di Matteo Brogi
Droni e termocamere: la tecnologia al servizio della gestione
Un drone dotato di termocamera è la chiave per rispondere con il massimo tempismo alle sfide imposte dal diffondersi della peste suina africana. Lo dimostra il progetto messo in campo nelle Marche
Di telerilevamento si parla addirittura da decenni. Il tema del monitoraggio e del censimento delle specie animali è, insomma, parecchio sentito per le esigenze gestionali che le popolazioni selvatiche - ungulati ma non solo - impongono. L'evoluzione tecnologica legata al mondo dell'elettronica rende oggi disponibili (quasi) a chiunque strumenti che fino a pochi anni fa erano appannaggio solo di Istituzioni, gruppi scientifici e università. Questa riflessione è stimolata dai primi risultati del Progetto sperimentale di monitoraggio e censimento ungulati con l'utilizzo di drone messo in pratica dall'ATC Ancona 2 con il contributo della Regione Marche, in collaborazione con URCA regionale Marche e il patrocinio di Comune di Ancona, Istituto Zooprofilattico dell'Umbria e delle Marche e Coldiretti Marche.
Dalla teoria alla pratica
Lo scorso 21 giugno, il progetto è stato presentato alle Istituzioni al fine di illustrare l'applicazione della tecnologia (l'abbinata drone con fotocamera termica) alla gestione faunistica e i possibili futuri utilizzi. Lo studio segue un altro progetto sperimentale voluto, sempre nelle Marche, da URCA Macerata nel 2019: Droni in soccorso dei caprioli. In quel caso, l'Associazione si proponeva di individuare i piccoli di capriolo nei campi di fieno prima del primo taglio, che avviene in concomitanza con le nascite e incide in maniera pesante sui tassi di sopravvivenza dei nuovi nati.
I confortanti risultati emersi da quella prima esperienza si scontrarono con le difficoltà portate dalla pandemia e dalla successiva carenza di risorse economiche da destinarvi. Passato qualche tempo la Regione Marche ha deciso di impegnarsi e, con la delibera di Giunta 1794/23, ha conferito all'ATC Ancona 2 risorse economiche per "il contenimento, il monitoraggio della fauna selvatica e la prevenzione e sorveglianza della emergenza della PSA (Peste Suina Africana)" che, tra l'altro, ha permesso l'acquisto di un drone.
Esempi di buona gestione
I droni - termici e non - sono impiegati ormai da tempo per il monitoraggio delle specie. Gli studi scientifici che ne implicano l'impiego nelle pratiche sono ormai numerosissimi e vari. Si passa dal censimento degli uccelli acquatici in Adriatico agli oranghi del Borneo, ai colini della Virginia in Mississipi. In Africa, i droni sono ormai normalmente impiegati nelle operazioni anti bracconaggio, altrove trovano applicazione in quelle situazioni in cui la conformazione del territorio crea pericolo per gli operatori.
Vantaggi e svantaggi dell'impiego del drone
Rispetto alle operazioni di monitoraggio/censimento effettuate da punti di vantaggio, i vantaggi impliciti nell'impiego dei sistemi aerei a pilotaggio remoto (SAPR) assistiti da apparati termografici nelle operazioni di monitoraggio sono molteplici:
- ampiezza dell'area di indagine;
- visibilità non limitata da ostacoli naturali;
- possibilità di rilevazione notturna;
- basso numero di operatori coinvolti;
- oggettività dei risultati con risoluzione del problema dei doppi conteggi.
Tra gli svantaggi vanno menzionati:
- il costo dell'attrezzatura necessaria;
- la necessità di personale qualificato dotato dei brevetti di volo;
- la difficoltà nel rilevamento della struttura della popolazione;
- l'incidenza delle condizioni meteorologiche.
L'accessibilità della termografia offre vantaggi indiscutibili che mitigano le possibili obiezioni, in particolare quelle etiche. Prevalgono l'oggettività delle valutazioni e la possibilità di confrontarsi con la variabile dell'adattamento del selvatico alle mutate condizioni ambientali: presenza di predatori e riscaldamento climatico su tutto. Si tratta di una nuova sfida e, come sempre, bisogna individuare un nuovo modus operandi che tenga in conto tutte le variabili.
Due chilometri quadrati in 45 minuti
Nel progetto messo in campo nelle Marche, il finanziamento della Regione ha permesso l'acquisto di un drone DJI Mavic 3 Enterprise, modello M3T, dal costo a partire da 5.552 euro (2024), dotato di una fotocamera con zoom ibrido 56x da 12 megapixel, una fotocamera grandangolare da 48 megapixel e un sensore termico da 640×512 pixel che, per inciso, ha fornito le fotografie e il video a corredo di questo articolo. L'autonomia di volo di 45 minuti consente di coprire un'area di terreno che può raggiungere i due chilometri quadrati per missione.
L'area sottoposta a monitoraggio, situata nel Comune di Castelplanio (AN), ha una superficie complessiva di 150 ettari, ed è stata suddivisa in 3 sezioni.
La sessione diurna di volo - effettuata al cospetto delle Istituzioni - è servita a dimostrare le caratteristiche della macchina impiegata, la manovrabilità e l'efficacia, in termini di definizione delle telecamere, singolarmente e con l'utilizzo combinato di quella ottica con la termica. Nel corso della dimostrazione è stato individuato un capriolo che non è stato disturbato dal volo del drone che stazionava a un'altezza di circa 30 metri.
La sessione di volo notturno ha consentito di individuare varie specie di fauna selvatica notturna tra cui un branco di cinghiali. Anche in questo caso, i selvatici non hanno reagito alla presenza del drone fino a un'altezza di circa 30 metri.
Applicazioni future
La dimostrazione ha evidenziato l'utilità del monitoraggio con drone per numerosi scopi ulteriori:
- ricerca di carcasse di cinghiali, coordinando il personale di terra tramite il drone e l'utilizzo dell'app open source ATAK/Civ-TAK (Android Team Awareness Kit);
- coordinamento con il drone e l'utilizzo dell'app open source ATAK di un'azione di caccia collettiva, che dovrebbe garantire maggiore sicurezza per i cacciatori e i cani impegnati;
- creazione di un database di immagini che permetta tramite all'utilizzo dell'intelligenza artificiale di individuare in automatico le specie di selvatico riprese durante il volo.
Le prime applicazioni pratiche di questa metodologia di monitoraggio saranno volte all'individuazione delle rimesse dei cinghiali nell'area periurbana di Ancona, città che sente in maniera particolare la pressione dei selvatici del territorio.
Nel corso del progetto, adempiendo agli scopi statutari e al Manifesto che li informa, URCA Marche ha collaborato alla formazione del personale implicato nella gestione del drone.
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