di Redazione
Sant'Uberto, il Santo patrono del mondo venatorio
Oggi, 3 novembre, nell'anniversario della traslazione delle reliquie nell'abbazia di Adage, si celebra Sant'Uberto di Tongeren-Maastricht, primo vescovo di Liegi, patrono dei cacciatori e dei cani da caccia.
Della vita di questo santo sappiamo relativamente poco. Nato nella regione delle Ardenne attorno all'anno 685 e figlio di Betrando conte di Aquitania appartenente alla dinastia merovingia, rimasto vedovo e lasciati tutti i beni al fratello si avvicina a San Lamberto di Maastricht del quel diverrà discepolo prima e successore poi. Ordinato presbitero e successivamente consacrato vescovo, si dedica all'evangelizzazione delle Ardenne, dove il paganesimo era ancora presente, e fonda la diocesi di Liegi. Morirà a Tervuren il 30 maggio 727.
La tradizione, anche per legarlo alle vicende cinegetiche che contraddistinsero almeno la prima parte della sua vita, fa scaturire l'inizio della sua vita religiosa a seguito dell'apparizione di un crocefisso al centro del palco di un cervo al quale il nobiluomo era intento a dare la caccia. Per questo motivo, oltre che patrono di macellai, fonditori, e pellicciai, è celebrato come santo patrono del mondo venatorio.
Nei secoli, la devozione al Santo della gran parte della nobiltà europea, a lui accomunata da passione e censo, ha permesso di consolidarne il culto e l'iconografia arrivando a legarlo indissolubilmente alla tradizione e alla cultura venatoria fino ai giorni nostri.
Se sei interessato alla caccia sostenibile e alla conservazione dell'ambiente e della fauna selvatica, segui la pagina Facebook e l'account Instagram di Hunting Log, la rivista del cacciatore responsabile.