di Redazione
Oggi si celebra il World Wildlife Day
Ricorre oggi la giornata mondiale della fauna selvatica, promossa dalle Nazioni unite per celebrare fauna e flora del pianeta. Una riflessione sul ruolo della caccia nella conservazione
Oggi è il World Wildlife Day, la giornata mondiale per la fauna selvatica. Per l'occasione l'Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha inaugurato una nuova sezione tematica del suo sito dedicata a "Fauna, ambiente e uomo" con materiali di approfondimento sul tema della biodiversità. «L'Italia dispone di un patrimonio faunistico tra i più ricchi in Europa - leggiamo sul sito - circa un terzo delle specie animali europee è presente in Italia e il 20% delle specie della fauna terrestre e di acqua dolce è endemica o subendemica». Una situazione della quale andare fieri e il punto dal quale partire per elaborare la consapevolezza che è necessario lavorare per proteggere e incrementare questo patrimonio.
Va però ricordato che alla conservazione di questo patrimonio hanno contribuito, in molti casi in in maniera sostanziale, anche quelle realtà oggi additate dalla gran parte dell'opinione pubblica come minaccia per la biodiversità. Lo ricorda bene il comunicato rilasciato da Costa Parchi, azienda che oggi gestisce diverse strutture tra zoo e acquari, due su tutte l'Acquario di Genova e il Bioparco di Roma. Sono infatti numerose le specie che l'Europa avrebbe visto estinguersi, se non fossero intervenuti i parchi zoologici e gli acquari italiani con i ripopolamenti in natura di esemplari nati in ambiente controllato. La sopravvivenza dell'ibis eremita, del tritone sardo e dello storione dell'Adriatico, solo per fare qualche esempio, si devono solo alle strutture che in molti oggi vorrebbero veder chiuse perché, a loro dire, lesive dei diritti degli animali.
Un ruolo fondamentale lo ha avuto, e continua ad averlo tuttora, anche l'attività venatoria. Superfluo forse ricordare come buona parte delle aree oggi protette, arrivate fino a noi meglio conservate nel corso dei decenni, siano state un tempo riserve di caccia e proprio per questo si siano conservate meglio del restante territorio (ne parlammo in un articolo in occasione del centenario del Parco del Gran Paradiso). Che dire poi dei numerosi progetti che il mondo venatorio porta avanti per la conservazione di alcune specie oggetto di prelievo venatorio e di come invece altre, sottratte alla caccia e allontanate dalle "grinfie" dei cacciatori, non abbiano fatto altro che accelerare il loro declino, abbandonate al loro destino da chi è convinto che proteggere equivalga solo a vietare. Una tra tutte il gallo cedrone.
Un altro aspetto dell'attività venatoria pesantemente criticato e che, peraltro, suscita forti contrapposizioni anche all'interno della comunità dei cacciatori quando si parla di conservazione in Africa è quello della caccia ai trofei. Eppure, anche in questo caso, ne ha parlato Matteo Brogi in un approfondimento pubblicato a novembre, basta indagare un po' meglio il tema per comprendere come siano maggiori le tesi a favore rispetto a quelle contro e che, come ha avuto modo di scrivere in un altro articolo, «là dove la caccia è presente - attribuendo un valore anche economico alla fauna - quest'ultima prospera; dove si è preferito inibire l'esercizio venatorio consapevole e regolamentato, invece, la fauna entra in competizione con svariati interessi concorrenti - economici e di convivenza - e spesso versa in stato di vulnerabilità».
Oggi è il World Wildlife Day, celebriamo quindi flora e fauna del pianeta, ma non dimentichiamo di celebrare anche la caccia.
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