di Matteo Brogi
Benelli Magnifico, suprema evoluzione
Nella cornice del Palazzo ducale di Urbino – capitale del rinascimento scientifico italiano – Benelli Armi ha presentato la sua ultima creazione: un set di cinque fucili fini in cui sono condensati il know-how dell'azienda e stilemi stilistici di eccezionale raffinatezza
Magnifico è il nome dell'arma che compone il Set of five e rappresenta la summa dell'interpretazione del semiautomatico secondo Benelli. Un'arma ormai tradizionale da un punto di vista meccanico ma impreziosita da soluzioni tecniche innovative nella storia del produttore e dell'industria armiera in generale.
Legni di noce di grado cinque e preziosi incisioni – oltre 10.000 le ore impiegate complessivamente per la loro realizzazione – fanno del Magnifico la prima realizzazione di questo genere in casa Benelli e, se non la prima al mondo, certamente una delle prime basate sul sistema del semiautomatico. La citazione è evidentemente quella dei fucili basculanti fini pensati per i drive all'inglese, riletta in chiave moderna; dei cinque fucili due sono nel calibro maggiore, due in calibro 20 e uno in 28. Le coppie sono indistinguibili se non per il numero di matricola.
Armonia delle forme, grazia e bellezza ispirano Urbino – storica sede dell'azienda – e le colline del Montefeltro che la circondano. Luigi Moretti, presidente di Benelli Armi, con un messaggio inviato ai giornalisti presenti in occasione della presentazione ha ricordato come l'amore infinito per il bello, anche in un'ottica industriale, è sempre stato d'ispirazione per l'azienda. La conoscenza delle armi da parte del marchio e la curiosità tipica del Rinascimento, cui in questo contesto non si può non trovare ispirazione, sono lo spirito che hanno animato un progetto straordinario. Concetti rafforzati da Elena Gregori Daverio, che ha definito il Magnifico un «oggetto commovente nella sua perfezione» in un'epoca in cui l'ordinario è la ripetitività della produzione industriale e il lavoro manuale perde sempre più fascino tra le giovani generazioni. Magnifico, insomma, può farsi «ambasciatore nel mondo della bellezza».
Cinque anni di lavoro
La realizzazione del Magnifico e del Set of five ha richiesto cinque anni. Al momento la serie è impegnata in un tour mondiale che, dopo gli Stati Uniti, prevede alcune tappe italiane in attesa di continuare il viaggio nelle principali capitali europee.
A livello tecnico, Magnifico si ispira al modello Executive e presenta una carcassa in acciaio inossidabile con una meccanica a funzionamento inerziale, rifinita a mano per garantire la perfezione degli accoppiamenti; ogni componente interno è lucidato e spazzolato e riporta due cifre (le ultime del numero di matricola) che permettono l'associazione univoca all'esemplare per cui sono state realizzate.
La sicura, non più a traversino, è spostata sulla carcassa come in sovrapposti e doppiette, una soluzione non comune per il mondo del semiauto. La manetta dell'otturatore – a completare un quadro tecnico raffinato – è invece pieghevole, una scelta estetica che ha ricadute pure in senso funzionale.
Il design della guardia si ispira invece alle proporzioni della sezione aurea, individuabile nell'Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci oltre che nella scala elicoidale dei Torricini del Palazzo ducale. Per lo sgancio dell'astina è stato scelto un meccanismo a leva che sostituisce il classico tappo. Anche in questo caso un tributo al mondo dei basculanti. I cinque foderi, in visione prospettica, riproducono gli archi del cortile interno del medesimo Palazzo ducale di Urbino.
Le canne sono realizzate in cromo molibdeno e brunite a mano, da 700 mm nei calibri 12 e 20, da 650 mm nel 28. La strozzatura è fissa in tutti i casi; la bindella piena, arabescata a mano, porta un mirino d'oro.
L'eccezione diventa la norma
Venendo alle incisioni, sono realizzate a mano da Creative Art e hanno richiesto circa 2.000 ore di lavoro per ogni arma. Sono dedicate a ciascun calibro, identiche nella coppia. Tratto comune dello stile figurativo sono il cielo in oro giallo e un motivo di foglie e ghiande di quercia che incornicia le scene venatorie; le decorazioni sono realizzati con castoni in oro rosa a rilievo per le ghiande. L'iconografia sulla parte alta e posteriore della carcassa si ispira alla roverella (Quercus pubescens), peraltro presente a decorare il tavolo da campo del duca Federico da Montefeltro, signore di Urbino, che coniugava in sé la figura del grande condottiero con quella dell'illuminato uomo di cultura. Quanto ai soggetti, nel calibro 12 sono rappresentati dei germani in ambiente lacustre, nel 20 dei fagiani sotto la ferma di pointer in ambiente silvestre, nel 28 delle quaglie con dei setter.
La calciatura è in legno di noce, grado cinque, finita a olio secondo la migliore tradizione dei fucili fini. Il calciolo è in legno di bufalo, gli zigrini sono realizzati a mano a passo fine, la perfetta incassatura è curata da F.lli Piotti.
Curatissima è anche la valigetta, in cuoio, con un telaio in legno, realizzata a mano da Oscar Maschera. Il design è concepito secondo una logica di economia degli ingombri così da contenere i cinque fucili, essere trasportabile e, qualora si decida di portare un solo fucile, smontabile. Due supporti pieghevoli in metallo rendono possibile tenere il contenitore in posizione rialzata. Al suo interno sono presenti i salvapercussori in acciaio lucido cromato, un kit per la pulizia delle canne, una boccetta d'olio. A impreziosire ulteriormente l'allestimento è presente un cameo con la riproduzione de La dama con l'ermellino di Leonardo Da Vinci, simbolo del genio e del Rinascimento italiani, e una novella di Umberto Piersanti, candidato al premio Nobel per la Letteratura nel 2005, rilegata nello stesso cuoio della valigia.
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