di Redazione
Elezioni europee, cosa cambia per la caccia
Per quanto non ancora ufficiali, i dati relativi alle preferenze dei singoli candidati ci danno un'indicazione su chi di loro verrà eletto a Bruxelles e provare a immaginare l'approccio ai temi di interesse venatorio delle singole pattuglie di europarlamentari
Quella che ci lasciamo alle spalle si sta delineando come una tornata elettorale foriera di importati cambiamenti a livello europeo. Al di là dei risultati nel nostro paese, ne sono una riprova i contraccolpi che si registrano negli altri all'estero, dallo scioglimento del parlamento in Francia alle dimissioni del premier belga. Ciononostante esistono risvolti infinitamente meno significativi ma importanti per comprendere come potrebbe evolvere la politica europea su caccia e protezione dell'ambiente.
Un primo passo per farlo è capire chi dei candidati vicini alle istanze del mondo venatorio è stato eletto e quali sono i partiti che hanno ottenuto maggiore consenso. Se a livello europeo assistiamo a un generale avanzamento delle destre e a un arretramento dei verdi, in Italia questi ultimi crescono grazie ai consensi raccolti dalla lista Alleanza Verdi e Sinistra (AVS). La percentuale ottenuta da questo partito è comunque molto inferiore a quella registrata dal partito del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che resta saldamente il primo partito del Paese aumentando leggermente i voti rispetto al 2022.
Per quanto riguarda i candidati italiani, possiamo dire che i principali rappresentanti delle istanze venatorie fossero Pietro Fiocchi e Sergio Berlato, entrambi europarlamentari uscenti, e Francesco Bruzzone che ha giocato buona parte della sua campagna elettorale sul consenso del mondo venatorio. Fiocchi e Berlato hanno raccolto 19mila preferenze il primo e 46mila il secondo. Con questi numeri, anche in rapporto al numero di seggi conquistati da Fratelli d'Italia, si può dare per scontata la loro rielezione. Non è purtroppo così per Bruzzone che, pur avendo collezionato oltre 24mila preferenze, pare destinato a restare fuori dal gruppo di europarlamentari eletti dalla Lega.
I tre politici non erano però gli unici candiati che potevano essere bollati come "vicini alla caccia". Tra questi andranno a occupare uno scranno a Bruxelles Carlo Fidanza, capodelegazione uscente, Elena Donazzan, Laura Magoni, Nicola Procaccini e Paolo Inselvini di FdI, Flavio Tosi di Forza Italia e Isabella Tovaglieri della Lega. Bisogna ora aspettare i dati definitivi sulla composizione dell'Europarlamento per comprendere quali saranno le possibili alleanze e di conseguenza come cambieranno le politiche europee nei confronti della caccia e della conservazione.
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