La maggioranza ha inserito un'articolo alla legge finanziaria di prossima approvazione con l'intenzione di risolvere il problema dei ricorsi
La maggioranza ha inserito un'articolo alla legge finanziaria di prossima approvazione con l'intenzione di risolvere il problema dei ricorsi - © Presidenza della Repubblica
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di Redazione

Caos calendari, maggioranza cerca soluzione e gli animalisti insorgono

La maggioranza vuole risolvere il caos generato dai ricorsi ai calendari venatori con un emendamento alla legge finanziaria, ma il mondo animalista non ci sta e intona il solito piagnisteo

Lo aveva annunciato anche Lollobrigida nei mesi scorsi e pare che la soluzione, almeno parziale, sia in dirittura d'arrivo. La maggioranza ha infatti inserito, tramite un emendamento, un articolo alla legge finanziaria di prossima approvazione con l'intenzione di porre ordine al caos dei ricorsi ai calendari venatori. L'idea di fondo è quella di modificare l'art. 18 della l. 157/92, che tra le altre cose norma l'emanazione dei calendari venatori da parte delle Regioni, per limitare l'incisività dei ricorsi e sanare il vulnus che penalizza i cacciatori in caso di sospensiva.

Nello specifico l'art. 82-bis della bozza di legge finanziaria introduce quattro modifiche all'attuale testo della 157. Le modifiche sono abbastanza tecniche e prevedono l'inserimento di premesse e sostituzioni parziali o totali di alcuni commi dell'articolo 18. Qualora approvate definitivamente, le modifiche interverrebbero, tra le altre cose, sul ruolo del parere del Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale, che sarebbe di fatto affiancato ed equiparato a quello dell'Ispra nella previsione normativa, e sui tempi e sulle procedure in caso di ricorso.

In merito a questo ultimo aspetto, la modifica accorcerebbe i tempi per la presentazione del ricorso, che scenderebbero a 30 giorni rispetto ai 90 attualmente previsti. Il nuovo testo avrebbe come principale effetto quello di evitare che la scadenza cada a ridosso dell'avvio della stagione venatoria. Si prevede inoltre che i Tribunali amministrativi regionali fissino la discussione entro il trentesimo giorno dalla presentazione del ricorso e soprattuto che, in caso di sospensione cautelare, "riacquistino efficacia i limiti di prelievo e gli orari giornalieri fissati da ciascuna Regione con l’ultimo calendario venatorio legittimamente applicato". Tradotto: nessuna interruzione dell'attività venatoria, bensì l'applicazione fino alla sentenza delle regole utilizzate la stagione precedente.

Ovviamente la proposta ha scatenato le ire del mondo ambientalista che è salito sulle barricate e ha dispiegato tutti i mezzi, mediatici e non, per ostacolarne l'approvazione, arrivando anche a invocare l'intervento di Sergio Mattarella. «È inaccettabile - affermano Animalisti Italiani, Cabs, Enpa, Federazione Nazionale Pro Natura, Lac, Lav, Leal, Leidaa, Legambiente, Lipu, Lndc, Oipa, Rete dei Santuari, Wwf Italia - che il Parlamento, anche durante la sessione di bilancio, quando si devono assumere decisioni fondamentali per il futuro del Paese, si presti a questi scambi. Chiediamo quindi un intervento tempestivo e risoluto del Presidente della Repubblica per tutelare i diritti costituzionali, ambientali e giuridici dei cittadini e delle generazioni future».

Non resta che seguire l'evoluzione dei lavori parlamentari e, qualora passino le modifiche, sperare che tengano alla prova dei fatti quando saranno emanati, e sicuramente impugnati, i calendari venatori della prossima stagione.

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