di Redazione
Torna alta la preoccupazione per l'influenza aviaria
Il risconto di nuovi focolai di influenza aviaria sia in un allevamento sia in popolazioni selvatiche di gabbiani torna a preoccupare il Ministero della Salute. L'attenzione resta alta anche per il mondo venatorio
L'influenza aviaria torna a preoccupare. Il Ministero della salute, con una nota diffusa nei giorni scorsi avente come oggetto "Focolaio di HPAI in allevamento rurale con rilevamento di positività sierologica in mammiferi domestici. Nuovi casi di HPAI in gabbiani in provincia di Ravenna" ha reso noto appunto che sono stati registrati diversi casi di influenza aviaria sia all'interno di un allevamento di pollame in provincia di Brescia sia nelle popolazioni di gabbiano comune e gabbiano roseo nel ravennate. Nel primo caso si è inoltre registrata la positività al virus anche di alcuni mammiferi, nello specifico alcuni cani e un gatto.
La circolare, in considerazione degli episodi verificatisi, dopo aver richiamato al rispetto di quanto previsto dalla normativa, prosegue raccomandandosi di applicare le indicazioni generali per la prevenzione dell'infezione nell'uomo compresa la necessità di informare la popolazione di evitare il contatto con animali domestici e selvatici deceduti o con segni di malattia.
Occorrerà ora monitorare la situazione, non solo per le ovvie ragioni legate alla tutela della salute, ma anche alla luce delle ripercussioni indirette che un eventuale aggravarsi della situazione epidemiologica potrebbe avere sull'attività venatoria. In particolar modo, sebbene la caccia possa essere considerata un'attività utile al monitoraggio passivo della malattia, la movimentazione della selvaggina rischia di diventare un'attività sempre più a rischio.
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