di Matteo Brogi
Elezioni politiche 2022: come ne esce la caccia?
Le elezioni consegnano all'Italia un Parlamento e una maggioranza tendenzialmente favorevoli alle istanze del mondo venatorio. Il superamento o, almeno, la riforma della legge quadro potrebbero essere affrontati con maggiore serenità così da venire incontro alle mutate esigenze della caccia e della conservazione. Sempre che ci sia il tempo e la volontà politica per farlo
Le urne hanno dato un responso inequivocabile. L'Italia ha una maggioranza e, a prescindere da come la si pensi, è una buona notizia. In attesa che il Presidente della Repubblica conferisca l'incarico al nuovo Presidente del Consiglio, e al netto di alcune incertezze nella distribuzione dei resti che dovrebbero essere state risolte, si può azzardare qualche previsione su quello che sarà l'approccio alla politica venatoria nella prossima legislatura.
La composizione del Parlamento resta eterogenea anche se la legge elettorale ha di fatto favorito le aggregazioni di più partiti contribuendo – con le soglie di sbarramento – a evitare la frammentazione e, per la verità, anche la rappresentanza di alcune istanze.
Per abbozzare un giudizio sulla formazione di Camera e Senato della XIX legislatura prendo come riferimento i sottoscrittori del Manifesto a difesa dell'attività venatoria e della cultura rurale elaborato dalla Cabina di regia del mondo venatorio e di quello, alternativo, Anche gli animali votano elaborato dal mondo ecologista / animalista, un'iniziativa che contiene una sorta di lista di proscrizione con l'indicazione dei candidati "non graditi".
Maggioranza e opposizione
Il nuovo Parlamento vedrà una netta maggioranza delle forze che hanno aderito al manifesto della Cabina di regia. Le forze che hanno sottoscritto a livello di gruppo parlamentare le sue istanze sono maggioranza assoluta sia alla Camera sia al Senato con 153 senatori su 200 e 299 deputati su 400 tra Fratelli d'Italia, Partito democratico, Lega e Forza Italia. Sono 46 (su 89) i candidati eletti che hanno sottoscritto individualmente il manifesto; tra di loro Fratelli d'Italia ne conta 6, il Partito democratico 7, la Lega 20, Forza Italia 10, Azione con Italia viva 2, Noi moderati uno.
Sul fronte opposto, quello degli eletti in partiti che hanno inserito l'abolizione della caccia nel proprio programma, si devono contare gli 80 rappresentanti del Movimento 5 stelle e i 16 dell'Alleanza Verdi-Sinistra. Il totale porta a 96 eletti (32 al Senato, 54 alla Camera). Unione popolare, Italexit, Italia sovrana e popolare non hanno superato lo sbarramento e non hanno contribuito alla causa.
Una prospettiva favorevole?
Si può cantare vittoria? Premesso che ciascun cacciatore avrà un'opinione sull'esito delle Politiche 2022, non si può non invitare alla prudenza. I risultati sembrerebbero favorevoli: non dovrebbe essere questa legislatura quella che affosserà la caccia. Ma sorge una domanda: si saprà fare qualcosa di concreto per la promozione di un'attività venatoria sostenibile, responsabile e funzionale alle esigenze della conservazione? E ancora: la maggioranza uscita dalle urne saprà rifondare o, almeno, modernizzare la 157/92? O vinceranno le istanze "conservatrici" che preferiranno – se proprio necessario – aggiornare la legge in base alle necessità che si dovranno via via affrontare?
Partiti come Forza Italia, che con Raffaele Neri hanno sostenuto il manifesto della Cabina di regia, sapranno affrancarsi dalle istanze portate avanti da Michela Brambilla (e da Silvio Berlusconi che, lo ricordo, è cofondatore del Movimento animalista)? Quale sarà la forza e la composizione dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali?
Un'attesa fiduciosa
Non ci resta che attendere la prova dei fatti, confidando nella lungimiranza di chi affronterà l'argomento e coltivando la speranza che il nuovo esecutivo tratti l'attività venatoria nella sua complessità, senza dare ascolto alle sirene dell'animalismo né alle richieste più fondamentaliste del mondo venatorio.
Trovare soluzioni alle esigenze più urgenti della caccia e dell'ambiente è certamente più difficile che fare opposizione ma è lecito attendersi che questo Parlamento e questa maggioranza possano fare qualcosa di buono. Nel corso della XVIII legislatura, la prima proposta di modifica alla legge quadro fu presentata il 4 aprile 2018 da parte di Fratelli d'Italia, all'epoca all'opposizione. Vedremo cosa accadrà nell'immediato futuro, con il partito di Giorgia Meloni che avrà presumibilmente l'incarico di formare il nuovo governo. Vedremo, soprattutto, se quella proposta di legge – nel caso venga ripresentata – sarà migliorata recependo le numerose critiche che aveva sollevato anche nel mondo venatorio. Attendere e vigilare, dunque, è d'obbligo.
Se sei interessato alla caccia sostenibile e alla conservazione dell'ambiente e della fauna selvatica, segui la pagina Facebook e l'account Instagram di Hunting Log, la rivista del cacciatore responsabile.