di Redazione
Il silenzioso ritorno della lince
Era il 2 marzo 1973 quando un gruppo di cacciatori sloveni liberò la prima lince nelle foreste del paese muovendo i primi passi di quello che sarà uno dei progetti di reintroduzione meglio riusciti d'Europa. Da allora i cacciatori hanno giocato un ruolo fondamentale nel ritorno di questa affascinante specie
Sono passati cinquant'anni da quando hanno preso il via, con l'apporto fondamentale del mondo venatorio locale, le azioni di reintroduzione della lince euroasiatica (linx linx) nelle foreste slovene. Le conoscenze e le esperienze maturate in quel percorso sono state fondamentali come incoraggiamento e riferimento quando nel 2017 è stato avviato il progetto europeo Life Linx finalizzato al salvataggio della popolazione di linci dinariche e alpine dall'estinzione e alla sua conservazione a lungo termine.
Ad oggi il mondo venatorio è uno dei principali partner nel progetto e collabora, tra le altre, con azioni di monitoraggio della specie e di prevenzione dei fenomeni di bracconaggio. Ne è un esempio la conferenza organizzata lo scorso anno dall'Associazione dei cacciatori della Slovenia. Tre giorni durante i quali grazie al confronto tra cacciatori e ricercatori coinvolti nei diversi progetti è stato possibile condividere le conoscenze ed espandere la rete di gruppi di interesse. Ascoltando esperti provenienti da Austria, Croazia, Germania, Italia, Slovenia e Svizzera, i partecipanti hanno potuto imparare dai progetti di reintroduzione in Europa. Oltre alla locale associazione di cacciatori all'evento hanno aderito anche membri Face, la federazione che riunisce le sigle venatorie eropee, provenienti da ben dieci diversi paesi.
Recentemente anche il mondo venatorio italiano sta avendo un ruolo nelle azioni di reintroduzione della lince previste nel nostro paese. Nelle scorse settimane infatti, in seno al progetto ULyCA2, parte del più ampio progetto Life, che prevede la liberazione di alcuni esemplari nella foresta di Tarvisio, è toccato ai cacciatori friulani "battezzare" il primo esemplare maschio liberato in natura, Jago. Non solo azioni simboliche come la scelta dei nomi però. Nel progetto è fondamentale infatti il supporto dei cacciatori nel gruppo di lavoro in cui confluiscono le più rappresentative associazioni venatorie presenti in Friuli Venezia Giulia (Fidc, Enalcaccia e Libera Caccia) il direttore della locale Riserva di caccia Tarvisio-Malborghetto, il presidente del Distretto venatorio Mario Agnola e gli esperti del Progetto Lince Italia e dei Carabinieri forestali.
Chissà che con il lupo cerviere, così è anche chiamata la lince, si riesca a non commettere gli stessi errori fatti con i progetti di tutela del lupo che oggi sono alla base, oltre che di una situazione problematica, di una forte contrapposizione ideologica tra "protezionisti" e mondo venatorio.
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