di Redazione
Per gli animalisti altane e capanni costituiscono un abuso edilizio
Pan-Eppaa, Wwf e Lipu hanno presentato un esposto alle procure di Trento e Rovereto nel quale prospettano potenzialmente il reato di abuso edilizio a carico di tutti i cacciatori trentini
In virtù del principio che permette alla Provincia autonoma di Trento di normare l'attività venatoria anche difformemente da quanto previsto dalla legge nazionale, i cacciatori trentini non sono costretti a dover scegliere tra la pratica venatoria in forma vagante e quella da appostamento fisso. La stessa normativa, non dovendo di conseguenza concentrarsi sull'esclusività della forma di caccia, ha inserito tra gli appostamenti fissi tutti quelli "realizzati in muratura o altra solida materia con preparazione di sito", comprese le altane per la caccia agli ungulati, e ha prescritto come titolo autorizzativo una semplice comunicazione al Comune amministrativo competente.
Ora, alcune associazioni animaliste - Pan-Eppaa, Wwf e Lipu - hanno presentato un esposto alle procure di Trento e Rovereto sostenendo che tali appostamenti sarebbero veri e propri abusi edilizi con le conseguenze penali del caso. Nell'esposto, dopo aver fatto una dettagliata ricostruzione della normativa, gli animalisti richiamano una sentenza della Corte Costituzionale che, giudicando una legge del Veneto, ha stabilito che la costruzione di un appostamento fisso per la caccia debba essere accompagnata da un regolare permesso di costruire. Secondo gli animalisti quindi, la semplice comunicazione al Comune non sarebbe sufficiente e, di conseguenza, ogni titolare di appostamento fisso sarebbe passibile di denuncia per abuso edilizio.
Se si calcola che in Trentino il numero di cacciatori si aggira intorno alle seimila unità, si può presumere che ci siano appostamenti fissi in ragione di tale numero e, se l'interpretazione delle associazioni animaliste dovesse essere accolta, praticamente tutti i cacciatori trentini rischiano di finire in tribunale. Inoltre le associazioni animaliste lamentano anche una difficolta della pubblica amministrazione nel tener traccia di tutte le postazioni fisse di caccia. Occorrerà ora vedere come intenderanno procedere le Procure e se, in tal caso, dopo una prima fase istruttoria, scatteranno le eventuali denunce a carico di centinaia se non migliaia di cacciatori.
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