di Redazione
Peste suina, il Commissario: «Servono cacciatori professionisti»
In una recente intervista al Secolo XIX il commissario per la Psa Angelo Ferrari ha aperto alla possibilità di far ricorso a cacciatori professionisti per implementate il numero di cinghiali abbattuti. L'emergenza è ben lontana dall'essere finita e se non sarà potenziato il depopolamento all'interno dell'area infetta il rischio è quello di trovarsi davanti ad un peggioramento della situazione anziché ad un miglioramento.
Facendo il punto sulle criticità, il commissario ha ribadito come i casi di peste suina, al netto della diminuzione del clamore mediatico, siano tutt'ora in crescita e come, con l'arrivo del freddo che aumenta la permanenza del virus nelle carcasse, il potenziale infettivo sia maggiore. Ferrari ha poi ribadito l'importanza della recinzione che, per quanto costosa e di difficile gestione, dati alla mano sta svolgendo un ruolo nel rallentamento della diffusione della malattia
È però parlando delle operazioni di depopolamento che il commissario ha ipotizzato uno scenario inedito. Il sostanziale rifiuto del mondo venatorio di collaborare alle operazioni di abbattimento, per quanto Ferrari riconosca alcune ragioni ai cacciatori, impone scelte diverse. «Credo che occorra immaginare di rivolgersi a figure professionali non volontarie ma remunerate -ha dichiarato - A questo punto diventerebbe tutto più facile e si potrebbe agire in tempi brevi». Ferrari ha voluto sottolineare che, senza il completamento delle operazioni di depopolamento all'interno della zona infetta, il rischio concreto è di non potervi andare a caccia per anni. Ora bisognerà vedere se la proposta del commissario si tradurrà in realtà.
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