di Matteo Brogi
Come cambia il punto d'impatto al variare dell'altitudine
Altitudine, umidità e temperatura dell'aria (quindi la pressione atmosferica) possono condizionare in maniera determinante la traiettoria del proiettile. Se le variazioni sono poco significative a bassa quota, ciò non vale ad altitudini elevate e quando le condizioni meteo sono molto differenti da quelle di taratura
Le variabili che possono produrre una variazione significativa tra punto di mira e punto d'impatto del proiettile sono numerose. Su Hunting Log ho già scritto della necessità di elaborare una tabella balistica veritiera, chiave per coronare con successo l'uscita venatoria. Tra i parametri che meno vengono presi in considerazione c'è la pressione atmosferica. Questa negligenza non ha conseguenze apprezzabili in condizioni normali (intese come distanza d'ingaggio, altitudine, condizioni meteo) ma può influire in maniera significativa quando si esce dall'ordinarietà. Il caso più concreto è quello delle cacce alpine o asiatiche, quando ci si spinga ad altitudini elevate. Oltre i 3.000 metri sul livello del mare, per intendersi.
Premessa
Questa trattazione - pur tecnica - non vuole essere un trattato scientifico. Non verranno quindi presentate formule matematiche ma quelle nozioni indispensabili per comprendere la materia e utilizzare consapevolmente gli strumenti (i software balistici, oggi disponibili a portata di smartphone) che il progresso tecnologico ci mette a disposizione. Il fatto che sia un articolo di divulgazione non toglie che sia indispensabile partire da alcune definizioni.
La pressione atmosferica (barometrica è un sinonimo) è la forza che la colonna dell'aria sovrastante esercita sull'unità di superficie al suolo. Si misura con il barometro e nel Sistema internazionale si esprime in Pascal - o, più comunemente, in ettoPascal (hPa) - per equivalenza al millibar, unità non più utilizzata. Mediamente, al livello del mare, corrisponde a 1.013,25 hPa (1 atmosfera).
Ciò premesso, la pressione atmosferica può variare per una moltitudine di fattori. Anzitutto l'altitudine: fino alla quota di 500 m slm essa decresce di circa 0,125 h/Pascal per metro; oltre, il gradiente tende a diminuire. La formula matematica che indica questa variazione insegna che a 1.000 m slm la pressione scende all'88,6% rispetto a quella presente sul livello del mare, a 4.000 m slm corrisponde al 60,6%, poco sopra i 5.500 m slm si dimezza mentre, a 8.000 metri, è di poco superiore a un terzo (35%) rispetto alla pressione "marina".
La pressione atmosferica è inoltre influenzata dalle condizioni atmosferiche, in particolare dalla temperatura dell'aria (l'atmosfera terrestre, riscaldandosi, tende a dilatarsi diventando meno densa) e dall'umidità (le molecole di vapore acqueo riducono la pressione).
Il tema dell'altitudine
Il variare dell'altitudine ha effetti su tante operazioni che consideriamo banali. Si pensi al fatto che l'acqua, sul Monte Everest, non bolle più a 100 ma a 70 gradi. Anche senza ipotizzare ascese inaccessibili ai più, già a 3.000 metri bolle a 89 gradi. E che dire dell'efficienza dei motori? La pista aeroportuale più lunga al mondo è stata realizzata in Tibet per l'aeroporto di Qamdo Bamda (il secondo più alto del mondo con i suoi 4.334 m slm): misura 4.500 m perché gli aerei hanno necessità di raggiungere una maggiore velocità al decollo per mancanza di ossigeno e di portanza. In entrambi i casi, la pressione atmosferica ha un ruolo.
Quando si parla di balistica, la questione si fa delicata perché il variare della pressione ha effetti sulla curva del proiettile. La tabella che segue, ricavata mediante un software balistico disponibile gratuitamente online, dimostra efficacemente come a quote molto elevate (4.000 metri slm, anche queste accessibili a pochi) gli effetti di una minor densità dell'aria (quindi della pressione atmosferica) si fanno sentire già a 300 metri. Visto e considerato che, nelle cacce asiatiche, i tiri a distanza superiore alla media sono abbastanza comuni, è opportuno tenere in considerazione questo parametro per non rischiare di vanificare per trascuratezza un'uscita di cui, magari, si è curato ossessivamente ogni minimo particolare.
Una modesta proposta per prevenire l'errore
Cosa fare, quindi, in concreto? Quando le condizioni sono estreme, è opportuno anzitutto effettuare l'azzeramento dell'ottica in una località che, per condizioni atmosferiche e altitudine, ricalchi quanto più fedelmente possibile la situazione di caccia. Sempre, anche quando le condizioni pressorie rientrano nello standard, è opportuno inserire nel calcolatore balistico che ci dovrebbe accompagnare quei dati (pressione atmosferica in primis, ma non dimentichiamo temperatura e umidità dell'aria) che possono influenzare la traiettoria del proiettile. A caccia, tra il successo e l'insuccesso passa un sottile confine: la cura del dettaglio.
Questo articolo trae spunto dal seminario che ho tenuto a Riva 2019, successivamente ripreso da un articolo pubblicato su Caccia Magazine di febbraio 2020.
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