di Matteo Brogi
Cosmi Chilometro: forma e sostanza - IL TEST
Innovativa, tecnologica, precisa, raffinata: è la carabina a otturatore girevole-scorrevole Cosmi Chilometro. Già nel nome evoca una delle sue caratteristiche salienti: la precisione, anche a distanze che eccedono il contesto venatorio. Come ogni prodotto Cosmi porta in sé un contributo di artigianalità che ne farà l'oggetto del desiderio di molti
La storia di Cosmi è entusiasmante, la tipica iniziativa che fa dell'Italia il luogo ideale per lo sviluppo di una imprenditoria artigianale che mira all'eccellenza e nei secoli ha costruito quel mito del made in Italy apprezzato nel mondo. Tutto ha inizio a Macerata Feltria, dove Rodolfo Cosmi - appassionato cacciatore - sul finire dell'Ottocento si costruisce una doppietta con i pochi mezzi che ha a disposizione: scarti di altre lavorazioni meccaniche e, per la canna, addirittura un manico d'ombrello. È solo l'inizio di un progetto di grande successo che, nel giro di pochi anni, porterà alla nascita di un fucile semiautomatico basculante: nella sua eccezionalità, diverrà un'icona in grado di garantire alla Cosmi, ormai consolidatasi, un futuro radioso che arriva ai giorni nostri.
Schiacciata tra la necessità di competere in un mercato sempre più globale e le esigenze di crescita associate ai moderni schemi di sviluppo, la Cosmi necessitava di energie fresche che, sul finire del 2018, ha portato Luca Gaeti, un imprenditore giovane e con una visione sul futuro. Con lui entrano in azienda ulteriori moderni centri di lavoro a controllo numerico che, lungi dal voler snaturare la dimensione fortemente artigianale dell'azienda, vogliono innalzare ulteriormente il livello qualitativo dell'offerta. La gestione Gaeti non modifica l'approccio di Cosmi, azienda in cui l'apporto artigianale supera ancora quello delle macchine, ma permette di produrre con maggior accuratezza componenti dove le tolleranze sono strettissime e, soprattutto, di dare spazio a sogni rimasti a lungo nel cassetto. Inizialmente il Rigato - interpretazione a canna rigata del semiautomatico a lungo rinculo che ha fatto la fortuna di Cosmi - e, oggi, una carabina bolt action. Che, nello spirito Cosmi, non poteva essere altro se non qualcosa di innovativo.
Cosmi Chilometro: il perché di un nome
Un chilometro, mille metri. La carabina Cosmi porta un nome evocativo che fa riferimento a una distanza che ne definisce una delle caratteristiche primarie: la precisione. Idealmente fino ai 1.000 metri - il chilometro del nome, quindi - una distanza che fuoriesce da quelle tipiche del tiro venatorio, almeno quelle che ci ostiniamo a definire come etiche. Una carabina anche da tiro long range, quindi sportivo, che si esalta a caccia avvantaggiandosi di una precisione che non può essere mai data per scontata e costituisce un valore aggiunto quando al bersaglio di carta, in poligono, sostituiamo un ungulato, in natura.
La carabina Chilometro è una bolt action apparentemente tradizionale ma che si sviluppa attorno a un'azione auto-portante priva di bedding. Due "piloni" in alluminio - così vengono chiamati in Cosmi - hanno la responsabilità di reggere la pala del calcio e, soprattutto, l'astina che non ha punti di contatto con la canna: il concetto della canna flottante portato alle sue estreme conseguenze. L'azione è realizzata dai centri a controllo numerico di recente acquisto da masselli di acciaio o, come nel prototipo che ho avuto l'opportunità di provare, di titanio.
