di Redazione
Lo spettro di un nuovo referendum
L'associazione Rispetto per tutti gli animali fa sapere di aver depositato presso la Corte di Cassazione la dichiarazione per la raccolta firme di cinque possibili referendum, due dei quali riguardano l'abolizione della caccia
Non si danno pace le associazioni animaliste che, nonostante i ripetuti fallimenti, sembrano intenzionate a continuate a percorrere la strada dei referendum per ottenere l'abolizione dell'attività venatoria. Questa volta è il turno dell'associazione Rispetto per tutti gli animali, che ha fatto sapere di aver attivato la procedura per ottenere il nullaosta alla raccolta delle firme di ben cinque quesiti referendari.
Di questi, due riguardano l'abolizione dell'attività venatoria, uno per chiedere l'abrogazione della sperimentazione sugli animali, un quarto per "abolire" gli allevamenti intensivi e l'ultimo per vietare l'utilizzo di animali nel corso di «manifestazioni storiche e culturali».
Non intendiamo entrare nel merito delle bislacche tesi dei promotori, se non per riportare uno stralcio delle dichiarazioni del presidente della sigla animalista, il 55enne torinese Giancarlo De Salvo. A chi gli ha fatto notare che già più volte simili iniziative sono fallite, talune anche miseramente, ha risposto: «Se non raccoglieremo le firme in tempo, riproporremo l'iniziativa ogni anno. Fino a quando non vinceremo».
Apprezziamo la caparbietà, per il resto siamo convinti che simili trovate, più che rappresentare una minaccia per il mondo venatorio, servano solo a mostrate quanto poco assennati siano "dall'altra parte della barricata".
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