di Matteo Brogi
Barnes Vor-Tx Ttsx: la quarta generazione del rame
Una polvere vivace spinge la palla Ttsx della cartuccia Barnes Vor-Tx a velocità che garantiscono un'energia elevata per il calibro .243 Winchester. Più che sufficiente a insidiare il suo selvatico d'elezione, il capriolo. Ma non solo
Marchio tra i più iconici nel settore del munizionamento monolitico, Barnes bullets è operativo dal 1932. In quell'anno Fred Barnes iniziò in Colorado la produzione e la commercializzazione di una propria linea di proiettili da caccia. Il business sarà portato avanti con successo fino al 1974, quando verrà rilevato da Randy e Coni Brooks che lo trasferiranno in Utah. Si susseguiranno altre proprietà finché, nel 2020, in seguito al concordato in cui viene coinvolta Remington, l'azienda passa nelle mani di Clarus corporation, azienda leader nel settore dello sport e dell'outdoor, che la acquisisce per 30,5 milioni di dollari.
X bullet: una storia che parte da lontano
Randy, prima di passare il testimone ad altri, nel 1985 aveva sviluppato il progetto di una palla monolitica in rame. Si trattava della X bullet, commercializzata nel 1989, tra i primissimi tentativi di realizzare una cartuccia atossica.
Dotata di una penetrazione eccellente (superiore del 28% rispetto alle alternative disponibili all'epoca) ma di una attitudine all'espansione talvolta problematica, avrà estimatori e detrattori che avvieranno quella guerra di religione che ancora imperversa tra gli estimatori delle leghe alternative al piombo e i cultori del munizionamento convenzionale. Quel che conta, nella storia di Barnes, è che la X bullet le permette di consolidarsi come azienda aperta all'innovazione e alla sostenibilità del prelievo venatorio. Per ovviare ad alcuni limite della palla X, nel 1997 verrà lanciata la versione Xlc (X lubrification coating) dotata di un coating che aumenta la scorrevolezza nella canna riducendo il deposito tra le rigature.
Nel 2003 sarà il momento della palla Tsx (Triple-shock X), fornita di anelli di forzamento, in grado di ridurre la superficie di contatto tra la palla e i principi della rigatura; viene così eliminato il coating lubrificante pensato per la Xlc. Nel 2008, la sigla Tsx si arricchisce di una ulteriore lettera "t" (Ttsx - Tipped triple-shock X) che sta per tipped e va a indicare un proiettile dotato di puntalino in polimero che migliora ulteriormente il suo coefficiente balistico. Si tratta in definitiva della quarta generazione del progetto X che, nel 2011, si è arricchito della proposta Lrx (Long range X) pensata espressamente per il tiro venatorio a lunga distanza. Rispetto alla Ttsx, a parità di calibro, è una palla più lunga, quindi più pesante, con un coefficiente balistico ancora superiore così da contenerne la caduta.
Dai componenti alla cartuccia finita
Per i primi 80 anni della sua lunga storia Barnes produce unicamente componenti per la ricarica. L'introduzione di una linea di munizioni è del 2011, ai tempi della proprietà Remington: si succederanno caricamenti per pistola, carabina e fucile a canna liscia, anche in questo caso a palla asciutta. Nel 2016 è stata commercializzata una versione Euro che, come dichiarato in occasione della presentazione a Iwa 2016, è dedicata al mercato europeo in un numero di calibri piuttosto contenuto, nel pieno rispetto degli standard pressori imposti dal Cip. Le prestazioni ricalcano quelle delle cartucce vendute in America sotto il cappello della Saami.
Ho provato questo caricamento in vari calibri (.243 Winchester, .308 Winchester e .30-06 Springfield) e in vari pesi di palla ottenendo sempre risultati tra l'ottimo e l'eccellente. In poligono come a caccia. Stavolta mi sono concentrato sul calibro minore, che amo molto per la sua precisione intrinseca e la dolcezza del rinculo. Una variabile, a volte, in grado di sopperire a quell'energia in meno che caratterizza la balistica del calibro. L'ho testato in una carabina Remington 700 SP SS, distribuita dal medesimo importatore (Paganini) che cura Barnes sul mercato nazionale.
La prova del dieci
A dispetto di altre occasioni, dove il munizionamento Barnes ha offerto i risultati migliori con l'arma in prova, con questa Remington 700 ho ottenuto qualcosa in meno di quello che mi aspettavo. Ma non - voglio sottolinearlo - per demerito della cartuccia. La 700 ha infatti ottenuto risultati egregi con tutti i quattro caricamenti selezionati (11-24 millimetri) ma ha dimostrato di digerire meno bene le palle più lunghe; la rosata migliore (11 millimetri) l'ha infatti ottenuta con un caricamento convenzionale Sako Gamehead da 90 grani il cui proiettile spunta 24,4 millimetri di lunghezza, quasi 3 millimetri in meno rispetto alla nostra Barnes Ttsx. Difficile, onestamente, che un passo di rigatura che dà il meglio di sé con un proiettile di questa lunghezza e ottiene eccellenti risultati con una palla da 58 grani (Winchester Varmint X, rosata da 16 mm) possa stupirci anche con una palla tanto lunga.
Definire non soddisfacente una rosata da 24 mm - quale quella ottenuta dall'abbinamento della Barnes Tts con la Remington 700 - sarebbe quantomeno improprio. Siamo comunque in un campo di eccellenza che conferma, quindi, che la Ttsx è una palla precisa che riesce a ottenere ottimi risultati con qualsiasi tipo di arma.
Questo risultato conferma - se mai ce ne fosse bisogno - che la realizzazione di un binomio arma-munizione perfetto è pratica condizionata da molti fattori, in primis il passo di rigatura della canna.
In termini strettamente balistici, il caricamento Vor-Tx fornisce prestazioni elevate, con una notevole velocità alla volata cui corrisponde un'energia adeguata all'abbattimento dei selvatici cui è dedicata. Il capriolo, soprattutto. Nel tiro selettivo se ne può ipotizzare l'impiego anche su animali di stazza superiore.
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