di Redazione
Orsi, Fugatti ne stende un altro e gli animalisti protestano
Nel fine settimana in Trentino gli agenti del corpo forestale hanno abbattuto un altro orso
La Provincia autonoma di Trento ha abbattuto un altro orso. Si tratta del terzo abbattimento dall’inizio dell’anno e l’episodio è emblematico, oltre che di un cambio di passo nella gestione degli orsi, anche dell’aumento dei conflitti tra plantigradi e attività antropiche. Come per gli ultimi abbattimenti, la rimozione era stata avvallata dall’Ispra e il presidente della Provincia ha firmato il decreto quando l’animale era già nel mirino degli uomini della forestale per non dar tempo agli animalisti di presentare ricorso.
Questa volta, dopo M90 a febbraio e KJ1 a giugno, è toccato a M91, un esemplare che negli ultimi mesi si era reso protagonista di diversi episodi preoccupanti. L’orso era sotto osservazione dalla scorsa primavera quando aveva seguito a lungo una persona. Da allora l’animale, che nel frattempo era stato dotato di radicollare, aveva ripetutamente interferito con l'uomo, tanto da farlo incasellare nel valore 16 su18 della scala di pericolosità prevista dal Pacobace, il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali.
Ovviamente non appena avuta la notizia il mondo animalista ha intonato il consueto piagnisteo e ovviamente non è mancato l’intervento della solita Michela Vittoria Brambilla. «Quanto avvenuto - ha tuonato la parlamentare - è l'ennesima dimostrazione dell'ossessione dei politici trentini per gli orsi: per chi ama gli animali e passa la propria vita a difenderli e per la stragrande maggioranza degli italiani che è contraria alla loro uccisione tutto ciò è inaccettabile». Se da una parte quindi si cerca di attuare una corretta gestione della specie, fondata su protocolli scientifici e avvallata dagli organi competenti, dall’altra si registra invece la solita sterile e dogmatica reazione ideologica.
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