, un'azienda fondata da un parente del grande Joseph Manton, che aveva lavorato come apprendista presso James Purdey e Thomas Boss all'inizio del 1800. Divenne un negozio di successo, vendendo gli articoli della maggior parte dei produttori di armi e fucili britannici.
Il Rigby di Corbett era un fucile con caricatore amovibile calibro .275 (7x57). I registri Rigby permettono di risalire all'ordine originale del 19 aprile 1905. Manton ordinò «tre fucili di qualità Mauser Rigby, n. 2508, 2516 e 2517» al costo di 39 sterline e 6 scellini. L'arma faceva parte di un ordine che comprendeva alcuni .275 di seconda qualità e un .350 Mauser, oltre ad accessori e custodie. Il .275 di Corbett fu acquistato da Manton per conto di sir J.P. Hewett, che fece incidere un ovale d'argento: Presented to Mr J.G. Corbett by Sir J.P. Hewett K.C.S.I Lieutenant Governor of the United Provinces in recognition of his having killed a man-eating tigress at Champawat in 1907 (Donato a J.G. Corbett da Sir J.P. Hewett K.C.S.I. Luogotenente Governatore delle Province unite in segno di riconoscimento per l'uccisione di una tigre mangiatrice di uomini a Champawat nel 1907). Non è mai stato destinato a diventare un'arma da collezione, anzi è presente in molte delle sue emozionanti storie di caccia alle mangiatrici di uomini. Tra questi racconti c'è quello della tigre di Talla Des e dei suoi due sfortunati piccoli.
La tigre mangiatrice di uomini di Talla Des
Come molte mangiatrici di uomini, la tigre portava una ferita che ostacolava la caccia delle sue solite prede, come il chital (cervo pomellato, Axis axis) e il cervo sambar (Rusa unicolor). Aveva infatti una profonda ferita alla gamba causata dalla penetrazione degli aculei di un porcospino, appuntiti e impossibili da rimuovere. Deve aver sofferto costantemente per gli otto anni in cui ha perseguitato gli umani, totalizzando circa 150 predazioni durante il suo regno del terrore.
Per decenni, sulla tigre di Talla Des non si seppe nulla più di quello che Corbett aveva scritto negli anni '40. Poi, nel maggio 2023, Rigby ha ricevuto un messaggio da un signore del Surrey, nella cui casa di campagna era conservata la pelle della tigre e nella cui storia familiare c'erano alcune informazioni perdute da tempo su Jim Corbett e sul destino della pelle di Talla Des. Prima di dirigermi verso la verdeggiante Surbiton, ho riletto la storia.
Corbett partì per cacciare la tigre di Talla Des il 4 aprile 1929. Ci vollero diversi giorni in treno e a piedi per raggiungere il villaggio di Talla Kote, da dove iniziò la sua ricerca accompagnato dal figlio di una donna che era stata mangiata dalla tigre, Dungar Singh.
9 aprile 1929: il primo incontro
Ben presto trovò due tigri addormentate in una radura, sulla quale aveva una buona visuale dal suo punto di osservazione su uno sperone roccioso. Sparò da 120 iarde alla prima mentre dormiva, non essendo in grado di distinguere il piccolo dalla madre. La seconda, dopo aver sentito lo sparo, corse su per la collina e si presentò di lato, guardando indietro verso il fratello, prima di cadere sul secondo colpo della .275 di Corbett.
Circa 25 anni dopo Corbett scrisse che «i piccoli erano morti per i peccati della madre». Si erano dimostrate prede facili, ma la caccia era appena iniziata. I colpi avevano allontanato la madre da dove si stava riposando nelle vicinanze; era a 200 yard di distanza e iniziò a correre. Corbett le sparò. «Non ho mai visto un animale cadere morto in modo così convincente come quella tigre sul mio colpo», scrisse. Tuttavia, gli eventi avrebbero dimostrato il contrario.
La tigre "morta" scivolò giù per un pendio fino a fermarsi su un alberello sopra un burrone. Dopo pochi minuti scivolò nel burrone e Corbett le sparò un secondo colpo mentre cadeva, per pura euforia. Sembrava non avesse importanza in quel momento, ma questa scelta lo lasciò a corto di munizioni; munizioni di cui avrebbe avuto bisogno in seguito.
Camminando per recuperarla, Corbett percepì una presenza che scalava lentamente una sponda a 400 iarde: era la tigre, chiaramente azzoppata, chiaramente colpita, ma ancora in movimento. Un nuovo colpo la mancò e la sua carabina ora era scarica. Non poté fare altro che guardarla mentre scompariva alla sua vista zoppicando.
«Madho scese dalla collina con una nuova scorta di munizioni» ma era troppo tardi. Corbett trovò peli e una traccia di sangue, «ma poiché la notte si stava avvicinando e non c'era luce sufficiente... decisi di tornare al villaggio».
