Secondo Federcaccia Lombardia gli obiettivi del piano oggi sono irrealizzabili
Secondo Federcaccia Lombardia gli obiettivi del piano oggi sono irrealizzabili - © Andrea Dal Pian
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Psa, Fidc Lombardia: Obiettivi irrealizzabili, servono i cacciatori

Qualche settimana fa è stato approvato dalla struttura commissariale il nuovo piano straordinario di gestione del cinghiale. Il piano prevede, per la sola Lombardia, l'obiettivo di abbattere 27.000 cinghiali in un anno a fronte dei 13mila circa abbattuti attualmente e introduce la figura del "Bioregolatore". Regione Lombardia, da mesi impegnata fattivamente nella lotta alla Peste suina africana, oltre ad aver recepito le indicazioni del Commissario, ha recentemente stanziato 725mila euro per le polizie provinciali al fine di incrementare gli abbattimenti in regime di controllo. Il presidente di Federcaccia Lombarida Lorenzo Bertacchi ha però espresso delle critiche all'approccio che l'ente ha adottato.

«Il 4 settembre ho inviato le nostre idee agli assessori Beduschi e Bertolaso, dopo la presentazione del nuovo piano: ora è iniziata la stagione di caccia ordinaria e non si è fatta la cosa più semplice, cioè aumentare le possibilità di cacciare almeno nelle zone non infette! Gli obiettivi del piano oggi sono irrealizzabili: non basta aumentare i piani (già oggi di fatto non ci sono limitazioni quantitative agli abbattimenti) o stanziare fondi. Serve uniformare la caccia di selezione per renderla più efficace su tutto il territorio, e bisogna far fruttare le potenzialità della caccia collettiva al cinghiale. Noi ci facciamo anche promotori della formazione dei "bioregolatori", ma suona solo come un titolo in più per gli stessi soggetti già attivi».

Secondo Bertacchi, se non saranno coinvolti i cacciatori nella gestione dell'epidemia, difficilmente si otterranno dei risultati. Non va nascosto, però, che nei primi 18 mesi di gestione del virus la risposta del mondo venatorio, o almeno di parte di esso, agli stimoli e alle richieste della struttura regionale chiamata a gestire l'emergenza, è stata talvolta inferiore alle aspettative. Ora che la malattia minaccia sempre di più la suinicoltura lombarda e il suo indotto vedremo se si riuscirà a trovare una nuova sinergia tra istituzioni e mondo venatorio.

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