di Redazione
Ricorso in vista per il piano di controllo dei daini del Circeo
In un articolo dal titolo "Il daino della discordia" pubblicato esattamente un mese fa avevamo scritto:
«Merita una menzione anche la popolazione del Parco del Circeo sulla quale, animalisti permettendo, dal 2023 dovrebbero partire gli abbattimenti per un totale di circa 250/300 daini l'anno per cinque anni». A distanza di trenta giorni ci accorgiamo di quanto quel breve inciso, animalisti permettendo, fosse, per quanto involontariamente, profetico.
È infatti notizia di ieri che l'Oipa, l'Organizzazione Internazionale Protezione Animali, venuta a conoscenza del fatto che l'inizio delle operazioni di abbattimento è calendarizzato per il mese di gennaio, ha annunciato la volontà di impugnare davanti al Tar il piano di gestione della specie daino adottato dal Parco nazionale del Circeo.
Nel suo comunicato stampa, l'organizzazione animalista afferma che «quella che si prepara è una strage» e che «aprire il fuoco in territori protetti significa ignorare il nuovo articolo 9 della Costituzione che ha introdotto la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi». L'Oipa accusa inoltre il Parco di aver disatteso l'impegno preso nel 2020 di valutare tutte le possibilità, non cruente e senza sparo, iscritte a vario titolo nel Piano per raggiungere l'obiettivo della diminuzione della popolazione di daini.
Gli animalisti probabilmente ignorano che, non solo il Parco non ha disatteso l'impegno preso, ma soprattuto che tutti i tentativi esperiti per evitare gli abbattimenti si sono rivelati fallimentari. Sarebbe quindi il caso che si rassegnassero, una volta per tutte, al fatto che non esiste gestione senza "controllo".
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