di Redazione
Peste suina, il Commissario riscrive le regole
In data 20 aprile, Vincenzo Caputo, il commissario straordinario per la peste suina, ha firmato un'ordinanza che modifica profondamente le regole per la gestione della malattia
Da una prima lettura il cambio di passo è immediatamente percepibile. Il commissario straordinario per la gestione della Peste suina africana pare aver deciso di cambiare strategia e premere sull'acceleratore nella lotta al virus. Per questo con una nuova ordinanza ha praticamente riscritto le regole per le attività di contenimento della specie all'interno della "Zona di restrizione II", la cosiddetta zona infetta.
Nel testo si legge che è «necessario procedere alla revisione complessiva delle misure (...) alla luce dell'evoluzione della situazione epidemiologica per mettere in sicurezza le province limitrofe alle zone di restrizione caratterizzate da una forte vocazione zootecnica a seguito dell'estensione dell'area di circolazione virale». Pur non citandole direttamente, il riferimento a Lombardia ed Emilia Romagna, che da sole rappresentano circa i due terzi della filiera suinicola nazionale, è chiaro.
Nuove regole per il controllo
A cambiare sono soprattuto le regole relative alle operazioni di depopolamento della specie cinghiale all'interno della zona infetta. Resta vietato, come nella precedente ordinanza, il prelievo venatorio della specie cinghiale e sono consentite solo le operazioni di controllo. Per tali operazioni però cambiano le regole. La zona infetta sarà sostanzialmente divisa in due. La parte più esterna, costituita da una fascia di 15 km entro i confini della stessa, e una parte "centrale".
Nella prima, dove è fondamentale limitare gli spostamenti dei cinghiali verso l'esterno, si continuerà con gli abbattimenti selettivi. Nella seconda oltre alla selezione, e qui sta la principale novità, torneranno a essere utilizzabili i cani, seppur in numero massimo di tre. In entrambe le zone, specifica l'ordinanza, l'abbattimento selettivo potrà avvenire anche di notte e sparando da veicolo.
Cosa cambia per le altre attività antropiche
L'ordinanza riscrive le regole anche per le altre attività umane che in questi mesi erano state limitate a causa della diffusione della malattia. In sostanza si passa da un sistema incentrato sul divieto di praticare talune attività a uno che le permette in deroga al divieto subordinandole però a protocolli di biosicurezza finalizzati a ridurre i rischi di diffusione della peste.
Tra le misure richieste comuni alle varie attività viene previsto l'obbligo di sostituzione e disinfezione delle calzature utilizzate all'interno dell'area infetta. L'obbligo di sanificazione è ovviamente esteso anche ai mezzi utilizzati, siano essi veicoli funzionali alle attività agrosilvocolturali o le biciclette usate per l'attività di biking.
Nel corso delle varie attività, inoltre, i cani dovranno essere tenuti al guinzaglio e dovranno essere accuratamente evitati tutti i rumori e i comportamenti che potrebbero disturbare la fauna presente causandone lo spostamento. Infine l'allegato rammenta che dovrà essere segnalato alle autorità competenti ogni eventuale ritrovamento di carcasse di cinghiale o cinghiali in evidente stato di difficoltà.
I cinghiali abbattuti non saranno più distrutti
Un'altra importante novità riguarderà il destino degli animali abbattuti durante le operazioni di controllo all'interno della zona infetta. A oggi per tali carcasse era di fatto impedito il consumo e venivano distrutte. D'ora in avanti invece, sempre che non risultino positive alla Psa, potranno essere destinate al consumo umano e alla commercializzazione purché transitino all'interno di impianti di trasformazione che prevedano la cottura delle carni.
Oltre alle novità finora elencate torna a essere possibile, nelle regioni indenni dalla malattia, la movimentazione dei capi di cinghiale anche non finalizzata all'abbattimento. Tradotto: i cinghiali catturati all'interno delle aree protette torneranno a essere ceduti alle aziende agrituristicovenatorie recintate per le operazioni del caso.
Da ultimo, si fa per dire, dalla lettura dell'ordinanza si evince una cosa. L'attività venatoria in zona infetta, eccezion fatta per la caccia al cinghiale e quella collettiva con più di tre cacciatori, è permessa. Insomma, si va verso una "normalizzazione responsabile" delle attività. Caccia compresa.
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