di Matteo Brogi
Caccia ad avancarica: la balistica
La caccia con armi ad avancarica può fornire grandissime soddisfazioni. Di sicuro, rappresenta un esercizio molto responsabile dell'esercizio venatorio. È però fondamentale, ancor più che nel tiro con armi a retrocarica, conoscere le prestazioni balistiche dello strumento che abbiamo a disposizione
Un cacciatore che si aggiri per campi e boschi con un'arma ad avancarica potrà anche apparire anacronistico ma è testimone di una scelta che esalta la sostenibilità del prelievo e accoglie una sfida, quella di conoscere le abitudini del selvatico al fine di avvicinarsi a sufficienza per un tiro efficace. Questo ho scritto nel mio precedente articolo Caccia ad avancarica: una scelta sostenibile e responsabile?, evidenziando come quella svolta con gli strumenti a polvere nera rappresenti un livello di caccia "evoluto" e "immersivo", dove non è bravo chi spara più lontano ma chi sa integrarsi nell'ambiente che lo circonda.
Sono un cacciatore moderno ma ciò non toglie che sia profondamente affascinato dalle manifestazioni venatorie più tradizionali, tra cui proprio la caccia ad avancarica che ho praticato in alcune occasioni. Confrontandomi con una realtà molto stimolante.
Nell'impiego venatorio, un'arma ad avancarica di produzione moderna non presenta limitazioni tecnologiche. Richiede però di fare i conti con un aspetto che la differenzia dal mondo delle armi contemporanee: la balistica. L'energia cinetica del proiettile e la sua caduta, inevitabilmente più accentuata, sono due parametri che ne influenzano l'efficacia.
La balistica della polvere nera: l'energia cinetica
Nel corso delle mie esperienze di caccia e dei preventivi test in poligono ho utilizzato una carabina Rolling block di produzione contemporanea in calibro .50 prodotta da Pedersoli e una palla di concezione moderna, la SST ML da 250 grani di Hornady (per inciso, ne esiste una versione atossica denominata Monoflex). A questo binomio ho associato una dose di 105 grani di polvere Svizzera numero 2.
Il caricamento così congegnato ha prodotto una velocità media alla volata di 560 m/s cui corrisponde un'energia cinetica di poco superiore ai 2.500 Joule. Siamo sui livelli di un .243 Winchester con palla GMX da 80 grani o di un .270 Winchester con palla SST da 120 grani. A 100 metri, interpolando i dati che ci restituisce un calcolatore balistico, scendiamo al limite inferiore del solito .243 Winchester (stavolta con palla SST da 87 grani), mentre le prestazioni del .270 sono già irraggiungibili.
Hornady fornisce una tabella balistica molto differente perché viziata dalla disponibilità - negli Stati uniti - di sostituti sintetici della polvere nera quali le formulazioni Pirodex e TripleSeven di Hodgdon, più performanti e sfortunatamente non distribuiti in Italia. Con questi preparati, forniti in cilindretti da 50 grani ciascuno, è possibile utilizzare una dose da 150 grani che restituisce prestazioni molto superiori.
La balistica della polvere nera: la curva del proiettile
Venendo a trattare della curva del proiettile, le differenze tra la polvere nera e il munizionamento moderno a retrocarica sono significative. Tarando a 100 metri l'arma che ho utilizzato per le mie esperienze con la polvere nera, ho calcolato un calo di 45 centimetri a 200 metri contro gli 8 centimetri prodotti da una cartuccia in .243 Winchester con palla Hornady SST da 95 grani. A 300 metri, riscontriamo un calo di 164 centimetri contro i 31 centimetri della cartuccia a retrocarica. Una parabola tanto curva impone, più che suggerire, un serio test in poligono per individuare con precisione i valori della compensazione. Tra l'altro, solo testando il sistema e commettendo qualche errore in poligono si apprendono quei segreti del tiro ad avancarica che vanno conosciuti e non sono affatto alchemici.
Chi porterà a caccia una carabina a polvere nera, quindi, dovrà essere un cacciatore molto attento alle prestazioni del sistema-arma che ha tra le mani, in quanto il punto di mira varierà grandemente al variare della distanza d'ingaggio del selvatico. Dovrà anche definire con senso di responsabilità la portata utile della sua arma: se, infatti, la caduta si può compensare, più complesso è il tema dell'energia cinetica residua che il proiettile può trasferire sul selvatico. C'è un limite e, a questo proposito, suggerisco la lettura del mio articolo Quanti joule servono a caccia?. Ciò non toglie che un'arma ad avancarica possa fornire moltissime soddisfazioni al cacciatore che desideri assolvere al suo impegno in un'ottica di massima sostenibilità.
Se sei interessato alla caccia sostenibile e alla conservazione dell'ambiente e della fauna selvatica, segui la pagina Facebook e l'account Instagram di Hunting Log, la rivista del cacciatore responsabile.