di Redazione
Bimbo finisce in ospedale dopo essere stato attaccato da un cinghiale
Ancora una volta un episodio di interazione uomo-fauna ci ricorda che la natura non è quella raccontata dalle favole di Walt Disney
Non intendiamo di certo dare la colpa al cinghiale, certo è che un bambino di nove anni trasportato in ospedale dopo essere stato aggredito da un cinghiale non è un episodio che può lasciarci imperturbati. Il bimbo, sabato 17 agosto, si era recato sull'isola di Spargi, nell'arcipelago sardo della Maddalena, per un'escursione turistica, ma poco dopo lo sbarco è stato aggredito da un cinghiale. L'animale, per ignote ragioni, ha morso il piccolo ai genitali ed è stato necessario l'intervento della guardia costiera prima e del personale medico poi per il trasporto all'ospedale Paolo Merlo dove gli sono stati applicati sei punti di sutura.
Le conseguenze per il bambino fortunatamente non sono state gravi, ma l'episodio ci ricorda che fauna e attività antropiche non sempre possono convivere in assenza di criticità. La totale mancanza di gestione di alcune specie, la permanenza contemporanea negli stessi ambienti e la conseguente perdita di quella naturale diffidenza che dovrebbe essere propria delle specie selvatiche non sempre è priva di rischi. Questa volta, al netto del grande spavento, le ripercussioni sono di poco conto, ma chiunque conosca la specie sa che l'episodio avrebbe potuto avere un epilogo ben peggiore.
Non è sicuramente nostra intenzione demonizzare i cinghiali, che già, tra danni all'agricoltura e peste suina africana, non attraversano un momento felice, né tantomeno le altre specie, ma è certamente indubbio che il fatto ci richiami all'applicazione di una migliore gestione delle specie selvatiche. La convivenza con gli animali è sicuramente la giusta via, ma siamo sicuri che debba forzatamente trattarsi di una convivenza pacifica?
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