Già da tempo l'azienda ha avviato una produzione in materiali alternativi all'acciaio e il titanio è stato scelto per le sue caratteristiche: benché sia più difficile da lavorare con l'utensile, offre pregi innegabili. Da un'eccezionale resistenza alla corrosione (quasi pari a quella del platino) alla resistenza alle sollecitazioni meccaniche, pari a quella dell'acciaio pur essendo del 40% più leggero. Il suo rapporto tra peso e robustezza ne fa un materiale estremamente interessante nel settore armiero, specie quando si vogliono ottenere strumenti leggeri ma idonei all'impiego più gravoso.
Quando l'innovazione non è fine a se stessa
L'azione è conforme agli standard Remington sia per quanto riguarda la superficie superiore (in particolare il raggio di curvatura e la posizione dei fori filettati) sia per il pacchetto di scatto. Questo fa sì che possano essere adottate tutte le basi pensate per la grande famiglia Remington 700 e le sue declinazioni da parte di altri produttori. È comunque possibile richiedere l'arma con la basette integrate e addirittura una base integrale, in entrambi i casi solidali all'azione stessa. Un dettaglio - non secondario - che è proprio di un'arma dalla costruzione largamente "sartoriale", ritagliata sulle specifiche esigenze dell'utilizzatore finale.
Lo scatto montato sulla Chilometro che ho provato è un Bix'n Andy Competition regolabile sia nel peso di sgancio, tra i 20 e gli 800 grammi, sia nella precorsa. Una scelta che strizza l'occhio al tiro sportivo e si fa apprezzare anche nell'impiego venatorio.
La dimensione dell'azione al momento è commisurata ai calibri standard, quelli che includono i vari .270 Winchester, .308 Winchester, la quasi totalità dei 6 e 6,5 millimetri fino al .300 Winchester short magnum. L'allargamento ad altre famiglie di calibri è cosa già prevista che comporta l'allungamento dell'azione e dell'otturatore, uno sforzo progettuale contenuto.
Venendo all'otturatore, si tratta di un bel pezzo meccanico ricavato da un massello di acciaio dal quale è ricavata anche la manetta: una soluzione raffinata che comporta operazioni più complesse dello standard ma garantisce una rigidità fuori dall'ordinario. La chiusura è affidata a tre tenoni ben dimensionati che permettono lo svincolo con una rotazione di circa 60° della manetta. Sono presenti due espulsori elastici e una corta unghia di estrazione che arpiona saldamente il fondello della cartuccia. La sicura, a due posizioni, agisce sulla catena di scatto e presenta due posizioni; se inserita non inibisce la rotazione dell'otturatore. La noce dell'otturatore porta l'indicatore di percussore armato.
Dettagli che fanno la differenza
I fianchi dell'azione sono puliti e offrono un ampio spazio per le eventuali incisioni che l'acquirente volesse commissionare. Nonostante gli incisori che lavorano con Cosmi siano in grado di ottenere ottimi risultati anche sul titanio - specie in materia di chiaro-scuro - la superficie ottimale per questo tipo di lavorazioni resta l'acciaio. La guardia del grilletto è squadrata, in linea con il disegno dell'arma, e verrà modificata per facilitare l'accessibilità ai registri del pacchetto di scatto; è prevista la realizzazione di un'asola che non interferirà con la gradevolezza estetica del progetto.
L'alimentazione è garantita da un caricatore amovibile in metallo di rara bellezza realizzativa; la sua base è perfettamente a filo con la superficie inferiore dell'azione. L'arma definitiva presenterà un leggero invito per facilitarne l'introduzione nell'apposito vano. Il pulsante di sgancio è posizionato all'interno della guardia. La capienza è limitata a due o tre colpi a seconda della dimensione del bossolo.
