di Andrea Reversi
A Roma un lupo attacca un bimbo. Tutto va bene, madama la marchesa
Alle porte di Roma, un bimbo di quattro anni è stato vittima di un attacco da parte di un lupo. Le conseguenze per fortuna sono state serie ma non gravi, quel che sorprende però è l'approccio al fatto da parte delle autorità e degli organi di informazione
Roma, martedì 10 settembre, ore 22. Nel parchetto della Speranza tra via Gino Cervi e via Amalia Bettini a Vigne Nuove un lupo, che da diversi giorni si aggira nella zona, attacca un bambino di quattro anni che passeggia in compagnia dello zio. Fortunatamente l'intervento di un gruppo di giovani scongiura il peggio, ma il piccolo comunque riporta diverse ferite da morso alla schiena che rendono necessario il trasporto in pronto soccorso. Un fatto di cronaca preoccupante confermato dalle autorità che si attiveranno per rimuovere l'animale, una giovane femmina catturata e successivamente liberata altrove.
A preoccupare maggiormente più del fatto, di per sé gravissimo, sono i contorni della vicenda. Nonostante da giorni i residenti segnalassero la presenza tutt'altro che pacifica dell'animale, le autorità sono intervenute solo dopo l'aggressione. L'episodio non ha inoltre avuto la risonanza mediatica che ci si aspetterebbe per un simile accadimento e, laddove riportato dagli organi di informazione, il taglio dato ha cercato di minimizzare l'accaduto.
Lupo, minaccia o vittima?
Anche la cattura dell'animale, avvenuta la mattina di giovedì 26 settembre, ha assunto contorni surreali ed è stata trattata, più che come la rimozione di una minaccia, come il salvataggio di un animale in difficoltà. La lupa, dopo essere stata narcotizzata è stata subito trasportata nel Parco nazionale d'Abruzzo dove è stata liberata. La cattura è stata addirittura accompagnata da un comunicato dell'assessore all'Agricoltura ai Parchi e al Bilancio della Regione Lazio Giancarlo Righini che ha affermato, senza riferimento alcuno al bimbo malcapitato, che «la cattura della giovane lupa è avvenuta con grande efficienza, senza eccessivo clamore, che avrebbe solo creato un ingiustificato allarme fra i cittadini, e soprattutto rispettando il benessere dell'animale che adesso è già al sicuro all'interno di un'area faunistica protetta».
Il lupo e la rana bollita
Che il lupo goda di simpatia, almeno da parte di chi un lupo è ragionevolmente certo di non trovarselo mai davanti, è cosa nota. Che esista una lobby che fa della "lupofilia" un mantra e della protezione del lupo tout court una ragione di vita lo è altrettanto. Sinceramente però, non ci saremmo aspettati che un simile episodio riuscisse a passare pressoché totalmente sotto traccia. Viene da chiedersi se gli accadimenti dei mesi scorsi, come quelli di Vasto, dove lo stesso Ispra aveva certificato il primo attacco a un uomo da parte di un lupo, o l'aumento esponenziale delle interazioni tra predatore e uomo abbiano prodotto gli effetti di intorpidimento ben esposti da Noam Chomsky nel principio della rana bollita. Comunque sia, la situazione ci si para davanti in tutta la sua drammaticità. Non solo per la presenza fuori controllo del lupo, ma per la cecità di chi della situazione pare non cogliere minimamente la pericolosità o, addirittura peggio, la coglie e volontariamente finge non ci sia nulla di cui preoccuparsi.
Ci torna alla mente il ritornello di quella canzonetta francese resa celebre in Italia da Nunzio Filogamo. Tutto va ben, madama la marchesa. Tutto va ben, va tutto ben.
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