Secondo incontro
Dopo altri due giorni di arduo e pericoloso tracciamento della tigre ferita, Corbett la trovò che si avvicinava mentre lui riposava con le spalle a un albero. Si sdraiò a 100 iarde da Corbett, ma lui non riuscì a ottenere una visuale nitida e dovette riprendere l'inseguimento. Continuò a tracciare la mangiatrice di uomini ferita, una prospettiva già spaventosa per un uomo in buona salute, ma Corbett soffriva di un ascesso all'orecchio così grave che si sentiva stordito e il suo occhio sinistro era tanto gonfio che non poteva vedere. Se aggiungiamo a questo dolore il caldo, l'altitudine e la fatica nel farsi strada per le montagne senza cibo possiamo farci un'idea di quanto Corbett debba essere stato determinato nel continuare la sua ricerca.
Terzo incontro
Sopraffatto dalle vertigini, Corbett si arrampicò su una quercia per riposare e fu allora che il suo ascesso si ruppe, sfogandosi attraverso l'orecchio sinistro e il naso. Corbett riprese la caccia sentendosi fisicamente più capace e meno ostacolato dall'infezione. Una buona notte di sonno gli permise di riprendere forze e il giorno dopo ebbe l'opportunità di sparare un altro colpo alla tigre, a 60 yard. Il colpo di Corbett fu preciso ma il proiettile trapassò l'animale senza colpire nessun organo vitale e lei fece un balzo in avanti scomparendo alla vista.
Nel suo inseguimento della tigre in fuga, Corbett si gettò da un dirupo verso una morte quasi certa e si salvò solo afferrando un alberello mentre cadeva. Dopo essersi messo in salvo, Corbett controllò la cartuccia, «soddisfatto che fosse di un nuovo lotto che avevo ricevuto di recente da Manton a Calcutta» e, con una traccia di sangue ora facile da seguire, ripartì.
12 aprile 1929: quarto incontro, epilogo
Trovò finalmente la tigre nascosta tra felci alte fino alla vita, pronta a balzargli addosso, e riuscì a sparare prima che questa lanciasse il suo attacco: «il primo proiettile la attraversò da parte a parte e il secondo le ruppe il collo».
Corbett scrisse che il suo primo colpo, del 7 aprile 1929, aveva colpito l'articolazione della spalla, il secondo, sparato mentre cadeva dalla rupe, fallì, così come il terzo a 400 yard. Il 12 aprile, il suo quarto colpo, a 60 yard, aveva attraversato l'animale senza colpire organi vitali, il quinto e il sesto colpo erano stati mortali. Quindi, la tigre fu colpita alla spalla destra, al ventre e poi frontalmente, due volte, al collo: un totale di quattro fori di proiettile.
Due coincidenze per uscire dall'oblio
Quando abbiamo incontrato il proprietario per ispezionare la pelle, che è sbiadita ma in condizioni migliori di quanto ci si potrebbe aspettare da una reliquia di 80 anni che ha trascorso parte della sua vita in India, i fori dei proiettili corrispondevano effettivamente al racconto di Corbett. La tigre è relativamente piccola ma ben montata, nella posa feroce di Van Ingen.
Il proprietario ha spiegato che il suo bisnonno era nato nel 1875, in India, ed era un amministratore civile. Tornò in Inghilterra nel 1921 ma lui e Corbett, amici d'infanzia, rimasero in contatto. È probabile che Corbett gli abbia dato la pelle all'inizio degli anni '40.
Guardando la tigre, è riconoscibile come la stessa bestia fotografata nel maggio del 1929. C'è una sua fotografia in primo piano con il nipote della sua ultima vittima. Le chiare strisce a forma di "Y" su entrambi i lati della testa sono inconfondibili.
Abbiamo riunito il Rigby .275 con la pelle della tigre per scattare alcune fotografie a memoria dell'evento. Si erano incontrati l'ultima volta in quel fatidico giorno, il 12 aprile 1929, quando la sua vita terminò e gli abitanti del villaggio di Talla Kote furono sollevati dal loro terrore.
Si sa che esiste ancora solo un'altra pelle di una tigre di Corbett. È della mangiatrice di uomini del Thak, che fu data al defunto Henry Walck della Oxford University Press di New York dopo la morte di Corbett.
Ho scoperto, in un'asta del 2021, alcune lettere smarrite di Jim Corbett al suo amico sir William Ibbotson tra le quali c'erano fotografie di molte delle sue avventure, comprese le immagini della tigre di Talla Des e dei suoi piccoli. Collegando quelle vecchie fotografie e rileggendo l'incredibile storia di Corbett e ora contemplando la pelle della tigre sbiadita sul pavimento di una camera da letto non lontano da Londra, in qualche modo ho condensato il secolo scorso in pochi luoghi e oggetti. Come è cambiato il nostro mondo...
Traduzione a cura di Matteo Brogi
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