di Matteo Brogi
Compattezza e leggerezza per il cannocchiale Swarovski STC 17-40x56
A brevissima distanza di tempo dalla sua presentazione e in anteprima sulla data di distribuzione – prevista dai primi di ottobre – ho avuto l'opportunità di provare il nuovo lungo STC 17-40x56 di Swarovski. Un'ottica leggera e compatta che segna un nuovo confine nel settore dell'ottica da osservazione
Il nuovo STC fa della compattezza e del peso contenuto i suoi elementi distintivi e si colloca, nel catalogo del produttore austriaco, in un segmento già ampiamente presidiato da modelli con un elevato grado di apprezzamento: STR (con reticolo), ATS / STS, il sistema TX con le varianti con oculare diritto, inclinato e binoculare. Tra i compatti, finora erano disponibili gli allungabili CTC con oculare fisso 30x75 e CTS con oculari intercambiabili. Una gamma comunque vasta che è stata integrata grazie agli sviluppi tecnologici che hanno riguardato il settore ottico.
Due proposte, simili ma differenti
I due nuovi lunghi (ATC con oculare angolato e STC diritto) sfruttano i progressi ottenuti negli ultimi anni per promettere prestazioni che fino a oggi si ritenevano possibili solo con schemi complessi e lenti di ampio diametro, caratteristiche che si portano come corollario – appunto – ingombri superiori e pesi sostenuti. I nuovi cannocchiali sono invece caratterizzati da un peso inferiore al chilogrammo e da lunghezze particolarmente contenute: 258 mm per l'angolato, 285 mm per quello con oculare diritto. Meno di un foglio di carta formato A4, per intenderci. Ho avuto modo di provare sul campo il modello STC.
Definirei la prima sensazione come "spiazzante". Le dimensioni di questo spektive disorientano. Sembra impossibile che sia in grado di rispettare le promesse che il suo lancio si porta dietro. O, per lo meno, lascia un dubbio: va bene, il produttore ha fatto un lavoro egregio in termini di "miniaturizzazione" ma – mi sono chiesto – che cosa ha sacrificato sull'altare della leggerezza e della compattezza? La resa ottica è adeguata allo standard cui ci ha abituato il marchio dell'astore?
Stefan Hämmerle, membro del Comitato esecutivo del settore marketing e vendite di Swarovski Optik, ha dichiarato che «Per realizzare i telescopi ATC/STC, abbiamo dovuto spingere la fisica ai limiti estremi». Ci sono riusciti?
Non mi è restato che guardare dentro all'oculare ed effettuare qualche confronto pratico con un ATS disponibile allo showroom di Campex; l'ATS è un prodotto che si colloca nel medesimo range di prezzo dell'STC ma, nelle sue varianti con obiettivo da 65 mm, pesa non meno di 1.400 grammi e spunta una lunghezza minima di 370 millimetri. Una differenza sostanziale.
Swarovski STC 17-40x56: nitidezza e contrasto non mancano
Ebbene, il confronto mi ha stupito. Non ci sono dubbi che qualche compromesso sia stato necessario, specie in termini di luminosità e impiego in condizioni di scarsa luminosità, ma il nuovo STC fornisce una visione estremamente nitida e contrastata, dal centro ai bordi; ho potuto riscontrare solo una leggera aberrazione magenta nelle zone di altro contrasto ma limitata a condizioni estreme (la lettura di lettere bianche su fondo verde) e mai in condizioni di osservazione tipiche per gli impieghi connaturati a un'ottica da impiegare in natura.
A livello di ingrandimenti, l'oculare integrato e non sostituibile 17-40x fornisce quanto è necessario per i più comuni impieghi venatori. Chi necessiti di un numero superiore di ingrandimenti farà bene a confrontarsi con altri prodotti, che nel catalogo Swarovski non mancano. Ma 40 ingrandimenti sono già più che adeguati alle consuete necessità del cacciatore, che sia a caccia o impegnato in altre operazioni di gestione, quali i censimenti della fauna selvatica.
Due sono le ghiere: una sovrintende alla messa a fuoco (quella vicina all'obiettivo), la seconda alla variazione del rapporto d'ingrandimento (più vicina all'oculare). Per facilitare l'impiego sullo zaino, una protezione inferiore polimerica (un semiguscio secondo la definizione del produttore) fa sì che le ghiere non entrino in contatto con l'appoggio e possano ruotare liberamente. La messa a fuoco tra gli estremi della minima distanza di messa a fuoco (3,4 metri) e l'infinito richiede circa due rotazioni e mezzo della ghiera.
Swarovski STC 17-40x56: il nuovo confine
Lo schema ottico e, soprattutto, il diametro delle lenti sono i punti su cui la Casa austriaca ha lavorato per contenere lo sviluppo dimensionale di questo cannocchiale. Con i suoi 58 mm di obiettivo, riesce comunque a convogliare all'oculare luce sufficiente per osservazioni comode in ogni contesto operativo. L'oculare, non sostituibile, presenta una ghiera in gomma retrattile che accomoda sia coloro che portano gli occhiali sia chi ne può fare a meno. Il difetto diottrico può essere corretto nell'intervallo di cinque diottrie.
La costruzione del nuovo STC prevede uno chassis in lega, gommato, che assicura l'impermeabilità fino a 4 metri di profondità. È riempito di gas inerte che permette l'eliminazione dell'appannamento dovuto a shock termico in un ambito operativo che spazia tra i -25 e i 55 gradi centigradi. L'armatura esterna è disponibile nel classico verde Swarovski e, solo nella versione angolata, in Burnt orange ad alta visibilità.
Non so se lo sviluppo tecnologico potrà in un futuro portarci cannocchiali ancora più compatti, leggeri e agili. Quello che posso dire – oggi – è che questo prodotto segna uno spartiacque tra ciò che credevamo essere un limite dell'osservazione e quello che, invece, sarà il futuro.
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