di Redazione
Federcaccia a supporto delle attività di formazione universitarie
Federcaccia ha recentemente partecipato a un interessante progetto di formazione nel quale alcuni studenti della facoltà di Scienze e tecnologie agrarie e forestali dell'Università del Molise hanno visitato diverse località toscane per toccare con mano l'impatto degli ungulati sulle attività agricole
Alcuni studenti del Dipartimento di Agricoltura, ambiente e alimenti di Unimol iscritti al corso "Impatto degli ungulati selvatici sulle colture agricole e forestali", hanno avuto modo, accompagnati dal dott. Aldo Di Brita, tecnico faunistico e docente del corso, di partecipare, con il supporto di Federcaccia Siena, a un viaggio di formazione di quattro giorni in alcune località della Toscana con lo scopo di approfondire la materia di studio sul campo.
Il primo giorno, il dott. Davide Senserini, tecnico faunistico e membro del Coordinamento giovani di Federcaccia, ha illustrato ai ragazzi i diversi miglioramenti ambientali effettuati in favore della fauna selvatica locale, mostrando le diverse problematiche incontrate soprattutto sotto l'aspetto tecnico. Successivamente gli studenti molisani hanno visitato l'Azienda sperimentale faunistica di Radicondoli, dove hanno toccato con mano le diverse problematiche nella gestione degli ungulati selvatici appenninici.
Nei giorni successivi gli studenti hanno preso parte al convegno organizzato dalla Federcaccia provinciale di Siena e da Alessandro Semplici, dove i relatori Paolo Varuzza (biologo e tecnico faunistico) e Chiara Pucci (dottoressa forestale e tecnico faunistico) hanno discusso della gestione degli ungulati in Toscana e dell'importanza dei rilevamenti biometrici nello studio delle popolazioni di ungulati selvatici. Il viaggio è poi proseguitò con un incontro con l'Accademia biometrica faunistica italiana dove diversi misuratori hanno mostrato come avvengono le varie operazioni di rilevamento
A margine di questa interessante esperienza, gli studenti hanno anche avuto occasione di visitare la stazione di inanellamento di Malpasso dove hanno assistito alle operazioni di cattura e marcatura degli uccelli.«Un viaggio di formazione unico nel suo genere - ha commentato Federcaccia - a conferma del fatto che i giovani sono in prima linea in attività di studio e ricerca inerenti la gestione faunistica ed ambientale».
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