di Redazione
Il Commissario nega la deroga al Piemonte
Il Piemonte aveva chiesto la deroga per praticare l’attività venatoria in Zona di Restrizione I e in Zona CEV, ma il commissario ha risposto negativamente "bacchettando" la Regione
«Non si ritiene di potere esprimere parere favorevole alla concessione della deroga in quanto l'attività venatoria descritta dalla richiesta non si inserisce chiaramente in una strategia di controllo/eradicazione della PSA». È questo il passaggio centrale della nota con cui Giovanni Filippini, Commissario straordinario alla Peste suina africana, ha risposto alla Regione Piemonte che aveva formulato una richiesta di deroga per autorizzare l’attività venatoria in Zona di Restrizione I e in Zona CEV, la nuova “Zona di Controllo espansione virale" istituita dall’ultima ordinanza.
Nella risposta viene ribadito che l’obiettivo prioritario delle misure previste dalla normativa vigente è l’eradicazione e la sorveglianza della peste. Quello della riduzione dei danni alle colture agricole, indicato dalla Regione per giustificare la richiesta di deroga, per quanto legittimo, in questo momento viene definito "non coincidente" con le strategie di contrasto al virus. Tradotto, se le attività di prelievo non rispondono all'esigenza di gestire la malattia, i cacciatori restano a casa.
Il Commissario ha inoltre segnalato che il GOE, il Gruppo operativo degli esperti, ha fatto presente che, per le zone oggetto della richiesta di deroga, mancano un ‘obiettivo-densità’ da raggiungere e informazioni relative alla stima di popolazione da ridurre numericamente. In attesa di poter disporre di dati ed elaborazioni che consentono di stimare adeguatamente la probabilità che in dette aree non sia presente il virus della peste suina africana, quindi, la priorità va data alla ricerca rinforzata delle carcasse e non al depopolamento.
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