di Redazione
Abbattimento lupi: il Tar boccia gli animalisti
Il Tar di Trento, chiamato a giudicare i ricorsi degli animalisti, non ha accolto la richiesta di sospensiva dando di fatto il via libera all'abbattimento dei due lupi
Il Tribunale amministrativo di Trento, con ben tre distinti decreti, ha respinto nuovamente le richieste delle associazioni animaliste, Enpa, Oipa, Leidaa, Lav, Wwf e Leal, di sospendere il decreto di abbattimento di due lupi firmata dal Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti. La decisione di abbattere i due esemplari è stata presa dopo che un branco sui Monti Lesini, in particolare in località Malga Bordera, si è reso protagonista di numerosi attacchi a danno di animali da reddito in poche settimane. Il Tar ha poi fissato per il 12 settembre la trattazione dei ricorsi, ma per quella data i due lupi porterebbero essere già stati abbattuti.
«Il prelievo mediante uccisione di soli due individui nell'ambito del branco - hanno scritto i giudici amministrativi - per certo non compromette la complessiva integrità della specie animale tutelata, con riguardo alla sua consistenza numerica non solo nell'intero territorio italiano e del Trentino ma anche nella stessa area geografica della Lessinia (dove sono attualmente presenti almeno 30 esemplari di lupo)». Ma non solo. «Tale misura può assumere la funzione di legittimo ed efficace strumento di tutela del patrimonio zootecnico locale, che non solo è cespite fondamentale per l'economia del territorio, ma è anche un elemento portante per la stessa cultura antropica di quest'ultimo, assolutamente coerente con la necessaria integrità dell'attuale contesto ambientale». Parole che pesano come macigni nei confronti di istanze, quelle degli animalisti, che avevano sempre sostenuto l'importanza della tutela del singolo esemplare per tutelare la specie nel suo insieme.
Le associazioni animaliste, ovviamente contrariate, annunciano la volontà di proseguire la battaglia legale ricorrendo al Consiglio di Stato impugnando la sentenza del Tar, ma, a giudicare dalle ultime puntate, pare proprio che il vento sia davvero cambiato e che la giurisprudenza, dopo anni di appiattimento sulle posizioni dei ricorrenti, stia lentamente spostandosi su posizioni di buon senso.
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