di Redazione
Gli studi pagati dai cacciatori diventano letteratura scientifica
Lo scorso 16 dicembre è stato ufficialmente pubblicato su una rivista scientifica lo studio sulla cesena finanziato da Federcaccia Lombardia
Più volte, nelle recenti stagioni venatorie, il tema dei dati scientifici a supporto delle scelte di pianificazione del prelievo di talune specie è stato al centro del dibattito all'interno delle aule di tribunale. Le scelte delle Regioni che si discostano dal parere Ispra, sebbene spesso nemmeno quest'ultimo sia supportato da recenti evidenze scientifiche, vengono sovente, qualora impugnate, annullate perché i giudici propendono, in assenza di dati, a imporre l'allineamento al parere per precauzione. In questo contesto, la notizia della pubblicazione dello studio sulla cesena realizzato grazie al finanziamento di Federcaccia Lombardia sul Journal of Ornithology, una prestigiosa rivista scientifica, assume particolare rilievo.
L'articolo "Non-breeding ranging behaviour, habitat use and prebreeding migratory movements of Fieldfares (Turdus pilaris) wintering in southern Europe" (Comportamenti legati agli spostamenti nel periodo non riproduttivo, uso dell'habitat e movimenti migratori pre-riproduttivi delle cesene (Turdus pilaris) svernanti in Europa meridionale) evidenzia i risultati ottenuti grazie al "Progetto cesena"; il progetto di ricerca, interamente finanziato da Federcaccia Lombardia, è stato condotto con lo scopo di comprendere le dinamiche della migrazione prenuziale e i luoghi riproduttivi delle cesene svernanti in Lombardia al fine di supportare con dati scientifici le scelte sulla data di chiusura del prelievo della specie.
Lo studio ha evidenziato non poche discrepanze con la tesi supportata da Ispra che identifica l'inizio della migrazione prenuziale nella seconda decade di gennaio.
«Pubblicare uno studio su una rivista scientifica - ha commentato Federcaccia Lombardia - ne certifica il valore e lo accredita nel mondo accademico e scientifico. Dobbiamo continuare su questa strada, dimostrando che l'esperienza dei cacciatori può essere supportata da dati scientifici, dati che permettono a una dirigenza sempre più attenta e preparata, di confrontarsi con le Istituzioni con argomentazioni forti, basate su numeri, per tutelare la caccia e i cacciatori».
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