Canna e calciatura: scelte mai banali
Tra le caratteristiche peculiari della Chilometro c'è la possibilità di scelta tra tre tipologie di canne, tutte avvitate all'azione. Alla canna standard in acciaio - di produzione Krieger - si affiancano due alternative in carbonio realizzate dall'americana Proof research: a quella da 26 mm di diametro che equipaggia la carabina provata si affianca la versione da 22 mm che - congiuntamente all'azione in titanio - permette di allestire un'arma compatta e leggera. La canna in carbonio prevede un'anima d'acciaio che porta le rigature (si tratta di un componente match-grade) sulla quale sono stesi strati successivi di fibra di carbonio impregnati con una resina sviluppata dal produttore. La capacità di dissipazione del calore viene esaltata da questa combinazione di materiali, al punto che nel definire questa tipologia di canne è riduttivo soffermarsi sull'aspetto ponderale. Sono sì più leggere di quelle tradizionali ma hanno prestazione che le rendono "migliori", anche in termini di durata.
Capitolo calciatura. L'allestimento super leggero di questa Chilometro si esalta nella presenza di una calciatura in carbonio. Non ancora presente sull'arma in prova, ricalca le forme del prototipo contenendo il peso dell'arma in quei 2.750 grammi dichiarati. Quanto proposto da Cosmi è piuttosto innovativo: pala e astina sono costituite da un guscio sul quale si vanno a innestare il calciolo, gli inserti in alluminio per ospitare i sistemi a sgancio rapido per l'applicazione delle magliette e una slitta Picatinny anteriore che consente l'applicazione di un bipiede. Il disegno è snello; la pala presenta un accenno di poggiaguanca con angoli che seguono lo sviluppo della bascula. In alternativa al carbonio l'utente può optare per il legno, una scelta adatta a chi ama le forme classiche e permette di sviluppare disegni di ogni genere (e pregio) grazie all'esperienza maturata da Cosmi in oltre un secolo di produzione artigianale.
Cosmi chilometro: una carabina sartoriale
Come ogni arma Cosmi, anche la Chilometro - che pure potrebbe avere volumi di produzione superiore a quelli cui è abituata l'azienda - segue un processo di produzione che esalta l'apporto manuale alle lavorazioni. L'arma che ho provato può quindi essere definita come una esemplificazione di quanto l'acquirente potrà richiedere. Calciature, calibri, canne, materiali, finiture, accessori possono essere concordati in fase di ordine per consegne - qualora l'approvvigionamento dei componenti non complichi le cose - nell'arco di quattro mesi. La carabina in prova, per esempio, monta un freno di bocca sviluppato insieme ai fratelli Zentile; questo non significa che non possano essere scelti prodotti differenti o, per i puristi, che l'arma venga fornita senza quella filettatura alla volata che qualcuno non gradisce. Lo stesso può dirsi per i trattamenti finali; non ci sono limiti alla fantasia se non quelli dati dalla disponibilità commerciale. È possibile richiedere incisioni di ogni soggetto, anche impreziosite da metalli preziosi o gemme.
Ho portato la Chilometro a caccia lo scorso 15 dicembre 2022 alla Tenuta il Santo di Iesa, nel senese. Una giornata di pioggia, vento, nebbia, freddo che hanno suggerito agli ungulati oggetto di prelievo di starsene ben rintanati all'interno del bosco. Peccato. Non è però mancata l'opportunità di realizzare la classica prova statica su bersaglio e su gong a 450 metri; i risultati sono indicati nella scheda tecnica. La rosata è stata realizzata con un caricamento elaborato da Tiziano Terzi, presidente del Safari club international - Italian chapter, amico, tester della Chilometro nelle fasi del suo sviluppo.
La rosata inferiore a un quarto di Moa è degna di un plauso e restituisce l'impressione di un'arma che può fare bella figura tanto sul rest, in poligono, quanto a caccia, meritandosi quel nome evocativo che la contraddistingue. Nel tiro venatorio vanno ovviamente tenute in debita considerazione le questioni di carattere etico che impongono un limite ben più contenuto da quello esprimibile dall'arma. Se, come dicono gli americani, "i 300 sono i nuovi 100" (loro parlano di yard ma il discorso non si discosta di molto passando al sistema metrico), non si deve dimenticare che proprio oltre questo limite le variabili ambientali rendono il tiro aleatorio. All'interno del range che ci vogliamo dare, comunque, la Chilometro è uno strumento che non deluderà.
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