
di Matteo Brogi
Benelli Lupo Alpha: l’evoluzione continua
Il progresso della tecnologia produttiva e delle scienze dei materiali permette di sviluppare prodotti un tempo nemmeno immaginabili. È il caso della versione Alpha della bolt action Benelli Lupo
Alpha, come la prima lettera dell’alfabeto greco. Ma, pure, in astrologia, come la stella più brillante di una costellazione, il principio di ogni cosa nella religione cristiana o, in etologia, l’elemento dominante, l’individuo che occupa il rango più elevato nella gerarchia della sua società. Come un lupo, appunto, e come la nuova e avveniristica versione della bolt action realizzata nello stabilimento urbinate di Benelli Armi.
La nuova carabina Lupo Alpha non è un semplice esercizio di stile – nonostante l’edizione limitata a soli 1.000 esemplari – ma la capostipite di una nuova tendenza di creare e di produrre che, da avanguardia di un progresso che porta anche nel settore delle armi le più recenti tendenze che già altri settori tecnologicamente evoluti hanno fatto proprie, si trasforma nell’avanguardia di un nuovo modo di fare impresa.
Obiettivi e aspirazioni
L’obiettivo dichiarato dall’azienda era quello di creare la carabina con chassis metallico più leggera al mondo. Tradizionalmente, i produttori agiscono sul contenimento delle masse per asportazione di materiale, adottando componenti alleggeriti (canne e otturatori scanalati, per esempio) oppure utilizzando materiali con peso specifico ridotto: lega leggera o titanio per le parti metalliche, fibra di carbonio per le calciature. Ogni azienda ha sviluppato una propria strada e metodiche che hanno finito per caratterizzarne lo stile.
La stessa Benelli, nello sviluppare la sua Lupo Alpha, ha fatto ampio ricorso a più soluzioni integrate, adottando una carcassa in alluminio, asportando materiale dove possibile (si vedano in questo senso le scanalature sull’azione – upper receiver – e le ampie asole della carcassa – lower receiver) e adottando accessori che mirano a risparmiare qualsiasi grammo non sia necessario alla funzionalità dell’arma; esemplare, in questo senso, la canna pencil profile. Ma il progresso tecnologico oggi permette di andare oltre. E Benelli l’ha fatto. Biomimetica, design generativo e additive manufacturing segnano il perimetro di una vera e propria “rivoluzione” portata in scena dalla Benelli Lupo Alpha.
La biomimetica
Con biomimetica – che letteralmente significa “imitazione della vita” – si definisce
la pratica di osservare e studiare la natura, i sistemi viventi in particolare, e le sue soluzioni per ispirare e sviluppare nuove tecnologie e design, cercando di imitare i principi e i meccanismi che la natura stessa utilizza per risolvere problemi e funzionare efficacemente. La sua nascita, come scienza, viene fatta coincidere con lo sviluppo del velcro, il noto sistema di fissaggio a base meccanica ispirato nel 1948 all’ingegnere svizzero George de Mestral dal frutto del cardo e dalla sua capacità di aderire ai vestiti e al pelo del suo cane.
Insomma, si tratta di un approccio scientifico che indaga come la natura, nella sua evoluzione, abbia affinato soluzioni affinché un dato sistema risponda a specifiche funzionalità. Nel caso specifico della carabina Lupo Alpha, l’obiettivo era quello di creare una struttura solida, stabile ed estremamente leggera. Fonte di ispirazione sono stati gli uccelli e il loro scheletro altamente specializzato che presenta cavità interne per esaltarne la leggerezza e permettere il volo.
Il design generativo
Per diventare progetto, l’ispirazione fornita dalla biomimetica richiede un innovativo metodo di progettazione, rappresentato dal design generativo, che utilizzando algoritmi e intelligenza artificiale ha permesso di generare soluzioni ottimizzate per soddisfare specifici vincoli strutturali e obiettivi prestazionali: nello specifico, leggerezza abbinata a resistenza meccanica.
A differenza del design tradizionale, dove il progettista parte da un modello predefinito, il design generativo crea progetti a partire da parametri e requisiti, esplorando un vasto spazio di soluzioni. Le forme risultanti sono complesse e, per similitudine con gli scheletri dell’avifauna, hanno cavità interne
impossibili da realizzare con i metodi tradizionali di produzione.
L’additive manufacturing
Per superare le limitazioni delle tecniche di produzione tradizionali si è fatto ricorso alla cosiddetta tecnologia additiva resa disponibile dalla comparsa delle stampanti 3D. Già dal 2016 Benelli Armi fa ricorso a questa tecnologia in fase di prototipazione, inizialmente appoggiandosi ad aziende esterne poi, dal 2023, autonomamente grazie all’apertura di un dipartimento di Additive Manufacturing interno dove, dalla prototipazione, si è passati alla produzione senza alcun vincolo progettuale: gli oggetti vengono creati addizionando strati successivi di materiale (un polimero la cui formulazione varia a seconda delle caratteristiche che deve possedere il pezzo finito) rendendo potenzialmente realizzabile qualsiasi forma concepibile dall’ingegno umano, senza i vincoli imposti dalle consuete metodologie produttive (stampaggio o iniezione, nello specifico).
Tre fasi per un unico obiettivo
La combinazione di questo approccio ingegneristico in tre fasi ha permesso di sviluppare un calcio e un’astina altrimenti non realizzabili, con tutta una serie di cavità che hanno ottenuto – insieme agli altri accorgimenti adottati – una riduzione ponderale di 500 grammi rispetto alla Lupo standard. Un risultato straordinario senza utilizzare la fibra di carbonio ma polimeri speciali, più facili da produrre e meno costosi.
