di Redazione
Peste suina africana, tre sub commissari per un cambio di approccio
Mario Chiari, Giovanni Filippini e Simone Siena saranno al fianco di Caputo con il ruolo di sub commissari
La gestione della Peste suina africana necessita di un cambio di approccio al problema al fine di poter garantire i parametri di sicurezza sanitaria e tutelare gli allevamenti. Questo è quello che ha affermato il sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra a margine di una riunione svoltasi lunedì scorso alla presenza del del suo omologo del Ministero della Salute, Marcello Gemmato, e dei rappresentanti delle Regioni e delle associazioni agricole. Per farlo la struttura commissariale verrà allargata con la nomina di tre sub commissari il cui compito sarà quello di rafforzare le sinergie e la collaborazione con le Regioni.
I tre sub commissari saranno i dott. Mario Chiari e Giovanni Filippini e il colonnello Simone Siena. A Chiari, medico veterinario dell'Ats di Brescia esperto di patologie della fauna selvatica e attualmente in distacco presso la DG Welfare regione Lombardia, è stata affidata l'attività di coordinamento dei servizi veterinari delle aziende sanitarie locali competenti per territorio in chiave di eradicazione della peste suina africana e contenimento dei cinghiali. Filippini, medico veterinario e attuale direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, si occuperà invece dell'aspetto sanitario legato alle operazioni di abbattimento e distruzione dei suini infetti. Al colonnello Simone Siena, Capo reparto veterinaria del Comando sanità e veterinaria dell'Esercito, verrà affidata l'organizzazione degli uomini messi a disposizione dal Ministero della difesa per sostenere e aiutare attivamente nel contrasto alla malattia e della possibile immissione in filiera delle carni provenienti dalle operazioni di depopolamento.
«Per troppo tempo - ha affermato il sottosegretario La Pietra in merito alla riduzione del numero di cinghiali - la situazione non è stata affrontata in maniera rigorosa e ora ci ritroviamo a dover agire con tempistiche estremamente rapide e in maniera risoluta su aree molto estese. È fondamentale che quanto prima le Regioni ci diano una fotografia puntuale dei numeri di ungulati presenti in sovrannumero sul territorio così da poter attivare in maniera efficace le squadre di bioregolatori e vincere questa difficile battaglia».
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