di Redazione
Presentato il ricorso per "salvare" i cervi abruzzesi
Non si placano i tentativi del mondo animalista di salvare i 469 cervi che dovrebbero essere prelevati nei prossimi mesi in Abruzzo
Ancora una volta il mondo animalista cerca la sponda di un Tribunale amministrativo. Negli scorsi mesi abbiamo più volte riportato notizie relative alla decisione della Regione Abruzzo di autorizzare il prelievo selettivo del cervo per ricondurre la specie a densità maggiormente compatibili con le attività antropiche. La questione ha fin dal suo esordio scatenato i malumori del mondo animalista che si era mobilitato contro la scelta con sit in di protesta e raccolte firme.
Ora, tre associazioni, Lac, Lndc animal protection e Wwf, hanno annunciato di aver depositato un ricorso al Tribunale amministrativo dell'Aquila chiedendo l'annullamento della delibera di Giunta che autorizza il prelievo e la sua sospensione in attesa della discussione di merito. Mossa quest'ultima che potrebbe fermare il prelievo indipendentemente dalla fondatezza delle posizioni alla base del ricorso come spesso accade per i calendari venatori.
Secondo gli animalisti i dati alla base del piano di prelievo non sarebbero affidabili in quanto derivanti dai censimenti effettuati dai cacciatori stessi, mentre sarebbero scarsi o "fumosi" quelli relativi ai danni causati dalla specie. Presunte mancanze tecniche, insomma, nonostante nei giorni scorsi fossero stati proprio i maggiori esperti della specie a prendere posizione a favore della scelta intrapresa dalla Regione. «Non è tollerabile - questa la posizione di Lac, Lndc e Wwf - che le interazioni fra gli animali selvatici e le attività umane si risolvano sempre con la condanna a morte degli animali». Come al solito, più che per perseguire la tutela di un interesse legittimo, il ricorso è usato come uno strumento per perseguire fini ideologici.
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