La carabina Lupo si avvale di una configurazione a chassis formata da carcassa (lower receiver) in lega leggera di tipo aeronautico e azione in acciaio (upper receiver) che garantisce massima rigidezza dell’insieme e ha permesso di garantire l’arma con una precisione contenuta nel Moa alle classiche distanze del tiro venatorio. La canna di accoppia alla carcassa mediante un recoil lug che garantisce, in concorso con le altre caratteristiche del sistema, la massima precisione. L’azione è completata da una basetta monolitica in lega leggera per l’applicazione dell’ottica da puntamento. È applicata mediante fori filettati che ricalcano il sistema Remington, garanzia della massima disponibilità di componentistica presente sul mercato.
L’otturatore è il classico pushfeed a tre tenoni di ampio diametro che caratterizza il progetto; presenta, nella parte centrale, un restringimento che favorisce un posizionamento alto del caricatore, quindi della cartuccia da camerare. L'apertura è resa possibile dalla rotazione di circa 60 gradi del manubrio.
L'alimentazione del caricatore – bifilare da cinque colpi con setto interno di separazione – è possibile anche direttamente dalla finestra di espulsione.
La canna, priva di mire metalliche, è rastremata e termina con una volata da 15,4 millimetri di diametro sulla quale è riportato un filetto di 7/16”, con un adattatore fosfatato da 5/8” in dotazione; è criogenica, secondo la migliore tradizione Benelli.
Una particolare attenzione è stata dedicata alla progettazione dello scatto, ora alleggerito. È sempre del tipo diretto, a tre leve, ed è regolabile nel carico tra gli estremi di 650 e 1.650 grammi (6,4 - 16,2 Newton) rispetto allo standard regolabile tra 1.000 e 2.000 grammi (10-20 Newton). Coerentemente, il peso di sgancio impostato in fabbrica si è attestato sui 700 grammi. Tradizionale la sicura a due posizioni che blocca la catena di scatto e l’otturatore; quest’ultimo può essere svincolato a sicura inserita dalla leva di sblocco posizionata dietro la manetta di armamento.
Modularità estrema
Tornando alla calciatura, va segnalato che è stata disegnata e dimensionata a partire da uno studio sulle misure antropometriche medie delle mani dei cacciatori identificando i punti di pressione per favorire la presa. La sua ergonomia contribuisce a ottimizzare l’interazione tra arma e cacciatore: permette infatti la variazione della distanza del grilletto grazie alla presenza di un piastrino di regolazione, l’altezza del poggia-guancia grazie alla presenza del nasello Combtech intercambiabile (monta nasello standard, sono disponibili in opzione i naselli alto e basso); il comfort di tiro è enfatizzato da un calciolo in poliuretano speciale, dotato di una struttura interna in microbolle che riduce rinculo e rilevamento, anch’esso intercambiabile per variare la lop di serie (350 mm) di +/- 10 mm. Calcio e asta sono predisposti per il montaggio delle basi per la cinghia. L’asta presenta inoltre due fori con tappi per montare il bipiede.
Per le finiture, Benelli Armi ha optato per il suo top tecnologico Best (Benelli Surface Treatment) in colorazione Metal grey opaca per tutti i componenti metallici; il polimero impiegato per la realizzazione dei due componenti costituenti la calciatura presenta una texture composta da filamenti neri e grigio-verde che vanno a costituire la particolare colorazione Tree bark brown di calcio e asta.
Benelli Lupo Alpha: il futuro è oggi
La Lupo Alpha è un’arma avveniristica, contraddistinta da un design innovativo che spacca la tradizione formale delle armi convenzionali. Frutto di anni di studio e dell’applicazione delle più attuali tecniche industriali, è stata realizzata in un’edizione limitata a 1.000 esemplari nel solo calibro .308 Winchester (con canna da 510 mm contraddistinta da un passo di rigatura di 1:10”). Porta con sé la maestria dell’azienda urbinate nelle realizzazioni meccaniche e tutta una serie di elementi innovativi, direi quasi dirompenti.
Il test nel Centro esperienze di Benelli Armi ha fornito risultati coerenti con le (elevate) aspettative riposte nell’ultima proposta sviluppata dagli ingegneri di quello che è uno dei più innovativi produttori nazionali. Nei parametri la precisione, eccellente la fluidità di funzionamento prodotta dal sistema di otturazione che, a vantaggio della rapidità d’azionamento, prevede la finitura Best lucida dell’otturatore. Ottimo lo scatto. La rigidità del sistema, enfatizzata dal sistema con chassis, è garantita dalla peculiare configurazione del calcio, alleggerito dove serve ma sufficientemente rigido sugli assi lungo i quali il rinculo si trasferisce alla spalla del tiratore.
La carabina Benelli Lupo Alpha è certamente una delle novità più innovative presentate alla comunità dei cacciatori nel corso degli ultimi anni. Coniuga i pregi dell’ormai rinomata architettura Lupo con i benefici di un’arma ultra-leggera, dal peso che si attesta sui 2.600 grammi. Uno strumento affidabile ed efficace per chi necessita di impegnarsi in contesti operativi dove anche un solo grammo in più sulle spalle rappresenta un ostacolo. La sua linea è forse dirompente sotto l’aspetto estetico ma è assolutamente gradevole.
Su Hunting Log ho già recensito i modelli Lupo Best Wood, Lupo Best Wood nasello regolabile e Lupo Best Elevated II.
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