L'obiettivo primario è difendere il comparto suinicolo lombardo
L'obiettivo primario è difendere il comparto suinicolo lombardo - © Jerzy Strzelecki
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di Redazione

Lombardia, nuove regole per la Peste suina africana

Una nuova ordinanza regionale recepisce le novità nazionali e introduce alcuni elementi finalizzati a massimizzare le azioni di depopolamento

Attilio Fontana ha firmato ieri la nuova ordinanza regionale in materia di Psa. Il documento, che ha come oggetto "Disposizioni per la prevenzione e il controllo della diffusione della Peste suina africana", è finalizzato a rendere più efficaci possibili le azioni di contrasto alla malattia al fine di difendere il comparto suinicolo lombardo che da solo vale circa 5 miliardi di euro e conta oltre la metà dei maiali allevati in Italia.

Oltre a recepire quanto rimodulato dall'ordinanza nazionale dello scorso maggio, l'atto lombardo introduce alcune interessanti novità. Come detto, tra le altre cose, si mira a massimizzare gli abbattimenti di cinghiali per togliere alla malattia il principale vettore, ovvero i cinghiali. Per questo le azioni di controllo dovranno avvenire prioritariamente applicando modalità selettive, con frequenza di almeno tre volte alla settimana e con modalità che dovrebbero rimuovere gli ostacoli burocratici che che ne hanno limitato l'incisività. Si introduce inoltre la facoltà di potere sostitutivo da parte della Regione qualora gli enti gestori delle aree protette non siano in grado di portare avanti i piani di abbattimento in misura soddisfacente.

Un'altra novità riguarda l'autoconsumo dei cinghiali abbattuti in controllo in area infetta, facoltà concessa alle regioni dalla norma nazionale. L'ordinanza fissa in otto il numero di capi che ogni operatore volontario potrà trattenere, ovviante nel rispetto di stringenti prescrizioni di natura sanitaria. Per quanto riguarda l'attività venatoria, invece, vengono sostanzialmente riconfermate tutte le norme già in vigore. Nessuna possibilità di prelievo venatorio in ZR2, solo selezione in ZR1 e norme di biosicurezza obbligatorie per tutte le forme di caccia nelle zone colpite dalla malattia.

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