di Matteo Brogi
Cervo sardo, pubblicato lo studio promosso dal Cic
Lo scorso venerdì 21 ottobre 2022 si è tenuta l'Assemblea annuale della Delegazione italiana del Cic, che ha confermato il consiglio direttivo uscente guidato da Nicolò Amosso. Nell'occasione è stata presentata la monografia sul cervo sardo che illustra i risultati del progetto sostenuto dalla Delegazione italiana
L'opera - firmata da Nicolò Amosso e da Enzo Berzieri (Stj, Cic Expert) e pubblicata dalla Delegazione italiana - conferma l'interesse del Cic nella pubblicazione di opere divulgative finalizzate alla conoscenza delle sottospecie endemiche della nostra nazione. Secondo le intenzioni manifestate dal Consiglio direttivo, sarà prossimamente pubblicato il lavoro sul camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata) condotto da Giorgio Boscarol.
Cervo sardo: non solo punteggi e detrazioni
Il lavoro sul cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus) è stato possibile grazie ai ritrovamenti conservati presso il Museo del Cervo sardo e del Complesso forestale Settefratelli di Cagliari. La pubblicazione si compone di due parti: alla presentazione della sottospecie firmata da Stefano Mattioli segue l'elaborazione delle misurazioni dei soli 17 reperti integri disponibili nel museo. È la prima volta che questi dati sono stati raccolti sistematicamente; oggi costituiscono un contributo alla conoscenza approfondita della sottospecie. I parametri raccolti - pur da un campione particolarmente piccolo - non sono semplicemente quelli necessari a conferire un punteggio Cic alla collezione museale (secondo il Trophy evaluation system, il sofisticato sistema di misurazione del Cic) ma costituiscono un quadro preliminare delle tendenze medie e della variabilità dei palchi, un primo passo per meglio conoscere le caratteristiche fisiche della sottospecie attraverso la morfometria dei trofei.
La sottospecie, come rilevato dal saggio di Mattioli e riscontrabile nella letteratura scientifica, presenta misure nettamente inferiori rispetto al cosiddetto cervo nobile. Pertanto la Delegazione e l'Abif presenteranno al Board tecnico del Cic previsto a Vilnius nell'agosto 2023 i parametri più appropriati per il calcolo del suo punteggio; in particolare, verrà proposta una rielaborazione dei coefficienti di detrazione, attualmente troppo penalizzanti per la sottospecie sarda.
Cervo sardo, le caratteristiche
Il cervo sardo - o, meglio, sardo-corso o tirrenico - rappresenta una sottospecie del cervo nobile, descritta per la prima volta nel 1777. Si distingue dal continentale per caratteristiche che costituiscono un adattamento alla vita peninsulare, alla scarsità di risorse trofiche e all'assenza di predatori. Il peso dei selvatici si attesta intorno al 60% della media delle popolazioni continentali (kg 90-120 per i maschi adulti, kg 50-75 per le femmine) mentre le misure lineari somatiche intorno al 90%. Lo stesso discorso vale per il palco: trattandosi di un "ecotipo di mantenimento" - quindi di una specie adattatasi a sopravvivere in ambienti relativamente poveri - il cervo sardo investe poco nella formazione del palco. Queste sono le sue caratteristiche raffrontate a quelle del Cervus elaphus:
- il palco rappresenta solo l'1,1% del peso corporeo contro valori tra 1,6-2,7% delle popolazioni europee;
- il palco risulta semplificato con tre punte per stanga;
- ago e corona terminale sono rari;
- le stanghe presentano frequentemente una palmatura.
A livello genetico, i moderni studi sul Dna hanno portato a concludere che in età neolitica (8.000 anni fa) fu l'uomo a trasportare esemplari dell'Italia peninsulare sulle isole. La popolazione si riprodusse regolarmente in Sardegna e Corsica fino al ventesimo secolo, quando la caccia (consentita in Italia fino al 1939 e in Corsica fino al 1948), il bracconaggio e la deforestazione la misero in serio pericolo.
Cervo sardo: una storia di rinascita
In Corsica si estinse negli anni Settanta mentre, in Sardegna, raggiungeva il suo minimo con soli 100 esemplari sopravvissuti in tre nuclei. L'impegno dell'Azienda foreste demaniali della Sardegna e la creazione di un'oasi Wwf nel 1985 permisero una ripresa che ha portato la sottospecie a recuperare fino ai circa 11.000 selvatici oggi presenti in una dozzina di nuclei. In Corsica, la reintroduzione di 13 esemplari sardi fondatori nel 1998 nell'ambito del progetto Life + One deer two islands ha permesso la colonizzazione dell'isola fino una consistenza di 1.400 capi rilevata nel 2017.
Il cervo sardo è ancora strettamente protetto; è incluso nell'Appendice II (stricly protected fauna species) della Convenzione di Berna del 1979, prioritario e - come tale - bisognoso di stretta protezione nella Direttiva habitat. La legge quadro nazionale (157/92) lo considera come specie particolarmente protetta. Rappresenta una ricchezza per la biodiversità della nostra Nazione.
Per maggiori informazioni sulla pubblicazione è possibile contattare la Delegazione italiana del Cic.
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