di Redazione
Oltre 150 orsi abbattuti in due giorni in Svezia
Mentre in Italia si fatica a gestire la specie e ogni ordinanza di rimozione viene sistematicamente impugnata, in Svezia, nei soli primi due giorni della stagione di caccia, sono stati abbattuti oltre 150 orsi
La stagione di caccia all'orso in Svezia ha preso il via mercoledì 22 agosto e, nelle prime due giornate di prelievo, sono già stati abbattuti 152 animali. Quest'anno il Paese, che ospita una delle più grandi popolazioni di orso bruno del continente europeo dopo quella rumena, ha fissato il numero di esemplari prelevabili a quota 486, ovvero il 20% della popolazione. Lo scorso anno si è invece toccato il picco di 722 plantigradi abbattuti.
La scelta del governo svedese, per quanto pienamente sostenibile e compatibile con la conservazione di una popolazione che negli anni passati aveva sfiorato i 3.300 esemplari a fronte della soglia minima per scongiurarne l'estinzione ferma a 1400, come accade in Italia del resto, scatena le proteste del mondo animalista dentro e fuori dai confini nazionali. A differenza del Bel Paese, però, in quello scandinavo le autorità hanno schierato le forze di polizia a difesa del corretto svolgimento della stagione venatoria e per scongiurare le proteste violente delle frange più estreme degli animalisti.
La caccia all'orso in Svezia è per lo più praticata per motivi tradizionali, anche con l'ausilio di cani, dal momento che la bassissima densità abitativa dello stato scandinavo, la familiarità con la specie e l'abbondanza di risorse trofiche riduce al minimo e conflittualità e i rischi per le attività antropiche. Non solo orsi, però. In Svezia lo scorso anno sono stati abbattuti ben 77 lupi su una popolazione totale di soli 460 e anche la lince è cacciabile. Insomma, non proprio lo stesso approccio scelto in Italia.
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