di Redazione
Torna l'incubo influenza aviaria?
Il primo caso di morte legato al ceppo H5N2 e alcuni episodi di contagio da bovino a umano riaccendono i riflettori su una malattia fortemente correlata anche con l'attività venatoria
Pochi giorni fa l'Oms, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato il primo caso al mondo di decesso a seguito di infezione del ceppo H5N2 dell'influenza aviaria. La vittima è un uomo messicano di 59 anni affetto da patologie pregresse e al momento si ignora come possa aver contratto il virus dal momento che non risultano precedenti contatti con uccelli o altri animali. Nonostante il caso registrato, le autorità hanno però escluso la possibilità di un contagio massiccio per la popolazione. Contemporaneamente, negli Stati Uniti, si registrano diversi casi di contagio nei bovini e sono stati accertati ben tre casi di infezione da bovino ad umano seppur al momento nessuno di questi abbia avuto conseguenze mortali. In questo caso il ceppo è l'H1N1.
L'influenza aviaria è una malattia virale altamente contagiosa e alcune sue varianti sono potenzialmente in grado di causare una grave malattia e di infettare sia l'uomo che un'ampia varietà di mammiferi e di uccelli. Questi elementi ne fanno una problematica di primaria importanza sia per le possibili ripercussioni economiche sul comparto avicolo, sia per i potenziali rischi per la salute umana. Gli uccelli acquatici, e in particolare gli anatidi, rappresentano l'ospite naturale per il virus dell'influenza aviaria e per questo la gestione della malattia coinvolge anche l'attività venatoria.
La caccia però, oltre ad essere direttamente coinvolta come possibile fonte di contagio e vettore del virus, svolge anche un importante ruolo nell'attività di monitoraggio. La sorveglianza attiva tramite il campionamento degli anatidi abbattuti durante la stagione venatoria si è infatti rivelata un importante tassello nella capacità delle autorità sanitarie di intercettare il virus al fine di porre in atto le opportune misure di biosicurezza. Per questo, e non solo a causa dei possibili divieti, è necessario che l'attenzione sul tema del mondo venatorio sia massima.
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