di Redazione
Emanata una nuova ordinanza Psa
Da oggi è in vigore una nuova ordinanza che detta le regole in materia di peste suina africana
È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale ieri l'ordinanza che, a far data da oggi 1 settembre 2023, normerà fino al 24 febbraio del prossimo anno i comportamenti e i divieti da adottare nella lotta contro la peste suina che, soprattuto dopo l'ingresso in alcuni allevamenti suinicoli della Lombardia, preoccupa sempre di più.
L'ordinanza definisce le misure di eradicazione, controllo e prevenzione che devono essere applicate nelle zone istituite in conformità al regolamento delegato (UE) n. 2020/687 e al regolamento di esecuzione (UE) n. 2023/594 sia nelle zone infette e nelle zone di restrizione parte II correlate a casi di PSA nelle popolazioni di cinghiale, sia in caso di sospetto e conferma di PSA in suini detenuti nelle relative zone di protezione e sorveglianza e zone di restrizione parte III. Vengono inoltre dettate regole anche per le zone confinanti.
Il documento ricalca a grandi linee quanto previsto dalla precedente ordinanza e adatta i principi già noti all'evoluzione della malattia registrata negli ultimi mesi. Visto però l'appropinquarsi della stagione venatoria, il documento si preoccupa anche di dettare disposizioni in materia di caccia. In zona infetta è vietata l'attività venatoria collettiva (caccia collettiva effettuata con più di tre operatori) di qualsiasi tipologia e a qualsiasi specie e resta assolutamente vietata l'attività venatoria nei confronti della specie cinghiale. Sono consentite invece le altre forme di caccia, comprese quelle che prevedono l'utilizzo del cane, purché nel rispetto dei protocolli di biosicurezza. I cacciatori, cinghialai a parte, possono dunque tirare un sospiro di sollievo.
Vengono poi dettate le modalità di controllo faunistico che sarà messo in campo sopratutto al fine di prevenire la diffusione della PSA nelle aree prossime al confine esterno della zona di restrizione II. Si specifica che la scelta dei metodi di intervento è da ricondurre solo alla classificazione in zona di restrizione indipendentemente dalla classificazione faunistica del territorio interessato e che le misure previste per i piani di depopolamento del cinghiale si applicano anche nelle aree protette a ogni livello. La lotta alla malattia prosegue dunque nel segno della normalizzazione da una parte e dell'accelerazione delle operazioni di depopolamento dall'altra.
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