di Redazione
Gli animalisti contro il commissario Caputo
"Un bel tacer non fu mai scritto". Recita così un ben noto proverbio. Ed è proprio il caso di ricorrervi per definire il comunicato che l'Osservatorio Savonese Animalista ha rilasciato per commentare la nuova ordinanza commissariale per la gestione della peste suina.
«La lunghissima norma, - ha dichiarato l'associazione - piena di riferimenti a leggi e regolamenti italiani e comunitari che la rendono poco comprensibile, affida agli abbattimenti il depopolamento dei cinghiali nelle zone interessate dall'epidemia. Il Commissario, pur essendo un tecnico di settore, non ha riflettuto sul fatto che i casi positivi aumentano lentamente. L'unica spiegazione è che i cinghiali si muovono relativamente poco quindi i contatti e la conseguente trasmissione della malattia sono rallentati. Dare loro la caccia, sia pur con diverse cautele, fa muovere in fuga i cinghiali, sani o malati, che diffonderanno ancora di più la malattia. L'ordinanza ripropone inoltre l'uso massiccio delle gabbie di cattura, seguite dalla crudele fucilazione di animali intelligente e sensibili, sia nelle campagne che negli abitati. Nessun cenno invece alla somministrazione di immunocontraccettivi GonaConTM di ultima generazione».
Ma non poteva mancare anche la condanna del ricorso all'operato del mondo venatorio, che la struttura commissariale vede invece come alleato. «Ed infine - conclude la nota - sono coinvolti negli abbattimenti i cacciatori, trattati come salvatori della situazione ed invece unici colpevoli, per aver liberato alla fine del secolo scorso centinaia di cinghiali per ripopolamento e per esercitare un'attività che, lo hanno spiegato da tempo gli scienziati, fa crescere il numero degli animali invece di ridurli: sembra incredibile ma è così».
Che dire? Ogni commento ci pare superfluo. Ci compiaciamo solo del fatto che, se il commissario riceve tutte queste critiche dal mondo animalista, probabilmente è perché sta procedendo nella giusta direzione.
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