di Matteo Brogi
La tutela degli animali in Costituzione: si apre il dibattito
"Il posto degli animali nella Costituzione: appunti sulla riforma dell'articolo 9" è il titolo del convegno che Fondazione Una - con AB-Agrivenatoria Biodiversitalia e Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare - hanno organizzato a Roma ieri, 16 luglio 2024
La modifica degli articoli 9 e 41 della Carta - a seguito della legge costituzionale 1/2022 - ha inserito la tutela dell'ambiente tra i princìpi fondamentali della Costituzione, specificando che la Repubblica tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi nell'interesse delle future generazioni, che la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali e che l'iniziativa economica privata non può recare danno alla salute o all'ambiente.
In particolare, la riforma dell'articolo 9 pone una serie di questioni sulla salvaguardia degli animali nel nuovo contesto costituzionale e rende necessario un confronto tra realtà ambientaliste, agricole, venatorie, scientifiche e accademiche per declinare in prassi il testo costituzionale. La tutela della biodiversità, infatti, richiede azioni concrete che non possono prescindere da un approccio rigorosamente scientifico e scevro di pregiudizi.
Maurizio Zipponi, Presidente di Fondazione UNA, ha sottolineato come "L'idea di una gestione virtuosa del territorio e della fauna selvatica che lo popola, secondo criteri scientifici, è uno dei valori cardine su cui si fonda l'operato della Fondazione" e che "La preservazione della biodiversità e degli equilibri naturali richiede un approccio razionale da cui non è possibile allontanarsi. È in questo contesto che si va a collocare l'attività venatoria, inquadrando la figura del cacciatore moderno come persona qualificata, responsabile, in aperta contrapposizione al bracconiere e a ogni estremismo specista che crea solo danni nel rapporto ecosistemico tra uomo, natura e animali".
Gli ha fatto eco Niccolò Sacchetti, Presidente di AB-Agrivenatoria Biodiversitalia, secondo cui "La tutela dello straordinario patrimonio di biodiversità del nostro paese passa necessariamente da un approccio multidisciplinare che tenga conto della gestione agricola e forestale, dell'attività venatoria, della sostenibilità economica e di una attenta e sempre maggiore ricerca scientifica, ma non può prescindere da approfondimenti giuridici e normativi".
È quindi essenziale procedere a un confronto tra i vari portatori di interessi che riconosca il ruolo necessario dell'intervento umano nella tutela degli equilibri naturali, secondo criteri scientificamente provati. A questo primo confronto, hanno preso parte Carlo Granelli, professore emerito di Diritto civile, Università degli studi di Pavia, Francesco de Leonardis, ordinario di Diritto amministrativo, Università degli Studi Roma Tre, Alfonso Celotto, ordinario di Diritto costituzionale, Università degli Studi Roma Tre, Margherita Pittalis, associata di Diritto privato, Università di Bologna, Daria de Pretis, vicepresidente emerito della Corte costituzionale e ordinario di Diritto amministrativo, Università degli Studi di Trento, Giuseppe Morbidelli, professore emerito di Diritto amministrativo, Università di Roma La Sapienza. Hanno contribuito, inoltre, Valentino Gardi, professore a contratto in Disciplina delle infrastrutture, Università di Bologna, Nicola Lucifero, associato di Diritto agrario, Università di Firenze, Stefano Masini, ordinario di Diritto agrario, Università di Roma Tor Vergata, Mario Mauro, ricercatore di Diritto agrario, Università di Firenze, e Marco Olivi, associato di Diritto amministrativo, Università Cà Foscari di Venezia. Il dibattito è stato animato dalla partecipazione del presidente di Coldiretti Ettore Prandini che, insieme a Zipponi, ha dialogato sul tema con alcuni parlamentari delle competenti Commissioni di Camera e Senato.
Questa è la registrazione del convegno:
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