di Diana & Wilde
Beccacce e beccaccini: quale cane scegliere?
La caccia a beccaccia e beccaccino con il cane da ferma richiede ausiliari che portino nel proprio patrimonio genetico una spiccata specializzazione per le due specie
di Vincenzo Pio
Beccacce e beccaccini non sono gli unici selvatici “veri”. Le quaglie, presenti per lo più nel periodo estivo, meritano un discorso a parte, così come forcelli e coturnici, cacciabili solo nelle zone montane di poche Regioni e con non poche limitazioni. Ci concentriamo, stavolta, sulle qualità richieste ai cani da ferma per la caccia alle beccacce e ai beccaccini.
Un buon cane da beccacce
Il cane da beccacce deve innanzi tutto avere una cerca ampia e ben adatta all’ambiente in cui si esercita l’attività venatoria. Deve infatti esprimersi in zone boscose di diverso tipo con macchie sempre verdi e fitto sottobosco (boschi cedui di quercia, faggeti, pinete, abetaie sul cui fondo ci sono rocce, muschi eccetera) in cui la concentrazione di scolopacidi è per lo più bassa.
Serve, pertanto, un cane che abbia una cerca ampia ma sempre collegata, un cane con una passione indomita, capace di cacciare per ore in ambienti difficili, un cane avido e con la capacità di adattarsi a tutti i terreni, anche i più sporchi e impenetrabili.
Tra queste qualità, una delle più importanti è il collegamento spontaneo, posto che nel bosco il cane che rimane collegato al conduttore senza necessità di particolari richiami risulta prezioso quando il silenzio è fondamentale.
Il cane beccacciaio, inoltre, deve avere la capacità di mettere a frutto le esperienze venatorie maturate su un selvatico che assume comportamenti imprevedibili; deve avere intelligenza e notevole memoria, imparando le rimesse, affinando i modi di cercare e approcciarsi al selvatico.
Ovviamente, la ferma deve essere solidissima, così da consentire al cacciatore di arrivare sul cane e piazzarsi in modo tale da poter sparare con successo, cosa che nel bosco fitto non è sempre agevole. Il cane da beccacce, inoltre, deve possedere la capacità di recuperare il selvatico e un riporto sicuro e sollecito.
Beccaccino, un selvatico difficile e leggero
Il cane da beccaccini deve esprimersi in ambienti molto differenti, per lo più acquitrini erbosi, praterie allagate, risaie, torbiere, rive paludose di laghi, stagni e fiumi, incolti e terreni arati parzialmente allagati. Pertanto, oltre a essere ben collegato, deve possedere una cerca ampia, equilibrata e impostata sul vento, sì da coprire ed esplorare tutto il terreno a disposizione, considerato che il beccaccino può trovarsi ovunque, anche in una piccola pozza d’acqua isolata.
Ciò posto, la principale dote che il cane deve possedere è una spiccata attitudine a fermare il beccaccino.
Il beccaccinista deve essere in grado di avvertire a notevole distanza anche la più piccola emanazione e, di conseguenza, serve una grande potenza olfattiva per fermare a lunga distanza un animale “leggerissimo”.
Un grande cane da beccaccini sarà immancabilmente un grande cane da caccia, in grado di fermare con sicurezza ogni tipo di selvatico, mentre non è vero il contrario tant’è che ci sono ausiliari che, pur fermando con perizia fagiani, starne e beccacce, hanno grandi difficoltà sul beccaccino.
Non è una questione di razza
Quanto alle razze, non ne esistono di più vocate alla beccaccia o al beccaccino. Tutte le razze possiedono le caratteristiche essenziali per ben figurare in queste forme di caccia, sicché il consiglio è studiare attentamente il patrimonio genetico degli avi, nel senso di valutare le caratteristiche e l’impiego cui erano destinati nonni e genitori.
È infatti altamente probabile che un cane che ha nel suo patrimonio genetico l’intelligenza di adattarsi alla caccia nel bosco diventerà un buon cane da beccacce, così come un cane che ha nel patrimonio genetico la capacità di fermare i beccaccini potrà diventare un bravo specialista per quel tipo di caccia.
Articolo concesso da Diana & Wilde / Edizioni Lucibello, novembre 2024
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