di Redazione
Piombo e munizioni, quali sono le richieste
Certezze sull'applicazione del Regolamento UE 2021/57, indicazioni chiare alle autorità di controllo e mappatura ufficiale delle zone umide nazionali. Sono queste le principali richieste formulate da parte delle Associazioni venatorie e del CNCN nell'incontro con i rappresentanti dei Ministeri Ambiente e Agricoltura
Si è tenuto ieri l'incontro tra i rappresentanti delle Associazioni venatorie riunite nella Cabina di regia (Federcaccia, Enalcaccia, ANLC, ANUUMigratoristi, Arcicaccia, Italcaccia e il CNCN - Comitato Nazionale Caccia e Natura) e quelli dei Ministeri dell'Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) e dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf). Al centro dell'incontro il nuovo Regolamento europeo che vieta l'impiego di munizionamento contenente piombo nelle zone umide.
Le Associazioni venatorie, pur esprimendo apprezzamento per la circolare emessa dal Masaf nel febbraio scorso, hanno sottolineato le numerose criticità che ancora permangono nell'applicazione di una normativa che rischia di rendere la pratica dell'attività venatoria più difficile o priva di certezze giuridiche. Oltre alla tematica non secondaria dell'individuazione delle zone umide stesse, infatti, al momento il dettato normativo presenterebbe anche mancanza di chiarezza applicativa. «In particolare - lamentano le Associazioni - la previsione di sanzioni di natura penale basate su una vera e propria presunzione di colpevolezza in caso di semplice possesso di una cartuccia contenente piombo nella prossimità di una zona umida, peraltro in spregio ai principi fondamentali del diritto».
La Cabina di regia ha chiesto quindi ai rappresentanti del Governo l'emanazione, entro l'apertura della prossima stagione venatoria, di un nuovo provvedimento di recepimento avente forza di legge nel quale siano chiaramente indicate le condotte che i cacciatori dovranno assumere e le indicazioni per le autorità di controllo affinché si evitino interpretazioni della normativa vessatorie nei confronti della caccia e dei cacciatori. È stato chiesto inoltre che, così come già avvenuto in altri Paesi, sia predisposta una mappatura delle zone umide in Italia, a beneficio dei cacciatori e delle autorità deputate al controllo.
Richieste assolutamente lecite che però, considerati i dieci giorni che ci separano dall'inizio della stagione, rischiano di rimanere inevase.
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